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Da anni i club italiani invocavano strumenti più solidi per tutelarsi dalle interruzioni anticipate dei rapporti con i calciatori. La difficoltà di trattenere a lungo i propri talenti, specie in presenza di offerte estere o di norme favorevoli ai giocatori, ha creato spesso squilibri contrattuali e gestionali. A pesare sono state soprattutto le disposizioni FIFA sul recesso unilaterale e i precedenti giuridici come il caso Diarra, che hanno aperto a vie di uscita anticipate con indennizzi spesso inferiori al valore reale dei calciatori.

Con il Decreto Sport approvato dal Consiglio dei Ministri è stata introdotta una modifica storica per il sistema calcistico italiano: le società potranno ora stipulare contratti professionistici fino a un massimo di otto anni. Una possibilità che, se accettata dai calciatori, consentirà di blindare il patrimonio sportivo e ridurre i rischi di addii prematuri. In base alle norme FIFA, i giocatori possono recedere dopo due o tre stagioni a seconda dell’età, ma con contratti così lunghi le società avranno modo di negoziare clausole di indennizzo più elevate o condizioni più favorevoli, seguendo un modello già utilizzato in Spagna. La FIFA stessa sta valutando da tempo correttivi per limitare gli effetti di queste rescissioni.

Dal punto di vista economico-contabile però il provvedimento non modifica i vincoli imposti dalla UEFA sul fair play finanziario. L’organismo europeo ha chiarito che «l’ammortamento del cartellino del giocatore sarà limitato a cinque anni al fine di garantire la parità di trattamento di tutti i club». Anche in caso di contratti più lunghi o rinnovi pluriennali, l’ammortamento potrà estendersi al massimo per cinque stagioni dalla data di proroga. Resta invece aperta la possibilità di utilizzare la durata extralarge dei contratti nei bilanci civilistici e fiscali, senza effetti diretti sull’ordinamento sportivo.

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.