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Crisi Milan le agghiaccianti coincidenze col Leicester post scudetto

NotizieCrisi Milan le agghiaccianti coincidenze col Leicester post scudetto

L’ennesima sconfitta, la quarta consecutiva in campionato, è l’ennesima picconata alla crisi che sta vivendo il Milan. Le analogie con il Leicester non sono solo “positive”. 

Molti analisti quando il Milan ha vinto lo scudetto nello scorso maggio hanno proposto come paragone il trionfo a sorpresa del Leicester nella Premier League del 2015-16. Un po’ ingeneroso per i rossoneri, al loro diciannovesimo tricolore, ma non così sfavoriti alla vigilia come i Foxes di Claudio Ranieri, che di campionati non ne avevano mai vinti e che erano stati dati come papabili, sì, ma per la retrocessione. Curiosamente, ed era qui il vero paradosso, il Leicester come soldi era molto più ricco del Milan, come del resto le squadre di Premier League, delle vere e proprie corazzate dal punto di vista economico anche se neopromosse, come stiamo vedendo col Bournemouth quest’anno.

Il Leicester vinse quella Premier sbaragliando la concorrenza rappresentata soprattutto da Tottenham e Manchester City, tirando fuori dal cilindro giocatori come Kante e Mahrez, pescati a pochissimo nella Ligue 2, la serie B francese, e rivenduti a peso d’oro. Lì nacque la favola dell’outsider totale capace di vincere un campionato, peccato che molti si siano dimenticati in seguito del più classico ritorno sulla Terra, che per il Leicester significò, l’anno successivo, una stagione travagliatissima.

Milan e Leicester i punti in comune negativi

La stagione 2015-16 si chiude per il Leicester con la conquista della Premier, e nell’agosto del 2016 Claudio Ranieri firma un rinnovo per quattro anni. Il mercato nel frattempo indebolisce piuttosto nettamente la squadra perché parte Kante in direzione Chelsea per 35 milioni di euro. Il suo posto sulla carta viene preso da Nampalys Mendy dal Nizza: non avrà lo stesso incredibile rendimento. Pur essendo campione d’Inghilterra e un club più ricco della media europea, nessun vero big va a rafforzare la rosa. Perché i due attaccanti che arrivano per circa 50 milioni complessivi, ad affiancare Vardy e Okazaki (i titolari) sono l’algerino Slimani e il nigeriano Musa. Si cerca di allungare le rotazioni, ma la base resta la stessa, senza il pilastro Kante.

Il primo segnale negativo è la sconfitta nel Community Shield, la Supercoppa Inglese: 2-1 a Wembley contro il Manchester United di Jose Mourinho. Con la Champions League da giocare e nessuno dei giocatori abituato al doppio fronte, la Premier si rivela essere da subito un disastro. Il record fino alla fine dell’anno è di 4 vittorie, 5 pareggi e 9 sconfitte: la difesa, punto di forza dell’anno precedente, pur senza essere stata toccata adesso è un colabrodo. Il Leicester non vince mai due partite di fila, anche se batte 4-2 il Manchester City. Ciò nonostante in Champions League la squadra passa la fase a gironi davanti al Porto, al Copenhagen e al Bruges. Va fuori in Coppa di Lega contro il Chelsea, ma non ha ancora visto nulla, e cioè come il Milan quest’anno, un gennaio assolutamente da incubo.

A differenza dei rossoneri, che quantomeno il mese scorso una partita l’avevano vinta (a Salerno, 2-1), il Leicester nel gennaio 2017 racimola tre sconfitte e un pareggio, senza segnare un solo gol. Cadono contro Chelsea, Southampton e Burnley. Le uniche soddisfazioni arrivano dalla FA Cup, con l’unica vittoria del mese che arriva in casa dell’Everton, ma la competizione è talmente agli albori che questo risultato viene preso come un brodino in attesa di test più probanti. Febbraio inizia in Premier come era finito gennaio, con una devastante sconfitta in casa contro Manchester United, quest’ultima volta in una partita in cui è 0-3 già all’intervallo e il risultato non cambierà. La situazione è chiaramente sfuggita di mano, i ko tutti identici: uno o due gol subiti nel primo tempo e nessuna reazione.

Sconfitta anche contro lo Swansea, di nuovo in Premier: 2-0. Penultima goccia, la sconfitta in FA Cup 1-0 contro il Millwall, squadra di categoria inferiore, un’eliminazione arrivata addirittura col Leicester in superiorità numerica. Nel frattempo il mercato ha portato un altro mediano, il nigeriano Ndidi, ma non è stato sufficiente. Ranieri ha i giorni contati e la sua ultima panchina con il Leicester è il 22 febbraio 2017, andata degli ottavi di finale di Champions League. Forse per riconoscenza il club non l’ha esonerato prima, con la squadra ormai in zona-retrocessione. Meritava una partita ulteriore in Europa coi suoi ragazzi, la gioca e la perde, 2-1 a Siviglia.

Il giorno dopo è ufficialmente sollevato dall’incarico. Si parla di uno spogliatoio completamente sfuggito di mano al tecnico di Testaccio, la vecchia guardia che non rende come l’anno prima e i nuovi poco integrati. Nella stagione precedente l’asticella era stata sollevata in maniera così spettacolare che forse le aspettative avevano tradito la squadra. Al posto di Ranieri arriva il suo vice, Craig Shakespeare. Incredibile ma vero, in Premier il Leicester infila cinque vittorie di fila e in Champions ribalta l’1-2 di Siviglia qualificandosi per i quarti di finale dove sarà eliminato con onore dall’Atletico Madrid, futuro finalista. In campionato da quart’ultimo il Leicester si issa al tredicesimo posto, senza infamia e senza lode. In epoca recente nessuna squadra campione in carica aveva avuto un crollo simile.

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