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In casa Inter si chiude un’epoca, e lo fa nel modo più rumoroso possibile. Il pomeriggio milanese di Simone Inzaghi è cominciato presto e si è concluso nel silenzio del suo attico in zona Moscova, dove il tecnico ha preferito non aggiungere altro alle parole di commiato attese nel comunicato ufficiale. Un addio anticipato dai segnali degli ultimi giorni e dai retroscena raccolti a Riad, dove già domenica 25 maggio la direzione era chiara.

Alle 17.07, ieri l’ultima giornata interista di Inzaghi ha imboccato la via definitiva. Dopo una lunga trattativa, il tecnico ha risolto consensualmente il contratto con l’Inter, sancendo la fine di un ciclo aperto nel 2021. Destinazione Arabia Saudita, Al Hilal, con cui aveva raggiunto l’intesa prima ancora della finale di Champions, scrive il Corriere della Sera. Nessun colpo di scena Juventus, come ipotizzato ironicamente dalla moglie Gaia Lucariello davanti ai cronisti: «Non so nulla dell’Arabia, magari c’è il colpo di scena Juve…». Il passaggio di Inzaghi al club saudita si accompagna a un patto di non belligeranza sul mercato tra le parti, anche se il tecnico aveva tentato di portare con sé uno dei fedelissimi: Bastoni e Barella (che aveva delle espressioni furbe in conferenza stampa quando si parlava del futuro di Inzaghi) hanno rifiutato senza esitazioni, Acerbi non lascerà.

L’epilogo si è consumato davanti alle telecamere nel post-partita di quella disastrosa finale europea contro il PSG, chiusa con un pesante 5-0. Inzaghi ha lasciato intendere il suo futuro lontano da Milano con un laconico «Se andrò al Mondiale per club? Non posso confermarlo…». Marotta ha provato a minimizzare: «È una frase senza significato dettata dall’amarezza…». Ma il viaggio americano di Inzaghi con l’Al Hilal è già programmato: sfiderà il Real Madrid a Miami. Una separazione inevitabile, gestita forse nel peggiore dei modi (da tutte le componenti).

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.