Skip to main content

Le ultime ore in casa Inter sono state caratterizzate da un clima surreale, molto lontano dalle consuete dinamiche di calciomercato e preparazione sportiva. La partenza per il Mondiale per Club avrebbe dovuto coinvolgere tutto il gruppo a disposizione di Christian Chivu, incluso Mehdi Taremi, arrivato dal Porto per rinforzare l’attacco un anno fa a costo zero e autore di una stagione insufficiente. La situazione internazionale, però, ha completamente cambiato le carte in tavola, riportando in primo piano questioni ben più delicate del calcio giocato.

Taremi non raggiungerà i compagni per la spedizione negli Stati Uniti. L’attaccante iraniano, bloccato a Teheran, non ha la possibilità di lasciare il Paese in aereo, visto che lo spazio aereo è stato chiuso. Le alternative via terra non sono considerate praticabili o sicure, dato il conflitto in corso con Israele e l’incertezza assoluta sullo sviluppo degli eventi. L’Inter, in costante contatto con le autorità iraniane in Italia, ha tentato di individuare una soluzione utile nelle ultime 24 ore, senza esito. Il club nerazzurro ha confermato che il calciatore si trova in una zona sicura della capitale iraniana, protetta dai bombardamenti.

In questo scenario, il calcio finisce inevitabilmente ai margini. La società nerazzurra ha scelto di mantenere il massimo riserbo sulla vicenda e non ha previsto alcuna sostituzione in lista per la competizione FIFA. Il Mondiale per club inizia tra poche ore, ma il pensiero di dirigenti e compagni va al numero 9, impossibilitato a vivere questa avventura. La speranza dell’Inter è di poterlo riabbracciare quanto prima a Milano, non appena le condizioni lo permetteranno.

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.