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Morto Carlo Tavecchio: chi era e causa morte

In Primo PianoMorto Carlo Tavecchio: chi era e causa morte

È morto a 79 anni Carlo Tavecchio causa morte ex presidente della Figc in passato alle prese con diverse polemiche nel corso della carriera

È morto Carlo Tavecchio ex presidente della Federcalcio, probabilmente il più contestato nella storia recente del calcio nostrano. Nel corso del suo mandato tante le polemiche per uscire fuori luogo e inadatte a una persona con quel ruolo. A partire dalla celebre sparata sugli “Optì Pobà che prima mangiava le banane e poi adesso gioca titolare nella Lazio”, espressione coniata per enfatizzare la massiccia presenza di extracomunitari nelle rose delle squadre di A. È poi la scelta a posteriori imbarazzante di Gianpiero Ventura come commissario tecnico della nazionale dopo Antonio Conte, in un avvitamento negativo di risultati che portò alla non qualificazione per il Mondiale del 2018 che lo portò alle dimissioni subito dopo lo spareggio perso con la Svezia. Nato a Ponte Lambro in provincia di Como nel 1943, Carlo Tavecchio è morto oggi 28 gennaio a 79 anni a Erba, in provincia di Como. Era stato presidente della Figc dall’11 agosto 2014 al 20 novembre 2017, sconfiggendo alle elezioni Demetrio Albertini. In precedenza era stato dal 1999 al 2014 presidente della Lega Nazionale Dilettanti.

Tavecchio causa morte e polemiche

La causa della morte di Carlo Tavecchio è una malattia, una polmonite bilaterale. Solo due settimane fa l’ultima uscita pubblica poi i problemi ai polmoni e l’improvviso peggioramento. Durante la sua carriera è stato anche consulente del Ministero dell’Economia e delle Finanze per le questioni di natura fiscale e tributaria relative all’attività sportiva dilettantistica, nonché componente della commissione ministeriale, presso il Ministero della Salute, per i problemi relativi all’impiantistica nazionale. In uno dei periodi sportivamente più complicati della nostra Nazionale, tra l’uscita dal mondiale in Brasile al primo turno, un buon Europeo con Conte in panchina e la mancata qualificazione al mondiale 2018, si era reso protagonista comunque di tante uscite di pessimo gusto. Dopo la frase su Opti Pobà del 2014 si era giustificato spiegando che si riferiva al calcio inglese che sugli extracomunitari ha regole precise: prima di giocare devono mostrare un curriculum di professionalità prestata nel loro paese altrimenti non vengono accettati. Per quella frase la Uefa lo aveva squalificato per sei mesi.

Un anno dopo la Figc, in un comunicato, spiegò l’acquisto di 20mila copie del libro “Ti spiego il calcio” scritto dallo stesso presidente Carlo Tavecchio, per una spesa di 107mila euro. Non venne ravvisato conflitto di interessi anche perché non era previsto compenso sulle vendite. L’obiettivo di quell’acquisto perché il messaggio didattico ed educativo del libro è rafforzato proprio dal ruolo da lui ricoperto in Federazione”. Certamente, una situazione imbarazzante. Un’altra uscita fuori luogo di Carlo Tavecchio riguardò il calcio femminile con un commento che fece il giro del mondo “Prima si pensava che la donna fosse handicappata rispetto al maschio per resistenza ed altri fattori, adesso invece abbiamo riscontrato che sono molto simili”. Altre polemiche provocate da Tavecchio furono quelle successive a una chiacchierata con il giornalista Massimo Giacomini, pubblicata dal Corriere della sera quando definì Cesare Anticoli (commerciante e proprietario di molti immobili a Roma) un “ebreaccio”. Aggiungendo: “Non ho niente contro gli ebrei ma è meglio tenerli a bada”. E riferendosi poi a un ex dirigente della Federcalcio: “Ma è vero che è omosessuale? Io non ho nulla contro, però teneteli lontani da me. Io sono normalissimo”. Nel 2021 Carlo Tavecchio era stato eletto presidente del Comitato Regionale Lombardia dei Dilettanti, tornando così al suo primo vecchio “amore”.

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