Mondiale per club a 32 squadre a partire dal 2025, è questa l’ultima follia partorita dalla Fifa dopo aver ampliato il mondiale per nazionali a 48 formazioni dal 2026.
Mondiale per club a 32 squadre a partire dal 2025: l’annuncio è stato dato dal presidente della Fifa, Gianni Infantino, ed è la consacrazione di un’idea che era già stata approvata, ma fermata dalla pandemia di Covid. In realtà non si sa ancora in che periodo dell’anno 2025 questo torneo andrà in scena, né naturalmente dove. Anche perché uno è la conseguenza dell’altro. Certo è che 32 squadre suppongono uno sforzo organizzativo immenso da parte di chi si occuperà della preparazione del torneo, e per i club un’ulteriore stress in un calendario che si prospetta sempre più affollato. Anche per questo motivo la scelta di un mondiale per club ampliato a 32 squadre mentre adesso ne ha appena 7 sembra l’ennesima trovata bizzarra, per non dire follia, della Fifa.
Una Fifa che nel frattempo ha annunciato che la prossima Coppa del Mondo per Club in programma nel febbraio 2023 si terrà in Marocco, già protagonista nel Mondiale di Qatar. L’edizione si giocherà dall’1 all’11 febbraio secondo il formato ancora vigente: i vincitori della Champions League delle sei confederazioni dell’organo di governo Fifa più una squadra della nazione ospitante. Sarà la terza edizione ospitata nel Paese nordafricano dopo quelle del 2013 e 2014. Un torneo lungo un mese? A eliminazione diretta o a gironi? Oppure un misto tra fase all’italiana e poi a scontri diretti? E da dove pescare 32 squadre oltre ai campioni delle competizioni continentali? La Fifa ha già parlato di inviti di alcuni club, specie di quelli europei.
Mondiale per club le polemiche
C’era una volta la Coppa Intercontinentale, con la sua formula precisa: campione d’Europa contro campione del Sudamerica, Champions League contro Copa Libertadores. Una volta sfida di andata e ritorno, poi in Giappone a un orario che per noi europei era abbastanza scomodo inizialmente poi sistemato per “venirci incontro”. Primo cambio nel 2000, con anche il nome che da Coppa Intercontinentale era diventato Mondiale per Club. Nella prima edizione vennero invitati i campioni delle sei confederazioni continentali, più una seconda formazione per l’Europa (il Real Madrid campione del mondo in carica) e il Sud America (il Corinthians campione del Brasile, paese ospitante). Alcuni club rinunciarono e furono sostituiti, le otto società rimaste furono radunate in due gironi i cui vincitori disputarono la finale.
Dal 2007 la formula del torneo è ulteriormente cambiata e prevede un turno eliminatorio preliminare tra la squadra campione dell’Oceania e quella vincitrice del campionato del Paese ospitante. La vincente di questo spareggio accede al primo turno a eliminazione diretta cui già sono presenti le tre squadre campioni continentali centro-nordamericana, asiatica e africana. Queste quattro squadre sono accoppiate per sorteggio in un turno eliminatorio a partita unica; le vincitrici affrontano le due semifinaliste di diritto, le campioni d’Europa e del Sudamerica. Le semifinaliste vincenti disputano la finale per il terzo posto, quelle sconfitte per il primo. Le due squadre sconfitte nel primo turno disputano altresì la finale per il quinto posto.
Insomma, anche questo torneo per club si va verso un allargamento gigantesco con tutti gli annessi e i connessi, tanto quanto il mondiale per le nazionali, che dal 2026 e dal 2030 in avanti sarà a 48 squadre. Resta veramente da capire fin dove si possono spingere i dirigenti del calcio mondiale con le loro idee per fornire uno spettacolo che alla fine rischia di diventare contro-producente se non addirittura noioso. Chi infatti avrà voglia di vedere una partita tra due squadre semi-sconosciute (perché non tutte le 32 partecipanti saranno europee o sudamericane) senza nessun motivo agonistico dietro, magari in un periodo dell’anno poco consono?