venerdì, Marzo 29, 2024

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Romario, la “bugia ambulante” capace di segnare 1000 gol

CuriositàRomario, la "bugia ambulante" capace di segnare 1000 gol

Nel gotha dei più grandi marcatori di sempre figura anche Romario, attaccante brasiliano che ha incendiato le aree avversarie tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del nuovo millennio

Anche dati freddi e indiscutibili come i numeri possono alimentare dibattiti. Sta accadendo questo per quanto riguarda i primi post della classifica marcatori di sempre nella storia del calcio. Con la doppietta rifilata all’Udinese, Cristiano Ronaldo ha superato Pelé e si è issato al secondo posto a quota 758 gol, alle spalle del solo Josef Bican. O’Rey ha risposto sui social, ricordando che la sue reti in carriera sono 1283: numeri che quindi cambiano a seconda dei gol considerati, come per un altro fuoriclasse brasiliano.

I migliori marcatori della storia del calcio

Nell’olimpo dei marcatori all time è presente anche Romario, quarto a quota 743 gol. Si tratta di un dato che O’Baixinho (piccoletto, per la sua statura ridotta) non condivide perché, secondo il suo conteggio, le segnature da considerare sono 1000. Una cifra spaventosa, raggiunta segnando fin dalla tenera età e su tutti i campi del mondo. Un rapporto simbiotico con la porta avversaria, per uno dei migliori attaccanti di sempre.

Romario
Fonte: @nostalgic_soccer (Instagram)

I primi successi brasiliani e una promessa che pare impossibile

Coma da prassi per molti brasiliani, Romario i primi calci al pallone li dà nella favela in cui cresce: Jacarezinho, una delle zone più povere di Rio de Janeiro. Debutta nell’Estrelinha, squadra fondata dal padre apposta per farlo iniziare a giocare, per poi passare all’Olaria e nel 1985 al Vasco da Gama. Con la compagine bianconera vince 2 campionati dello stato di Rio e 2 titoli di capocannoniere, oltre a fare una dichiarazione che sul momento assomiglia ad uno scherzo: in carriera segnerà 1000 gol.

Un eccesso di arroganza giovanile secondo molti, da parte di un giocatore tanto imprevedibile in campo quanto fuori e quando prende parola. L’ex attaccante del Real Madrid Jorge Valdano lo ha definito una “bugia ambulante”, per la capacità che aveva nel far credere una cosa al suo avversario per poi beffarlo facendo una giocata completamente diversa.

Valanghe di gol tra PSV e Barcellona

Tra gol e dichiarazioni che sembrano utopiche, nel 1988 Romario sbarca in Europa e va al PSV Eindhoven. Un cambiamento epocale tra abitudini, tipo di calcio e clima. Romario non fa una piega, parlando con l’unica lingua che conosce: il gol. In 5 anni ne segna 128 in 149 partite vincendo 3 campionati, 2 Coppe d’Olanda e 1 Supercoppa. Un rendimento mostruoso intervallato da qualche comportamento sopra le righe, come quando chiede di andare a curarsi in Brasile per un infortunio per poi essere immortalato sulla spiaggia di Rio a giocare a footvolley con gli amici.

Romario
Fonte: @historiasdofutebolbr (Instagram)

Questo è Romario: prendere o lasciare. Il Barcellona decide di prenderlo nel 1993, per farne una delle punte di diamante del Dream Team di Johan Crujiff. Con Hristo Stoichkov forma una coppia da urlo, in cui la classe del bulgaro si sposa alla perfezione con la sua furbizia in area di rigore. In 33 gare di campionato segna 30 gol, tra cui la famosa “Cola de Vaca” ad Alkorta in una sfida contro il Real Madrid vinta per 5-0. Probabilmente, il difensore dei Blancos sta ancora cercando di capire come O’Baixinho sia riuscito in quel gesto così fulmineo.

La disfatta europea e il trionfo al Mondiale del 1994

Grazie anche al ritmo infernale sotto porta di Romario, il Barcellona vince il campionato e arriva in finale di Champions League contro il Milan. La squadra di Cruijff arriva all’appuntamento con eccessiva sicurezza, consapevole della propria forza e delle importanti assenze in casa rossonera (out Baresi e Costacurta per squalifica). Risultato? Lezione di Fabio Capello al collega olandese, battuto per 4-0.

Romario supera la delusione per l’umiliazione europea, con il Mondiale in programma negli Stati Uniti. Il suo Brasile è solido in difesa e, come da prassi, tecnico in attacco grazie alla coppia composta da lui e Bebeto. O’Baixinho trascina i verdeoro fino alla finale, segnando 5 gol nella manifestazione. L’ultimo atto contro l’Italia è dominato dal caldo e dalla paura: finisce 0-0, il Brasile vince ai rigori e Romario è uno dei tiratori che vanno a segno.

Romario
Fonte: @football_stories_of_the-world (Instagram)

Romario e il millesimo gol: un obiettivo diventato realtà

Il trionfo al Mondiale chiude per certi versi la prima parte della carriera di Romario, in cui sono arrivati numerosi allori personali e di squadra. Nel gennaio ’95 l’attaccante torna i Brasile, firmando per il Flamengo. La sua intenzione è di dedicarsi maggiormente ai piaceri della vita, pur non rinunciando a riempire di gol le reti avversarie.

Il suo ritmo sotto porta infatti non cessa tra Brasile, un fugace ritorno in Europa al Valencia, Qatar, Stati Uniti e Australia. Si arriva al 21 maggio 2007, giorno della sfida tra Vasco da Gama e Sport Recife. Romario, ormai quarantunenne, raggiunge su rigore la tanto agognata quota di 1000 gol. Magari alcuni di questi sono stati segnati in gare amichevoli o giovanili, ma non cambia la sostanza: Romario si è posto un obiettivo a dir poco proibitivo e lo ha raggiunto, grazie a quel flirt continuo con la porta avversaria che lo ha proiettato tra i miti assoluti del calcio.

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