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Kevin De Bruyne si è infortunato nel corso di Belgio-Portogallo ed è stato costretto al cambio, è a rischio per gli eventuali quarti di finale.

Poco prima della fine del primo tempo di BelgioPortogallo, l’ottavo di finale di Euro 2020 in programma questa sera, Kevin De Bruyne ha subito un durissimo colpo alla caviglia sinistra mentre era in volata verso la porta avversaria. Incredibile come l’arbitro non sia intervenuto dopo la fine dell’azione con un giallo (e occhio anche ad un possibile rosso, ma non è stato richiamato dal VAR).

Lo staff medico è intervenuto subito, il giocatore del Manchester City si è ripreso ed è rimasto, ed è rientrato in campo anche per il secondo tempo. Ma è durato pochissimo: dopo qualche minuto infatti è stato costretto a chiedere il cambio. Al suo posto Roberto Martinez ha inserito Dries Mertens, un giocatore con caratteristiche diverse ma che è ben disposto al sacrificio e ad agire un po’ più dietro rispetto alla solita posizione in attacco.

De Bruyne potrebbe saltare l’Italia

De Bruyne è uscito dal campo molto dolorante. Sapremo qualcosa di più sull’entità dell’infortunio soltanto domani o comunque nelle prossime ore. Il Belgio spera che si sia trattato soltanto di una botta o di una contusione di poco conto, ma il movimento della caviglia è stato davvero brutto e non è da escludere che si tratti di qualcosa di più grave. Al momento la sua squadra è in vantaggio per 1-0 sul Portogallo e questo significa passaggio ai quarti di finale di Euro 2020, dove affronterebbe proprio la nostra Italia. L’assenza di De Bruyne sarebbe sicuramente una grande notizia per Mancini perché parliamo di uno dei giocatori più forti al mondo e sicuramente una pedina decisiva per lo scacchiere di Martinez.

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.

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