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Il Qatar ha corrotto l’Ecuador: cosa c’è di vero nella clamorosa accusa

In Primo PianoIl Qatar ha corrotto l'Ecuador: cosa c'è di vero nella clamorosa accusa

Il Qatar avrebbe corrotto i giocatori dell’Ecuador per perdere il match inaugurale dei Mondiali. Questo dice una clamorosa accusa, ma cosa c’è di vero?

Mancano due giorni al calcio d’inizio dei Mondiali in Qatar, ed ecco emergere un nuovo scandalo. Non sono bastate le accuse degli anni passati per la corruzione nell’assegnazione, lo sfruttamento dei lavoratori, le morti nei cantieri e le violazioni dei diritti della comunità LGBTQ+: adesso arriva anche una possibile combine.

Da ieri sta infatti circolando molto sui social un tweet che accusa senza mezzi termini il Qatar di aver corrotto i giocatori dell’Ecuador per perdere il match inaugurale dei Mondiali, che potrebbe rivelarsi decisivo per superare il primo turno (considerando che al Senegal mancherà Sadio Mané). Attorno al Qatar si è creato un mito nefasto, ma quanto sono plausibili queste nuove accuse?

Corruzione Qatar Ecuador: cosa è successo

Nella giornata di giovedì 17 novembre ha iniziato a circolare molto un tweet che sosteneva un caso di combine in favore del Qatar. Doha avrebbe pagato otto giocatori dell’Ecuador per un totale di 7,4 milioni di dollari per perdere la partita di domenica 20 novembre 1-0, con rete nel secondo tempo.

Il tweet è opera di Amjad Taha, un giornalista britannico-bahrenita indicato dal suo profilo Twitter come capo regionale del British Center for Middle East Studies and Research. Taha, nel suo messaggio sui social, ha taggato anche il Daily Mail, ma non è chiaro il motivo, dato che no lavora per il quotidiano, il quale non risulta essere la fonte della notizia.

Ad ogni modo, il giornalista arabo assicura che cinque fonti interni qatariote ed ecuadoregne avrebbero confermato la tentata corruzione. Non viene aggiunto altro, nemmeno se qualcuno degli otto calciatori sudamericani avrebbe accettato la somma offerta dal Qatar.

Corruzione Qatar Ecuador: cosa c’è di vero

Ovviamente, la questione presenta molti interrogativi. Innanzitutto, perché Taha non cita alcuna fonte che non sia la sua parola. Amjad Taha non è molto noto in Europa, ma nel Medio Oriente è considerato una figura abbastanza controversa: vicino a Israele e agli Emirati Arabi Uniti, ostile invece alla causa palestinese e all’Iran, si colloca anhe per le sue origini bahrenite nella fazione più avversa al Qatar (Doha è infatti alleata dell’Iran e in pessimi rapporti sia con il Bahrein che con gli Emirati).

Il giornalista ecuadoregno Jorge Sanchez Parra ha contattato Taha per approfondire le sue accuse, e ha riportato le risposte su Twitter, ma da esse non emerge nessun ulteriore dettaglio o fonte. Il giornalista bahrenita si limita infatti a ribadire le accuse di corruzione, senza fare nomi o portare altre prove a sostegno della sua tesi.

Da tempo le rivalità geopolitiche nella Penisola araba vengono combattute anche dal punto di vista della comunicazione, e spesso sono state diffuse voci false da parte di un paese per deligittimarne un altro. Il Qatar attualmente è sotto i riflettori per i Mondiali, e ciò ha attirato vari casi di accuse rivelatesi poi fasulle: la storia della corruzione dei giocatori dell’Ecuador, al momento, pare una di queste. E dire che di motivi per contestare il Mondiale in Qatar ce ne sarebbero già a sufficienza.

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