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Il Brescia Calcio è ufficialmente fuori dal calcio professionistico. Il mancato pagamento degli stipendi arretrati e della prima rata del debito con il Fisco ha compromesso in maniera definitiva la possibilità di iscriversi al campionato di Serie C 2025/2026. L’epilogo è drammatico e segna la fine di una lunga storia calcistica che aveva radici profonde nella città e nel panorama sportivo italiano.

Fallimento ufficiale e responsabilità dirigenziali

Il club non è riuscito a saldare oltre 3 milioni di euro tra stipendi, contributi e obblighi fiscali. Nonostante una proposta di rateizzazione dell’Agenzia delle Entrate che avrebbe ridotto il debito da 4 a 2,4 milioni di euro in cinque rate, la prima tranche da 480.000 euro non è mai stata versata. Questo passaggio avrebbe permesso al club di rientrare nei parametri necessari per l’iscrizione alla prossima stagione.

Il presidente Massimo Cellino ha rinunciato a saldare il dovuto, lasciando di fatto la società al fallimento. Una decisione giudicata da molti come inspiegabile. Come sottolineato anche dal “Giornale di Brescia”, le conseguenze legali e civili per Cellino potrebbero essere rilevanti. Inoltre, evitare l’iscrizione equivale a rinunciare a un potenziale indennizzo di 1,4 milioni di euro previsto per le squadre retrocesse in Serie C. Un’occasione persa anche dal punto di vista economico.

Tentata cessione e braccio di ferro senza esito

Il fallimento arriva dopo settimane di trattative fallite con un gruppo di investitori guidato dalla coppia Scuola-Maroccu. Il nodo principale è stato la richiesta di una garanzia bancaria da parte di Cellino, a fronte della proposta degli acquirenti di versare i fondi solo dopo la formalizzazione dell’iscrizione. Nessuna delle due parti ha voluto fare il primo passo. Questa impasse ha congelato l’accordo e accelerato il declino societario.

Nel frattempo, Stefano Midolo, figura con poteri di firma all’interno del club, ha presentato le dimissioni, abbandonando anche l’incarico in Eleonora Immobiliare, società collegata al Brescia. Un gesto che ha sancito la fine delle speranze residue.

Un patrimonio calcistico cancellato

Il fallimento del Brescia Calcio significa anche cancellare un patrimonio sportivo costruito in oltre un secolo di storia. Il club ha rappresentato un passaggio fondamentale nella carriera di numerosi giocatori italiani e internazionali. Tra i nomi più celebri che hanno indossato la maglia biancazzurra ci sono Roberto Baggio, che chiuse la carriera proprio a Brescia, Andrea Pirlo, cresciuto nel vivaio, e Pep Guardiola, che ha vissuto in Italia una delle sue esperienze da calciatore. Senza dimenticare Luca Toni, Marek Hamsik, Sandro Tonali e Domenico Morfeo.

La rosa attuale, secondo Transfermarkt, ha un valore superiore ai 17 milioni di euro. Un capitale che poteva essere monetizzato per evitare la crisi, così come il centro sportivo di Torbole Casaglia o l’immobile acquistato in centro città da 1,5 milioni di euro per ospitare gli uffici e il nuovo store. Nessuna di queste risorse è stata considerata per salvare il club dal fallimento, una scelta che in tanti non riescono a comprendere considerando che l’iscrizione dava l’accesso anche ad un paracadute, previsto dal sistema, di almeno 1,5 milioni di euro.

Cosa succede ora al Brescia

La scelta del proprietario Massimo Cellino di portare il club al fallimento appare priva di logica industriale e sportiva. Il tessuto sociale ed economico della città perde un punto di riferimento, mentre i tifosi restano senza squadra. La speranza ora è quella di ripartire dai dilettanti con un progetto serio e di prospettiva. Resta lo sgomento per una sorta di ripicca, secondo la gran parte dell’opinione pubblica e della stampa locale, da parte di Massimo Cellino che non ha rispettato le scadenze di stipendi e contributi. Laura Castelletti, sindaco di Brescia, ha provato a trovare una soluzione per la prossima stagione nei dilettanti convocando i proprietari di Feralpisalò e Lumazzane che però non hanno accettato l’invito. L’ultima speranza è Sandro Musso, patron dell’Ospitaletto club appena promosso in serie C. L’obiettivo è creare una nuova società con nuovo marchio e denominazione per permettere alla città di Brescia di avere la propria squadra di calcio.

Claudio Cafarelli

Giornalista pubblicista, laurea in Economia, fondatore di Contrataque nel 2012 e di MinutiDiRecupero nel 2020. Appassionato di SEO e ricerca di trend, ho lavorato come copywriter e content manager per agenzie italiane e straniere con particolare attenzione alla scrittura e indicizzazione di contenuti. Dopo aver coltivato una lunga esperienza nella scrittura di trasmissioni televisive e radiofoniche, lavoro per l'agenzia di marketing digitale Jezz Media come responsabile editoriale per l'Italia. Mi occupo della costruzione di piani editoriali facendo riferimento ad analisi trend e volumi di ricerca in chiave SEO e della stesura ed ottimizzazione di articoli e testi per siti web. Appassionato di calcio ho lavorato a trasmissioni sportive in TV e radio e scritto per NapoliCalcioLive, PianetaNapoli, Virgilio Sport e calciomercato.it