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Il Verona di Juric non smette di stupire

Serie AIl Verona di Juric non smette di stupire

Il Verona vince a Bergamo e continua il cammino per ipotecare la seconda salvezza consecutiva. Non scontata, per quelle che erano le premesse iniziali

Il calcio toglie, ma poi sa anche restituire. Deve aver pensato questo Ivan Juric al termine di Atalanta – Verona, con i suoi ragazzi che – un po’ a sorpresa – sono andati a prendersi tre punti su uno dei campi più complicati dell’intera Serie A. Gli scaligeri hanno vinto 2-0, superando una Dea sicuramente dominante dal punto di vista statistico, ma contestualmente anche molto imprecisa.

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E così, il Verona, capace di giocarsela con chiunque ha tirato un bello scherzetto a una squadra che, solo poche ore prima, aveva ottenuto uno storico successo sul campo del Liverpool. L’allievo Juric supera il maestro Gasperini, confermando un trend di crescita e riscattando la brutta sfortunata sconfitta casalinga contro il Sassuolo, in cui l’Hellas – probabilmente – meritava qualcosa in più.

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Verona – Juric, un matrimonio che funziona

Sembrano passati secoli da quando lo stesso Juric sembrava dover dire addio al Verona; in seguito all’inopinata salvezza ottenuta lo scorso anno, la Fiorentina aveva contattato l’ex pupillo di Gasperini per consegnagrli la panchina di Beppe Iachini. Poi non se ne fece nulla e il croato, poco prima dell’inizio della nuova stagione, ha deciso di rinnovare il connubio con la società scaligera.

Antonin Barak, la nuova stella del Verona di Juric

Non senza togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Quando sono arrivato l’anno scorso – ha detto Juric – mi era stata chiesta una retrocessione dignitosa”. E invece il Verona stupì tutti, cullando per lunghi tratti anche il sogno europeo. Tra i dubbi del tecnico vi era ovviamente anche la gestione del mercato: l’ultima sessione gli aveva portato via tutta gente che lui stesso aveva plasmato a sua immagine e somiglianza.

Benassi spaventa il Verona (che ha bisogno dei suoi gol)

Fuori Amrabat, Rrahmani, Kumbulla, Verre e Pessina, con Pazzini che ha detto addio e molte operazioni in entrata da definire, visto che lo scorso anno il Verona era la squadra con più calciatori arrivati in prestito secco. Tra quelli rimasti, invece, meritano una menzione Zaccagni, Miguel Veloso, Faraoni, Lazovic e il portiere Marco Silvestri, perni del nuovo Hellas e – in particolar modo il primo e l’ultimo – pepite da piazzare durante la prossima sessione di mercato.

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Gioco concreto ma efficace

Il calcio di Juric non è particolarmente bello da vedere, se per bellezza intendiamoci i classici standard che di questi tempi sono molto in voga. Il Verona, consapevole di alcune mancanze, sviluppa principalmente trame verticali, sfruttando il lavoro infaticabile sulle fasce dei due laterali, e sfruttando i movimenti senza palla tra le linee dei due trequartisti. Calcio basico, ma concreto ed efficace.

Juric rinnova: le prospettive future del Verona

Anche contro l’Atalanta, il Verona ha saputo principalmente soffrire per poi colpire quando le circostanze sono girate in meglio. Il primo tempo di Bergamo è stato giocato quasi in apnea, la ripresa invece ha visto l’Hellas costruire almeno tre palle gol prima del rigore trasformato da Veloso. Qualcuno ha scritto che i calciatori di Juric sono soldati che vanno in guerra. Paragone un po’ scomodo visti i tempi, ma sicuramente comprensibile.

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Lovato ma non solo: i protagonisti del Verona

Parallelamente, l’allenatore croato sta portando avanti un discorso legato alla valorizzazione dei talenti che passano dalle parti del Garda. Perché il Verona è, per bocca dello stesso direttore sportivo D’Amico, una realtà che deve giocoforza guardare al discorso delle plusvalenze. Dopo aver guadagnato quasi 30 milioni dalle cessioni di Rrahmani, Amrabat più il prestito oneroso di Kumbulla – il resto, circa 22 milioni più bonus, la Roma li pagherà a giugno – quest’anno c’è altro materiale da valorizzare.

Quali sono i calciatori vegani?

Per esempio, va registrata l’esplosione del giovanissimo Matteo Lovato, difensore centrale classe 2000 ormai titolare inamovibile. Con lui ruotano l’interessante turco Mert Cetin (1997, arrivato proprio dalla Roma), i già più esperti Pawel Dawidowicz e Giangiacomo Magnani, ma la scommessa potrebbe essere rappresentata dal classe 2002 argentino Bruno Amione.

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E poi Kevin Ruegg, 22 anni, Andrea Danzi (1999), Ebrahima Colley (2000) ma soprattutto Ivan Ilic, che a 19 anni si è preso le chiavi della mediana scaligera senza patire il salto dal campionato serbo alla Serie A. Con Tameze, Veloso, Vieira, Barak e in attesa del rientro di Benassi, il Verona ha messo insieme un centrocampo eterogeneo dal punto di vista qualitativo.

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Parallelamente, Juric sta provando a rilanciare ex profili prodigio del calcio italiano come Favilli e Dimarco, peraltro con discreti risultati. L’ambiente sano, per quanto la tifoseria veronese sia in contestazione aperta con la proprietà, ha fatto il resto. Lontano dalle luci abbaglianti del calcio che conta c’è una squadra che prova, nel suo piccolo, a fare calcio. E, dopo il primo quarto di campionato, ha già messo insieme parecchi mattoni per costruirsi una seconda, e clamorosa, salvezza consecutiva.

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