Mercato Berardi: l’addio al Sassuolo tra infortunio e fedeltà

Quali possibilità ci sono per Domenico Berardi di rimanere a Sassuolo nonostante la Serie B? E quali club si impegneranno su un giocatore classe ’94 e infortunato? 

Emergono diversi problemi quando si pensa al futuro di Domenico Berardi, numero dieci e capitano del Sassuolo che dopo undici anni lascerà la Serie A dopo l’ultima giornata prevista per il prossimo week end. Il termine della stagione culminerà con la fine di un sogno e di una decade segnata dalla presenza della squadra nero verde nella massima serie come esempio virtuoso di cosa si possa fare con idee e voglia di costruire qualcosa che sia duraturo. Berardi seguirà questo flusso, da capitano la tentazione di rimanere a Sassuolo come fece Del Piero nel 2006 con la Juventus è tanta, ma dopo il trasferimento sfiorato l’estate scorsa non è certo che il capitano scelga di scendere in purgatorio con il proprio club tentando una risalita che farebbe il paio con il suo recupero fisico. 

Si, perché Berardi si è rotto il tendine d’Achille nella partita con il Verona a inizio marzo e il suo recupero prevede tappe forzate fino al prossimo autunno, momento in cui potrebbe rimettere gli scarpini e ricominciare a forzare sui muscoli delle gambe. Fino ad allora ci sarà spazio solamente per speculazioni e per eventuali mosse di mercato, trasferimenti in una qualsiasi delle big italiane – Juventus, Napoli e Milan restano sempre alla finestra quando si tratta di Mimmo – dove il recupero potrà procedere sotto l’egida dei medici dei vari Lab delle grandi, mentre il Sassuolo guarderebbe tutto da lontano, dissolvendo l’essenza di questa decade in un Lete capace di mettere a tacere il dolore della retrocessione. 

Le possibilità a questo punto sono due: o Berardi sceglie di rimanere a Sassuolo, giocarsi la Serie B e puntare su un recupero fisico ottimale così da trascinare la sua squadra al ritorno in Serie A per poi giocarsi le proprie carte a trentuno anni nuovamente nel massimo campionato o l’esatto contrario, con l’abbandono del Sassuolo e l’addio al sogno neroverde di un connubio infinito iniziato nel 2010. Cosa sia prevedibile a questo punto non è dato saperlo e questo perché le strade che il Sassuolo può intraprendere sono – ancora una volta – due: tentare di tenere il core della squadra per una risalita immediata senza però passare da una rifondazione totale, o tuffarsi di testa nel Lete e nella ricostruzione, lasciando andare tutti i protagonisti di questa stagione e con essi lasciando andare tutti i ricordi e i gingilli dei dieci anni di Serie A, optando per una strada simile a quella percorsa dal Genoa l’anno della retrocessione. 

Le opzioni di Berardi 

Qualora l’oblio fosse la scelta, allora per Mimmo Berardi i giorni come giocatore del Sassuolo sarebbero davvero agli sgoccioli. Dopo l’interessamento concreto di Juventus (in estate) e Roma (in inverno) la rottura del tendine d’Achille potrebbe solo far tirare sul prezzo già ribassato per la retrocessione, permettendo ad una qualsiasi delle grandi di inserire in rosa un giocatore in grado di segnare 142 gol in 370 partite, fornendo 94 assist e rendendosi una delle realtà più belle e prolifiche del nostro campionato. 

Se cessione sarà quindi, il Sassuolo insieme a Berardi dovrà privarsi di Laurienté, Pinamonti, Boloca, Mateus Henrique, rinnovando la rosa e puntando sui giovani acquistati dalla Roma la scorsa estate, gente come Cristian Volpato, vent’anni e tanta voglia di emergere. 

A questo punto non resta che fare il prezzo per il cartellino di Domenico Berardi. Transfermarkt lo valuta 12 milioni di euro, e con un ingaggio pari a 3 milioni netti a stagione il Sassuolo dovrà farsi bei conti per capire come fare a proporre anche solo una tentazione al numero dieci. In ottica mercato il prezzo fatto dal portale tedesco sembra in linea con ciò che il Sassuolo potrebbe richiedere: 10-15 milioni, una trattativa veloce ma non indolore, per la fine di una delle storie d’amore più belle della nostra Serie A. 

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Simone Mannarino
Simone Mannarino
Classe '94 e laureato in Storia all'Università Statale di Milano, ama il calcio in ogni sua forma ed espressione. Alla costante ricerca di storie da raccontare che permettano di andare oltre ciò che vediamo tutte le domeniche.

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