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Il Milan che guarda al futuro non dimentica il fascino dei grandi nomi. In una fase in cui il club sta ridefinendo la propria identità tecnica e manageriale, i confronti tra dirigenti e allenatore toccano anche profili in grado di portare carisma ed esperienza internazionale. La nuova dirigenza rossonera, con Igli Tare e Massimiliano Allegri a tracciare le linee, sta valutando una serie di nomi per rinforzare il centrocampo e regalare alla squadra un leader riconosciuto.

Tra le idee discusse nelle ultime settimane è finito anche il nome di Luka Modric. Il croato, fresco di addio al Real Madrid dopo tredici anni, si trova ora libero di scegliere la prossima tappa della carriera. Nonostante i quasi quarant’anni, Modric ha concluso l’ultima stagione con 57 presenze complessive, dimostrando di possedere ancora una condizione invidiabile. Al Milan, un innesto del genere verrebbe accolto come simbolo di esperienza e qualità, soprattutto in una stagione priva di coppe europee, che permetterebbe al giocatore di dosare meglio le energie in vista del Mondiale del 2026. L’idea affascina anche per motivi personali: Modric non ha mai nascosto di essere tifoso rossonero da bambino, cresciuto nel mito di Zvonimir Boban.

Resta da capire quanto sia praticabile questa ipotesi. L’assenza dalle competizioni UEFA è un ostacolo, considerata l’abitudine del croato a vivere le notti di Champions. In più, la concorrenza non manca: diversi club europei e arabi hanno già mosso passi concreti, incuriositi dalla possibilità di assicurarsi uno dei centrocampisti più completi degli ultimi vent’anni. Per il Milan sarebbe un colpo di prestigio più che un investimento a lungo termine. La tentazione c’è, la decisione finale spetterà a Modric e alle priorità che sceglierà per il suo ultimo tratto di carriera.

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.