giovedì, Maggio 9, 2024

Napoli ed il Garcia out: quante critiche per il tecnico

In casa Napoli la situazione di Rudi Garcia è sempre traballante: le ultime due vittorie hanno rinsaldato la sua panchina ma il Milan può essere decisivo, in un senso o nell’altro

Nei giorni in cui in Italia si parla prevalentemente del caso Giambruno e della manovra finanziaria, se guardiamo al calcio c’è forse un personaggio che più di tutti sta vivendo settimane davvero complicate. Ci riferiamo al tecnico del Napoli Rudi Garcia, sulla graticola praticamente da ormai un mese, esonerato a parole dal suo patron ma poi rimasto in panchina per mancanza di alternative. E non hanno convinto fino in fondo le parole del presidente De Laurentiis, fin troppo lesto a ritrattare su Antonio Conte e sulla successione in panchina del francese. Il buon Rudi è rimasto alla guida degli azzurri ma di fatto è un tecnico “commissariato”. De Laurentiis da giorni ha spostato i suoi uffici a Castel Volturno, nel centro sportivo dove lavorano Di Lorenzo e compagni e segue passo passo l’allenatore ed ogni piccola sfaccettatura. Ci vuole vedere bene e chiaro il patron, vuole capire se sia il caso di procedere con l’esonero in corsa – quasi un evento per ADL, poco incline a queste soluzioni drastiche – oppure se la barra della navigazione possa tornare a dritta.

Le ultime due vittorie del Napoli tra campionato e Champions League hanno rinsaldato la panchina; o, almeno, qualche puntello il buon Rudi l’ha messo ma non è ancora abbastanza. Ecco perché la sfida contro il Milan può essere decisiva per il suo futuro (ma anche per quello di Pioli, reduce da due ko e dal tonfo di Parigi). Vincere in un Maradona prossimo al sold out contro una big significherebbe tornare prepotentemente in corsa per la lotta scudetto e con il morale a mille; una sconfitta, invece, imporrebbe di sicuro un ridimensionamento delle ambizioni, con il quarto posto prerogativa assoluta, e metterebbe in discussione nuovamente l’allenatore. D’altronde il partito del Garcia out, con tanto di hastag ad hoc, è sempre nutrito, ogni giorno più numeroso.

Garcia ed il bel gioco che latita: l’esempio della Juve da seguire

giacomo raspadori
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A Napoli ormai Garcia è colpevole anche se piove. Certo, sostituire Spalletti, il tecnico che ha regalato lo scudetto dopo oltre trent’anni non è facile ed il buon Rudi ha avuto il coraggio di accettare una panchina rovente ed una piazza calda e passionale ma che più esigente non si può. Con il solo Kim ceduto e l’ossatura rimasta identica a quella dello scorso anno, probabilmente in molti si aspettavano un’altra stagione da “passeggiata” per gli azzurri. Ecco perché le difficoltà sono state mal digerite, fino ai fischi dopo il ko con la Fiorentina. Cinque vittorie, due pareggi e due sconfitte in campionato con 20 reti all’attivo, il secondo miglior attacco del torneo, questo il bottino fin qui degli azzurri. I numeri sono freddi ma non mentono mai rivelando come gli azzurri quarti a cinque lunghezze dal primo posto non stiano facendo disastri. I 10 gol incassati non sono certo un punto a favore, ed è bene ricordarlo; la difesa fin troppo bucata è stata il vero problema di questo inizio di stagione, probabilmente rallentando anche la corsa in campionato. Garcia ha naturalmente commesso i suoi errori, non è certo esente da colpe, soprattutto nella gestione dei cambi in talune gare, ma sembra anche prematuro esonerare un tecnico che ha in ghiaccio anche la qualificazione agli ottavi di Champions League, con due vittorie in trasferta contro le rivali dirette ed il ko casalingo – a testa alta ed immeritato – contro il Real Madrid.

La mancanza di un gioco spumeggiante è una delle ultime accuse mosse al francese; nella scorsa stagione il Napoli spallettiano è sembrato spesso un incrocio tra il Barcellona di Guardiola, il Brasile di Ronaldo, Kakà e Ronaldinho ed il Giappone di Holly e Benji. Tutto questo è sparito di colpo, lasciando spazio ad una squadra che soffre spesso contro l’avversario, puntanto perfino su difesa e contropiede. Quasi un abominio all’mbra del Vesuvio dopo le ultime stagioni. Ogni stagione, però, è diversa dalla precedente e ciò che accade è mutevole almeno come il meteo in alta montagna durante la stagione autunnale. Contro l’Union Berlino è arrivata una vittoria sofferta, “sporca”, contro un avversario coriaceo; uno striminzito 1-0 difeso con le unghie ed i denti nel finale ma che ha sancito il raggiungimento dei tre punti. Vincere di “corto muso”, per dirla alla Allegri, non è un reato; la Juventus del livornese ha vinto cinque scudetti utilizzando questa tipologia di gioco. Voi, ci mettereste la firma?

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