Skip to main content

La Juventus continua a valutare ogni possibile soluzione per rinforzare il reparto offensivo. I nomi in ballo non mancano, i profili ideali sono chiari: attaccanti fisici, veloci, con una media realizzativa importante e abituati a palcoscenici europei. La priorità resta garantire a Igor Tudor una prima punta in grado di reggere il peso dell’attacco bianconero e, soprattutto, di alzare il livello nelle notti di Champions.

Mentre Viktor Gyokeres resta il sogno proibito — con il suo agente Hasan Çetinkaya che ha ribadito a Damien Comolli la preferenza del giocatore per la Premier League e per l’Arsenal in particolare — la Juventus ha deciso di tornare su una vecchia idea. Il nome è quello di Jonathan David, centravanti canadese reduce da un’altra stagione convincente in Ligue 1. Il Corriere dello Sport conferma che Comolli avrebbe riaperto il dossier legato all’ex Lille, ora libero sul mercato dopo la scadenza di contratto. Un profilo che, dopo mesi lontano dai radar di club come Inter, Napoli, PSG e Manchester United, è tornato d’attualità per la dirigenza bianconera.

David garantirebbe numeri e costi decisamente più sostenibili rispetto agli altri obiettivi. Il suo entourage chiede un investimento complessivo superiore ai 30 milioni di euro tra ingaggio, bonus e commissioni: cifra considerata compatibile dai dirigenti della Continassa. I numeri sono dalla sua: 109 gol in 232 partite ufficiali in carriera, 25 reti nell’ultima stagione e 10 centri in Champions League. Proprio contro la Juventus, il 5 novembre scorso, mise a segno una rete che lasciò il segno. Da quel momento il nome di David non è mai uscito dagli uffici della Continassa. L’obiettivo è chiudere prima dell’inizio del Mondiale per Club.

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.