Una scena singolare ha catturato l’attenzione dei media americani e internazionali nel tardo pomeriggio di ieri a Washington. Mercoledì una delegazione della Juventus ha visitato lo Studio Ovale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e la situazione che si è creata è stata piuttosto surreale: l’incontro era stato organizzato per via della partecipazione della Juventus al Mondiale per Club, cominciato sabato negli Stati Uniti, ma al momento delle domande i giornalisti presenti si sono concentrati solo sulla possibilità di un coinvolgimento degli Stati Uniti a fianco di Israele contro l’Iran. Trump ha risposto su questo argomento per circa 15 minuti, mentre i giocatori della Juventus e altri membri della delegazione, fra cui il proprietario John Elkann e l’allenatore Igor Tudor, erano in piedi dietro di lui.
Durante il suo intervento, Trump ha affrontato apertamente il tema della partecipazione degli atleti transgender nello sport. A sorpresa, ha coinvolto direttamente i calciatori bianconeri, chiedendo: «Avete mai avuto donne in squadra? Una donna potrebbe entrare nella vostra squadra, ragazzi? Ditemelo, cosa ne pensate?». I giocatori, colti di sorpresa, hanno reagito con qualche sorriso imbarazzato e sguardi incrociati, senza prendere posizione. La scena si è fatta ancora più tesa quando il presidente ha interpellato Damien Comolli, direttore generale della Juventus, che ha replicato: «Abbiamo una squadra femminile molto forte». Una risposta diplomatica che non ha però dissuaso Trump, il quale ha ribadito: «Le donne dovrebbero giocare con altre donne. Capite? Siete molto diplomatici».
Non è la prima volta che il presidente USA prende posizione su questo tema. La sua amministrazione ha già approvato ordini esecutivi che ridefiniscono il sesso in senso strettamente biologico, rimuovendo ogni riconoscimento ufficiale delle identità di genere diverse. Anche nello sport, il governo federale ha modificato regolamenti e linee guida, sospendendo i fondi per le strutture inclusive. L’episodio con la Juventus non ha fatto altro che riportare la questione al centro del dibattito pubblico americano, coinvolgendo stavolta il calcio europeo.