lunedì, Maggio 20, 2024

Perché tanti calciatori in Arabia Saudita: il motivo

L’Arabia Saudita sta attirando un numero impressionante di giocatori del calcio europeo, in questi giorni: cosa sta succedendo da quelle parti?

Cristiano Ronaldo, lo scorso gennaio, ha aperto la strada, ma a tutti era sembrato solo l’ultima certificazione del declino di un ex campione ormai in là con gli anni. Poi, all’inizio di giugno il calcio saudita ha fatto un nuovo scatto in avanti: in pochi giorni, i campioni in carica dell’Al Ittihad hanno messo sotto contratto prima Karim Benzema e poi N’Golo Kanté. Due giocatori non più giovanissimi, ma entrambi ancora molto competitivi ad alto livello in Europa.

Adesso, sembra che da un giorno all’altro la Saudi Pro League, il massimo campionato professionistico dell’Arabia Saudita, possa acquistare quasi chiunque. Si parla di Pierre-Emerick Aubameyang, ma anche di giocatori ancora sulla cresta dell’onda, ma anche di Di Maria, Busquets, Jordi Alba, Sergio Ramos. Ma quello saudita non vuole essere solo un ricovero per calciatori famosi sul viale del tramonto. Tra i colpi imminenti c’è anche il nazionale portoghese Ruben Neves, che a soli 26 anni lascia il Wolverhampton per l’Al Hilal. Ieri, Gianluca Di Marzio ha annunciato che tre club sauditi starebbero per acquistare Hakim Ziyech, Kalidou Koulibaly ed Edouard Mendy dal Chelsea, con Lukaku ancora in forse.

Non è la prima volta che nello scenario internazionale appare un campionato extra-europeo che investe grosse somme di denaro per acquistare nomi noti del calcio globale, ma nessuno era mai riuscito a contendere all’Europa alcuni dei suoi giocatori più noti e ancora competitivi ad alto livello. Solo la Cina ci si era avvicinata un poco, quando nel 2016 lo Shanghai SIPG strappò il nazionale brasiliano Oscar al Chelsea, e due anni dopo il Dalian Yifang prese Yannick Ferreira Carrasco dall’Atletico Madrid. Ma si trattò di piccoli casi isolati, e non di una massiccia campagna come oggi. Cosa sta succedendo in Arabia Saudita?

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Politica, ambizioni sportive e petroldollari: perché l’Arabia Saudita vuol prendersi il calcio

Il primo fattore è senza dubbio quello economico: quello che sta succedendo succede perché l’Arabia Saudita è un paese molto ricco. Ma questo non spiega perché simili investimenti stiano verificandosi solo adesso, e non ad esempio negli anni scorsi. Come rivelato poche settimane fa, il fondo sovrano saudita PIF (quello che già possiede il Newcastle) ha deciso di investire grosse somme di denaro per acquistare il 75% delle quote di quattro diversi club della Saudi Pro League. Di fatto, quattro dei più noti club locali (Al Ittihas, Al Nassr, Al Hilal e Al Ahli) diventeranno di proprietà statale e potranno usufruire di fondi quasi illimitati per acquistare grandi giocatori. Sono infatti queste quattro società al centro di tutte le operazioni di mercato di cui stiamo discutendo in questi giorni.

Questa decisione cela, ovviamente, le ambizioni sportive e politiche di PIF, cioè della monarchia di Riad. Attraverso questi acquisti, l’Arabia Saudita vuole imporre il proprio campionato di calcio tra i più ricchi e più spettacolari al mondo, il primo fuori dall’Europa a poter competere con le spesse e il tasso tecnico del Vecchio Continente. Un’operazione avvantaggiata anche dalla situazone del calcio europeo attuale: non è un caso che i club sauditi stanno puntando soprattutto giocatori in scadenza di contratto o di squadre che, come il Chelsea, hanno urgente bisogno di vendere per non sforare i parametri del Fair Play Finanziario.

In cima alla piramide delle motivazioni si trova, infine, la questione politica. L’Arabia Saudita sta usando il calcio (ma non solo: il caso del golf è emblematico) come strumento di affermazione diplomatica internazionale, così da aumentare la propria influenza in settori strategici a livello politico ed economico. Si tratta di un piano di lungo periodo, chiamato Vision 2030, e che prevede il raggiungimento dell’indipendenza del paese dall’estrazione di risorse fossili. E in questo quadro ha un ruolo fondamentale l’assegnazione dei Mondiali che si svolgeranno proprio nel 2030, e che Riad sta cercando di ottenere. Avere un campionato ricco, famoso e molto seguito, con tanti noti campioni internazionali a fare da testimonial, rafforzerà la candidatura saudita.

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