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La stagione appena conclusa aveva lasciato segnali contrastanti a Firenze. Da una parte, il ritorno in Conference League aveva certificato una conferma; dall’altra, la sensazione di un rapporto incrinato tra panchina e ambiente si era fatta sempre più evidente nelle ultime settimane. I cori durante il match con il Bologna e gli striscioni apparsi fuori dallo stadio avevano dipinto un clima teso, con una parte della tifoseria apertamente ostile alla guida tecnica.

Proprio per questo, la notizia delle dimissioni di Raffaele Palladino dalla panchina viola è arrivata come una conferma più che come una sorpresa. A rilanciarla è stata l’edizione fiorentina de La Repubblica con un titolo inequivocabile: “La Curva esonera Palladino”. Secondo il quotidiano, la scelta sarebbe maturata dopo settimane difficili, aggravate dalle contestazioni e da un feeling mai nato con il tifo organizzato. Palladino avrebbe riflettuto sulla situazione già prima della gara col Bologna, confidando a persone vicine l’intenzione di lasciare al termine della stagione. Ieri mattina, la comunicazione alla dirigenza, in forma informale, ha chiuso definitivamente la questione.

Adesso la Fiorentina si prepara a ripartire. La società sta vagliando diverse opzioni per la prossima guida tecnica. Tra i profili valutati figurano Marco Baroni, Daniele De Rossi, Igor Tudor, Alberto Gilardino e Patrick Vieira. Più difficile, ma suggestiva, l’ipotesi di un ritorno di Stefano Pioli. In corsa anche Francesco Farioli, reduce dall’esperienza in Ligue 1. Il club valuta caratteristiche, ambizioni e disponibilità, consapevole dell’importanza di una scelta che dovrà ricucire il rapporto con il pubblico e dare continuità ai risultati ottenuti.

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.