Le parole pronunciate a caldo nello spogliatoio spesso raccontano più di mille analisi. All’Inter, dopo l’eliminazione dal Mondiale per Club per mano del Fluminense, il clima si è fatto pesante. Le aspettative erano alte, il bilancio è diventato amaro. Le dichiarazioni di Lautaro Martinez e Beppe Marotta hanno scoperchiato una tensione rimasta sotto traccia per settimane e ora esplosa in pubblico.
Al centro della bufera è finito Hakan Calhanoglu. Il turco non ha preso parte alla spedizione a causa di un infortunio che lo tiene fermo da inizio giugno, ma il suo nome è comunque entrato di prepotenza nel dibattito interno. Lautaro Martinez ha detto senza mezzi termini: «Chi vuole restare e continuare deve restare, chi non vuole… arrivederci». Un messaggio inequivocabile, ribadito da Marotta che ha aggiunto: «Chiaramente questo discorso è riferito a Calhanoglu». Il centrocampista, accostato nelle ultime settimane al Galatasaray, non ha dato segnali concreti di voler rientrare nel progetto e il suo atteggiamento, tra vacanze documentate e frasi allusive, ha alimentato il malcontento.
Questo episodio ha riaperto interrogativi più larghi. Il rendimento dell’Inter da aprile in poi è stato deludente, con una finale di Champions persa in modo fragoroso e una rosa incapace di reagire. Lo sfogo del capitano ha chiamato in causa tutti i leader del gruppo, invitandoli a riprendere in mano la squadra. Marotta, intanto, sta cercando di risolvere una questione alla volta, a partire dal nodo Calhanoglu. Ma le tensioni sono diffuse e dietro il caso del turco restano pendenti altre situazioni di mercato e spogliatoio che il club dovrà affrontare prima del ritiro.