Che fine ha fatto Amauri?

La vita di Amauri Carvalho de Oliveira, conosciuto semplicemente come Amauri, è una storia di riscatto, di accoglienza, di sogni realizzati a metà.

Attaccante forte fisicamente e abile nel colpo di testa, Amauri ha indossato le maglie di numerose squadre italiane siglando 85 reti in Serie A, 4 in Champions e 7 in Europa League. Ma procediamo con ordine.

Già in adolescenza il suo desiderio più grande è quello di diventare calciatore pur non avendo mai giocato in un club calcistico. I provini non danno esito positivo e Amauri è costretto a destreggiarsi tra un lavoro usurante e l’altro per aiutare economicamente la famiglia. A 19 anni un club semiprofessionistico di Blumenau, il Santa Catarina, gli consente di giocare nella Serie B brasiliana e a solo un anno di distanza arriva la grande occasione: il torneo di Viareggio del 2000. Qui si mette in mostra segnando cinque reti in tre partite e attirando gli osservatori di mezza Europa. Alla fine la spunta il Bellinzona, ma il periodo svizzero risente della saudade e di qualche infortunio di troppo.

A fine stagione il Bellinzona non gli rinnova il contratto e Amauri resta senza squadra e senza soldi. Si trasferisce clandestinamente a Torino perché non può pagarsi il viaggio di ritorno per il Brasile, ma l’Italia dimostra di essere una volta in più un paese accogliente malgrado il parere di qualche politichino. Il resto lo fa Mariano Grimaldi, un manager che convince il Parma ad acquistare l’attaccante. Gli anni successivi vedono Amauri trascinato in giro per lo stivale in numerosi prestiti che non riescono a valorizzarlo. Ciò nonostante segna il suo primo goal in Serie A con la maglia del Napoli, mentre con il Messina in B dimostra finalmente di meritare il calcio italiano. 

Nel 2003-04 Amauri torna in Serie A con la maglia del Chievo dei miracoli. I primi due anni sono segnati da alti e bassi, nel terzo arriva l’esplosione: 11 goal in campionato, 14 complessivi in stagione. Prima di lasciare Verona ha il privilegio di segnare gli unici due goal del club in Champions League, nei preliminari giocati contro il Levski Sofia. Ancora oggi è l’unico marcatore clivense visto che il Chievo non ha più disputato gare nella massima competizione europea. 

Dopo tre anni in Veneto, sbarca in Sicilia per la seconda volta, sponda Palermo. Nel girone d’andata i rosanero volano fino al primo posto dove restano per diverse settimane. Amauri segna otto reti e trascina la squadra verso vette neppure immaginate. Poi il crollo. L’attaccante si scontra con Manninger durante un Siena-Palermo del 23 dicembre 2006 e rimedia una rottura parziale del legamento crociato posteriore. Stagione finita e addio sogni di gloria per una squadra che conquista comunque un dignitoso piazzamento in Coppa Uefa. Amauri ritorna in campo per l’annata successiva e realizza 15 reti: è il record personale di goal in un campionato. Le sue prestazioni sono così convincenti che arriva la chiamata della Juventus.

Il primo anno bianconero è di buon livello, con 12 goal in Serie A e la soddisfazione di segnare una rete decisiva contro il Real Madrid in Champions. Purtroppo quella è una Juve che vive periodi non esaltanti anche a causa degli strascichi di Calciopoli e dunque, i calciatori fanno fatica a esprimere il meglio di loro stessi. L’highlights più rilevante di Amauri nelle annate successive è una pubblicità cult per Costa Crociere, in cui diventa celebre la sua battuta: “Sono appena tornato”. Ciò nonostante, in questo periodo diventa un giocatore italiano grazie al passaporto della moglie e ricambia l’accoglienza che l’Italia gli ha riservato rispondendo presente alla chiamata di Marcello Lippi. Con la Nazionale gioca una sola partita a Londra contro la Costa D’Avorio, poi iniziano gli infortuni e non sarà più chiamato in causa dal CT. 

Amauri: dal Parma alla Fiorentina 

Seguono anni discreti al Parma e sei mesi alla Fiorentina. Il goal più importante per la Juventus lo segna proprio con la maglia dei viola a San Siro: dopo uno scambio con Jovetic deposita alle spalle di Abbiati permettendo ai bianconeri di superare il Milan nello sprint finale del primo Scudetto di Conte. Segna le sue ultime reti europee durante l’ultima esperienza italiana al Torino, poi si trasferisce negli States dove chiude una carriera ricca di emozioni e non priva di rimpianti.

La bio del suo Instagram ci racconta che oggi Amauri vive a Miami, ma torna spesso in Italia per i più svariati motivi. Le sue giornate scorrono tra la Florida e il Salento, ma ogni tanto non si nega delle gite nelle città che lo hanno amato. Soltanto un mese fa è tornato al Barbera di Palermo, ricevendo un sentito omaggio dal pubblico rosanero. In America si è specializzato nell’esportazione di vino, mentre in Italia ha stretto rapporti con il Salento, terra delle cantine del suo socio Fabio Cordella, noto imprenditore vinicolo. In più, suo figlio Hugo gioca nelle giovanili del Lecce e pare essere un predestinato. Chissà se riuscirà a compiere ciò che il padre ha lasciato a metà, cioè una carriera di gioie e successi nelle squadre più ambite del mondo.

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