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Il Milan continua a lavorare sulla costruzione del nuovo centrocampo, consapevole che la prossima stagione passerà anche dal rendimento della mediana. Dopo aver salutato Reijnders, la dirigenza ha iniziato a tracciare una linea chiara: servono qualità, corsa e leadership. In questo senso, il casting a centrocampo ha coinvolto profili diversi per età, caratteristiche e costi, mescolando giovani di prospettiva e nomi di esperienza.

La pista che conduceva a Granit Xhaka si sta raffreddando in modo deciso. L’idea di puntare sul 32enne del Bayer Leverkusen aveva sempre rappresentato un’eccezione rispetto alla filosofia del club, abituato a investire su giocatori giovani e con ingaggi contenuti. L’ipotesi di forzare la mano per uno come Xhaka è tramontata nel momento in cui il Milan ha definito l’intesa con Luka Modric. Il croato, già in accordo con Igli Tare da settimane, sarà il leader d’esperienza chiamato a guidare il centrocampo rossonero. Una scelta precisa, in linea con il tentativo di alternare giovani e veterani senza alterare gli equilibri economici della rosa.

Il resto del reparto avrà conferme e nuovi innesti. Ruben Loftus-Cheek e Youssouf Fofana resteranno punti fermi, mentre Samuele Ricci è a un passo dal trasferimento dal Torino. Prosegue anche il dialogo con il Valencia per Javi Guerra: offerta da 20 milioni, bonus compresi, già presentata e possibile rilancio nei prossimi giorni. Il club spagnolo, impegnato a gestire la cessione di Christian Mosquera all’Arsenal, non ha ancora aperto alla partenza del centrocampista, ma davanti a una proposta tra i 20 e i 25 milioni la situazione potrebbe cambiare. Il Milan è pronto a insistere, convinto che Guerra sia il profilo adatto per completare il pacchetto di centrocampo.

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.