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Le parole pronunciate a caldo nello spogliatoio spesso raccontano più di mille analisi. All’Inter, dopo l’eliminazione dal Mondiale per Club per mano del Fluminense, il clima si è fatto pesante. Le aspettative erano alte, il bilancio è diventato amaro. Le dichiarazioni di Lautaro Martinez e Beppe Marotta hanno scoperchiato una tensione rimasta sotto traccia per settimane e ora esplosa in pubblico.

Al centro della bufera è finito Hakan Calhanoglu. Il turco non ha preso parte alla spedizione a causa di un infortunio che lo tiene fermo da inizio giugno, ma il suo nome è comunque entrato di prepotenza nel dibattito interno. Lautaro Martinez ha detto senza mezzi termini: «Chi vuole restare e continuare deve restare, chi non vuole… arrivederci». Un messaggio inequivocabile, ribadito da Marotta che ha aggiunto: «Chiaramente questo discorso è riferito a Calhanoglu». Il centrocampista, accostato nelle ultime settimane al Galatasaray, non ha dato segnali concreti di voler rientrare nel progetto e il suo atteggiamento, tra vacanze documentate e frasi allusive, ha alimentato il malcontento.

Questo episodio ha riaperto interrogativi più larghi. Il rendimento dell’Inter da aprile in poi è stato deludente, con una finale di Champions persa in modo fragoroso e una rosa incapace di reagire. Lo sfogo del capitano ha chiamato in causa tutti i leader del gruppo, invitandoli a riprendere in mano la squadra. Marotta, intanto, sta cercando di risolvere una questione alla volta, a partire dal nodo Calhanoglu. Ma le tensioni sono diffuse e dietro il caso del turco restano pendenti altre situazioni di mercato e spogliatoio che il club dovrà affrontare prima del ritiro.

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.