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A Firenze il mercato si muove in silenzio, ma senza perdere di vista i suoi obiettivi più ambiziosi. Il club viola, che tra pochi giorni accoglierà ufficialmente Stefano Pioli in panchina, si prepara a rinforzare un reparto offensivo che nella prossima stagione dovrà reggere il peso di tre competizioni. Tra i nomi circolati in queste ore, uno in particolare ha acceso l’entusiasmo dei tifosi: un attaccante che conosce bene il nostro campionato e che ha già lasciato il segno nelle piazze più importanti d’Italia.

La Fiorentina ha infatti avviato una trattativa avanzata per riportare in Serie A Edin Dzeko. Il bosniaco, reduce da due stagioni positive al Fenerbahce, ha ricevuto un’offerta più convincente da parte del club gigliato rispetto a quella del Bologna, che si era spinto a un solo anno di contratto con opzione. Firenze è andata oltre: biennale da 2 milioni a stagione più bonus, soluzione che ha immediatamente attirato l’interesse del centravanti. Il nome di Dzeko è legato a doppio filo al progetto di Pioli, il quale ha individuato nel 39enne il profilo ideale per gestire le rotazioni tra campionato, Coppa Italia e Conference League. Pradè ha spiegato: «Siamo vincolati dalla clausola di Kean, ma il mercato va costruito con lungimiranza». Un segnale chiaro sulle strategie viola.

Dzeko sarebbe quindi l’attaccante di esperienza pronto a gestire momenti chiave della stagione, affiancando o alternandosi al titolare in base alle esigenze. La sua carriera parla per lui, dal titolo con la Roma ai gol decisivi con l’Inter. La trattativa è ormai alle battute finali, con l’annuncio possibile già nei prossimi giorni. Firenze aspetta il suo nuovo numero nove, mentre Pioli prepara il terreno per un gruppo chiamato a crescere subito.

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.