giovedì, Maggio 9, 2024

Cosa c’è dietro la favola Girona: i soldi arabi e le tattiche di Michel

Il Girona è a sorpresa capolista nella Liga spagnola, dopo aver battuto il Barcellona, e molti parlano già di un nuovo Leicester. Ma come hanno fatto i catalani ad arrivare a questo punto?

Sarà come il Leicester di Ranieri? Quando siamo quasi a metà dicembre è chiaro che è ancora molto presto per dirlo, ma nel frattempo le agenzie di scommesse si stanno adeguando: le quote del Girona campione di Spagna, che a inizio novembre erano a 60.00, dopo domenica sera sono crollate a 6.00. Battendo i cugini del Barcellona con il risultato di 4-2, i Blanquivermells sono balzati incredibilmente in testa alla classifica della Liga con 41 punti in 16 partite, a +2 sul Real Madrid e addirittura a +7 sul Barça. Merito soprattutto di un attacco eccezionale, capace di segnare fin qui 38 gol, più di chiunque altro nel campionato spagnolo, tenendo così a bada l’evidente fragilità difensiva (i 20 gol presi fino a questo momento ne fanno la retroguardia più battibile delle prime otto della classifica).

Se sarà o meno scudetto alla fine della stagione, resta il fatto che quella del Girona è una piccola favola. Stiamo parlando della squadra di una cittadina di appena 100.000 abitanti, 100 km a nord-est di Barcellona, che gioca in uno stadio da nemmeno 15.000 posti, l’Estadi Montilivi. Fondato nel 1930, ha una lunga storia nelle serie minori spagnole, con ben pochi acuti degni di nota, ma le cose sono cambiate nel 2006, quando la squadra ha vissuto un’incredile ascesa dalla Tercera alla Segunda Division, tramite due promozioni consecutive. Nel 2010, la proprietà è passata nelle mani di una cordata di imprenditori locali rappresentata da Ramon Vilaró, Joaquim Boadas e Josep Slim, che sono riusciti a consolidare la posizione del club nella seconda divisione spagnola. Nel 2017, sotto la guida di Pablo Machin e grazie ai gol dell’italiano Samuele Longo, il Girona è infine riuscito a ottenere la sua prima storica promozione nella massima serie.

Un evento cruciale per il club catalano, che ha così attirato l’interesse del City Football Group, la multinazionale emiratina che possiede anche il Manchester City, e che nell’agosto del 2017 ha acquistato il Girona e lo ha trasformato in una succursale della società inglese. I soldi degli sceicchi hanno sicuramente permesso al club di consolidarsi a livello finanziario e sul poter contare su frequenti prestiti di giocatori di ottime prospettive. Da qui sono passati giocatori come Douglas Luiz, Patrick Roberts, Yan Couto, Aleix Garcia, Dario Sarmiento, Yangel Herrera e Taty Castellanos, oggi alla Lazio ma arrivato al Girona tramite un’altra squadra del City Football Group, il New York City FC. Nel 2019 i biancorossi sono tornati in Segunda Divisione, ma si sono sempre piazzati nella zona alta della classifica, fino a che nel 2021 la gestione della squadra non è stata affidata a Michel, 48enne allenatore madrileno ed ex centrocampista del Rayo Vallecano: uno specialista in promozioni, dato che nella sua breve carriera in panchina ne aveva già ottenute due in Liga (nel 2018 con il Rayo e nel 2020 con lo Huesca), e nel 2022 alla guida del Girona ha fatto il tris. Confermato sulla panchina dei catalani, l’anno scorso aveva già ottenuto un sorprendente decimo posto finale, prima della vetta della classifica temporaneamente raggiunta in questa stagione.

I segreti del Girona di Michel

È fuori discussione che gran parte del successo del Girona sia da imputare al City Football Group, che nel 2020 ha messo alla presidente del club l’agente di calciatori Pere Guardiola, fratello dell’allenatore del Manchester City. Quattro dei titolari fissi di Michel (Yan Couto, Yangel Herrera, Aleix Garcia e Savinho) provengono proprio dalla galassia del City, al quale si potrebbe teoricamente aggiungere anche Eric Garcia, in prestito dal Barcellona ma passato anche dalla squadra di Manchester. Tuttavia la proprietà emiratina, pur avendo la quota di maggioranza del club non è proprietaria unica (detiene solo il 47% delle azioni) e un partner societario altrettanto importante è Marcelo Claure (35%), un imprenditore statunitense di origini boliviane molto attivo nel mondo del calcio. Dal 2008 controlla il Club Bolivar di La Paz, il più importante club in Bolivia, che sotto la sua gestione ha raggiunto le semifinali di Copa Libertadores nel 2014, e due anni fa ha ufficializzato una partnership proprio con il City Football Group. Ma non solo, perché Claure è stato anche uno dei principali investitori, tra i 2012 e il 2021, dell’Inter Miami.

Pur tenendo bene in considerazione le dinamiche societarie, però, il Girona si trova primo in classifica anche grazie a meriti tecnici che vanno attribuiti al suo allenatore. Dopo la sconfitta di domenica scorsa, il tecnico del Barcellona Xavi ha definito il gioco degli avversari “il migliore visto finora” nella Liga 2023/2024: un gioco di posizione moderno, incentrato sul possesso palla e la creazione di occasioni offensive, nel puro stile di Guardiola, che il City Football Group ha importato coerentemente anche nella sua succursale spagnola, quando ha scelto di affidare la squadra a Michel. L’efficacia del gioco d’attacco del Girona è sotto gli occhi di tutti, come si è sottolineato più sopra, ma un altro dato interessante è il numero di giocatori che hanno contibuito finora ai gol della squadra: 14, senza che nessuno sia ancora arrivato in doppia cifra e con due bomber a quota 8 reti stagionali, sebbene sostanzialmente si alternino in attacco (parliamo dell’ucraino Artem Dovbyk e del veterano ex Reggina Christian Stuani).

Già nella scorsa stagione il Girona aveva messo in luce un gioco interessante e aveva raggiunto ottimi risultati, ma l’exploit di questa prima metà di stagione non era certamente previdibile. Anche perché in estate la rosa si era indebolita perdendo diversi elementi importanti: il bomber Castellanos (oggi alla Lazio), il leader difensivo Santiago Bueno (al Wolverhampton), il regista Oriol Romeu (Barcellona) e la promessa Rodrigo Riquelme (tornato all’Atletico Madrid a fine prestito). Sul mercato sono stati piazzati colpi interessanti, come appunto Dovbyk, scoperto allo Dnipro, ma anche il parametro zero Daley Blind, che ha aggiunto esperienza alla rosa e si è integrato rapidamente grazie anche a un’attitudine di gioco che già conosceva bene grazie agli anni all’Ajax. Ci sono poi i giovani, tutti funzionali al sistema di gioco di Michel, come il regista difensivo Erick Garcia, in prestito dal Barcellona, il 18enne centrocampista colombiano John Solis, e ovviamente Savinho, l’ala brasiliana classe 2004 prestata dal Troyes (altro club del City Football Group), che si è rivelato un giocatore fondamentale nella manovra del Girona, fornendo anche un considerevole contributo offensivo (5 gol e 5 assist in 18 partite).

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