Cosa c’entra Kvaratskhelia con la guerra in Ucraina? L’attaccante del Napoli è la rivelazione di questo inizio di Serie A, ma la sua storia è molto politica.
I tifosi si chiedevano se questo giovane attaccante georgiano dal nome così enigmatico potesse essere il degno sostituto di una bandiera come Lorenzo Insigne, ma dopo due sole partite Khvicha Kvaratskhelia sembra aver già fugato ogni dubbio, con 3 gol e 1 assist già messi a referto.
L’ala mancina arrivata dalla Dinamo Batumi per soli 10 milioni di euro si candida già a essere uno dei grandi colpi di mercato dell’estate 2022 in Serie A, ma la sua storia ha anche un retroscena politico che si è rivelato fondamentale per il suo trasferimento al Napoli.
La storia del trasferimento di Kvaratskhelia al Napoli
Il club partenopeo era sulle tracce del 21enne attaccante georgiano già da diversi mesi, ma il fatto che il suo nome fosse da tempo sui taccuini di mezza Europa e che avesse già ricevuto importanti premi ed endorsement a livello internazionale faceva pensare che sarebbe stata richiesta una cifra non proprio a buon mercato per assicurarsene le prestazioni. Nell’aprile 2021, per esempio, si parlava già di almeno 15-18 milioni per portarlo via dal Rubin Kazan.
Nel frattempo, però, le cose sono cambiate. A fine febbraio, l’invasione russa dell’Ucraina ha avuto forti ripercussioni anche sul mondo del calcio, coinvolgendo proprio il futuro giocatore del Napoli. Inizialmente, Kvaratskhelia aveva deciso di rimanere a giocare nella prima divisione russa, rispettando il contratto fino al 2024 e rimanendo in un torneo di buon livello tecnico e visibilità internazionale, dove guadagnava buone cifre. Ma in Georgia questa sua decisione aveva fatto molto discutere, e oltre alle critiche erano arrivate anche gravi minacce contro di lui e la sua famiglia.
La motivazione si ritrova nei rapporti tradizionalmente molto tesi tra le Georgia e la Russia, specialmente dopo che nel 2008 Putin ha sostenuto militarmente la nascita di due repubbliche separatiste filo-russe nei territori precedentemente georgiani dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud. Da allora, il dibattito politico a Tbilisi e dintorni è andato radicalizzandosi in senso anti-russo e filo-europeista, e anche a fine giugno c’è stata una grossa manifestazione pro-UE nella capitale, supportata anche dalla Dinamo Tbilisi, che poche ore dopo è scesa in campo con una bandiere dell’Unione Europea.
In seguito alle critiche ricevute, a fine marzo Kvaratskhelia ha ottenuto la rescissione consensuale del suo contratto con il Rubin Kazan, firmandone subito un nuovo con la Dinamo Batumi, la principale formazione del campionato georgiano, così da concludere dalla stagione tenendosi in forma prima dello scontato trasferimento all’estero. Questa cosa ha fatto sì che il costo del suo cartellino calasse rispetto a quanto avrebbe potuto chiedere in precedenza il Rubin.
Nella sua prima conferenza stampa da giocatore del Napoli, il georgiano ha preferito non chiarire i motivi che lo hanno spinto a lasciare la Russia, dicendo solo di non voler parlare di politica, ma dalle sue parole si possono intendere i riferimenti alla situazione internazionale causata dalla guerra in Ucraina: “Ho lasciato perché lì c’è una situazione molto complicata, non voglio parlare della guerra, di quello che sta succedendo. Ho lasciato per il mio Paese, per andare avanti. Ho lasciato perché ho i miei motivi, ma non voglio parlare di politica”.