La Russia è stata esclusa dal calcio per nazionali e club per decisione della FIFA e della UEFA, e quindi salterà i prossimi Mondiali. Un caso senza precedenti?
La decisione è arrivata: a circa 24 ore di distanza dalla prime parole di ieri della FIFA, molto criticate a livello internazionale, è arrivata la rettifica, con un comunicato congiunto di FIFA e UEFA. La Russia è stata sospesa a tempo indeterminato dal calcio mondiale, sia a livello di nazionali che di club.
Questo avrà un paio di conseguenza immediate: la prima, è che il RB Lipsia avanza direttamente ai quarti di finale di Europa League, dato che a marzo avrebbe dovuto disputare gli ottavi contro lo Spartak Mosca, unico club russo rimasto nelle coppe europee. La seconda è che, a fine marzo, la Nazionale russa non potrà affrontare la Polonia negli spareggi per Qatar 2022, e quindi a novembre prossimo non prenderà parte ai Mondiali.
Inizialmente, domenica sera la FIFA aveva comunicato che la Nazionale russa avrebbe disputato gli spareggi, ma senza bandiera o inno e identificandosi come Football Union of Russia. Subito, però, la Polonia aveva fatto sapere che nemmeno in questo caso avrebbe giocato la gara, ed è presto stata seguita da altre federazioni, tra cui anche Inghilterra e Stati Uniti. Ciò ha messo la FIFA davanti al rischio di vedere saltare il Mondiale, e in 24 ore è arrivata la rettifica.
Russia fuori dai Mondiali: ci sono precedenti?
Ci sono due precedenti alla sospensione della Russia da parte di FIFA e UEFA, ma bisogna spostarsi fuori dall’Europa. Il primo caso riguarda l’espulsione di Israele dalla AFC nel 1974.
Un anno prima, Egitto e Siria, assistiti da altri stati arabi, avevano sferrato un attacco a sorpresa contro Israele, scatenando la cosiddetta guerra dello Yom Kippur. Dopo un momento di iniziale difficoltà, lo stato ebraico aveva reagito, respingendo l’invasione e avanzando nel territorio siriano, fino a che non venne firmata una pace. Ciò portò a un ulteriore aggravamento delle tensioni tra i paesi arabi e Israele.
Un’ulteriore conseguenza fu, nel 1974, la decisione delle federcalcio dei paesi arabi a rifiutarsi di giocare contro Israele, similarmaente a come molte federazioni, oggi, si rifiutano di giocare contro la Russia. La faccenda non arrivò fin sul tavolo della FIFA, ma si fermò a quello della AFC, la confederazione del calcio asiatico, che votò per l’espulsione di Israele dall’organizzazione.
Questo impedì alla Nazionale ebraica di prendere parte alle competizioni asiatiche per club, alla Coppa d’Asia e alle qualificazioni ai Mondiali: un dettaglio non da poco, perché nel 1970 Israele aveva preso parte al torneo iridato per la prima volta nella sua storia. Dal 1978, la Nazionale si trasferì come ospite nella OFC, la confederazione dell’Oceania, ma non riuscì più a ottenere il pass per il Mondiale (lo sfiorò nel 1989, perdendo di misura lo spareggio con la Colombia). Dal 1992, Israele è stato accolto nella UEFA.
Ben più simile all’episodio della Russia del 2022, è quello del Sud Africa del 1958, espulso dalla CAF, la confederazione africana, a causa della politica razzista dell’apartheid: tre anni dopo, anche la FIFA decise, stavolta, di sospendere i Bafana Bafana. Il presidente della FIFA Stanely Rous provò, subito dopo, a riammettere il paese, ma al Congresso della FIFA del 1964 le misure vennero confermate.
Nel 1976, dopo la violenta repressione delle rivolte di Soweto, la sospensione del Sud Africa si trasformò addirittura in un’espulsione dalla FIFA. Solo nel 1991, con la caduta del regime razzista bianco, la Federazione venne riammessa sia alla FIFA che alla CAF.
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