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I numeri che spiegano il fallimento dell’Italia

In Primo PianoI numeri che spiegano il fallimento dell'Italia

L’Italia è fuori dai Mondiali per la seconda volta consecutiva: come si spiega un simile flop? Ecco qualche numero per capire meglio lo stato del nostro calcio.

Fuori dal Mondiale, di nuovo, e ovviamente siamo tutti alla ricerca di spiegazioni dell’ennesimo flop dell’Italia, che fa ancora più male poiché arriva dopo il successo degli Europei della scorsa estate. Cosa non ha funzionato nella squadra di Mancini?

La risposta più immediata è chiaramente l’attacco, incapace di trovare il gol contro la Macedonia del Nord, nonostante un gioco ordinato e a volte anche spettacolare, e un dominio del campo quasi assoluto. Ma proviamo ad approfondire i dati a nostra disposizione.

Il flop dell’Italia

Partiamo dal 5: come i match point che agli Azzurri hanno avuto a disposizione per andare ai Mondiali. Quattro pareggi (due con la Svizzera, uno con la Bulgaria, uno con l’Irlanda del Nord) e una sconfitta (con la Macedonia del Nord).

Cinque occasioni contro avversari più che abbordabili: una sola vittoria in una di queste partita avrebbe significato la possibilità di andare a Qatar 2022, nei primi quattro casi vincendo il girone di qualificazione, nell’ultimo accedendo alla finale dei playoff contro il Portogallo. Il problema sta qui: non essere riusciti a vincere contro squadra infinitamente più deboli.

5 partite, 2 gol fatti. In ognuno di questi match, l’Italia ha avuto percentuali di possesso palla elevatissime, con un minimo del 53% (in casa della Svizzera) e un massimo del 71% (in casa contro la Bulgaria), per una media del 63% di possesso palla in questi cinque incontri decisivi.

Un dominio evidente, che si è tradotto in un altrettanto elevato numero di tiri totali, dagli 11 nelle due gare con la Svizzera ai 32 di ieri sera contro la Macedonia del Nord. Il problema è però la pericolosità di queste conclusioni: davanti a una media di 18,8 tiri a partita, ne abbiamo un’altra di 5,8 parate per match da parte dei portieri avversari.

Significa che gli Azzurri arrivavano a essere almeno un minimo pericolosi circa una volta ogni 3 conclusioni tentate. E che questi tiri nello specchio della porta hanno portato a una precisione al gol di quasi 1 su 15 (2 reti in 29 partite). Numeri che mettono bene in chiaro i limiti realizzativi di una squadra che, secondo i dati Transfermarkt, ha un attacco dal valore medio di 28 milioni di euro.

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