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Var, come funziona: quanti errori degli arbitri

Serie AVar, come funziona: quanti errori degli arbitri

Var, come funziona e gli errori degli arbitri. Tutto quello che c’è da sapere sulla “moviola” in campo introdotta ormai da qualche anno.

In Italia l’introduzione del VAR (Video Assistant Referee) è stata una delle innovazioni più illuminanti e moderne dell’ultimo ventennio del calcio moderno, e nei maggiori campionati europei, oltre alla Serie A e in Bundesliga, il sistema di sussidio agli arbitri è attivo da un anno anche in Premier League e in Champions e Europa League (ma solo nelle fasi a eliminazione diretta). Dato il suo grande utilizzo, è importante capire del Var come funziona e quando.

Premettendo che già dalle prime comparse di tale nuova tecnologia in molti avevano storto il naso, il VAR è in realtà uno dei sistemi più avanguardisti di cui il calcio contemporaneo può usufruire. È importante ribadire quanto il VAR sia in realtà un sistema di sussidio agli arbitri e non una scienza esatta, come la Goal Line Technology, ed è per questo che le indicazioni sul suo utilizzo e la sua natura non sono mai abbastanza.

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VAR come funziona

Innanzitutto l’acronimo: VAR sta per Video Assistant Referee, e come annuncia il nome ha per protagonisti uno strumento tecnologico e gli arbitri che ne dispongono. Approvato nel 2016 dall’IFAB (International Football Association Board), la Federcalcio ne ha stabilito l’utilizzo in serie A nel giugno del 2017, eliminando definitivamente dai campi i tanti discussi arbitri di porta, un esperimento tutto italiano poco riuscito.

La prima applicazione del VAR è stata nell’agosto 2016 durante l’incontro di USL Pro New York Red Bulls II-Orlando City B, mentre ufficialmente, la prima comparsa del sistema tecnologico si è registrata nel dicembre 2016 nella Coppa del Mondo per Club. Il VAR è stato utilizzato anche nei Mondiali di Russia 2018. Strano come la Liga non se ne sia ancora appropriata, visto che quanto mai, anche in Spagna, si sono accorti di come l’utilizzo della tecnologia in certe situazioni sia quanto mai necessario.

Il sussidio agli arbitri consiste essenzialmente nella composizione di uno staff interamente formato da arbitri professionisti in attività: al sistema del VAR quindi partecipano l’arbitro in campo e i due arbitri assegnati al VAR davanti agli schermi. Quando vengono designati gli arbitri dei vari incontri, con annessi guardialinee e quarto uomo, vengono anche decisi gli arbitri da far sedere in una stanza a visionare i monitor.

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L’ubicazione dell’intero complesso di computer e tv si dovrebbe trovare di norma all’interno dello stadio dove si sta disputando l’incontro, e in caso la società ospitante non avesse a disposizione una stanza dove far accomodare gli arbitri, allora sarà lo stesso club a dover trovare un sito in cui posizionarli all’esterno dello stadio. E ovviamente, dovrà essere un luogo sicuro quanto certo di poter ospitare il sistema tecnologico. Insieme ai due arbitri addetti alla visione dei monitor siederanno anche gli operatori dell’Hawk-Eye, il famoso Occhio di Falco meglio noto come Goal Line Technology.

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VAR come funziona in Italia

Il VAR in Italia è stato soggetto a numerosissime critiche da parte di tifosi e protagonisti. Soprattutto, nell’ultimo periodo, la regola ambigua sui falli di mano ha ha sfociato in un ciclo di polemiche inaudito. Da ciò – ma non solo – sono nati molti dubbi, in particolare su come e quando viene utilizzato il VAR, quesiti che qualche allenatore sembra non capire nonostante il nuovo designatore Rizzoli abbia girato – mesi fa – tutta l’Italia per spiegare ai club come funzionasse la nuova tecnologia. Un principio basilare è che il VAR non può essere utilizzato su tutto ma solo ed esclusivamente per quattro casi e solo per “chiaro ed evidente errore” e “grave ed evidente episodio non visto”. Questi i quattro casi previsti:

  • per stabilire la regolarità di un gol,
  • se espellere un giocatore,
  • se dare un rigore,
  • per correggere l’ammonizione o l’espulsione del giocatore sbagliato.

Per tutti gli altri possibili casi, il VAR non può essere chiamato in causa. Da questa stagione, la squadra arbitrale attende prima di annullare un gol per verificarne la totale irregolarità causata da un fuorigioco o da un fallo, anche se questi sono plateali. E’ in corso una sorta di premura esagerata nei confronti dell’errore per cui tutto viene verificato, e prima di fischiare, si attende la conclusione dell’azione. In ogni caso.

Se un caso non sanzionato dall’arbitro viene giudicato chiaramente falloso in video, i VAR richiamano l’attenzione del direttore di gara, altrimenti si avrà il cosiddetto “silent check” (controllo silenzioso).

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Var quando si utilizza

Nel caso ci fosse un episodio che richieda il sussidio della tecnologia, ad esempio un tocco di mano in area molto sospetto, l’arbitro non interrompe subito il gioco e una volta conclusa l’azione o segnato un gol, si consulta con i suoi assistenti in collegamento fuori dal terreno di gioco. Dopo un dialogo fra le due parti l’arbitro potrà guardare le immagini sul teleschermo in campo, posizionato fra le due panchine (la Referee Review Area), il quale visionerà le stesse immagini a disposizione degli assistenti in stanza.

L’arbitro di conseguenza potrà visionare solo un’immagine alla volta e non nella molteplicità degli schermi che dispongono gli altri colleghi. Le telecamere in possesso degli arbitri che ispezionano il campo durante la partita non sono le stesse che trasmettono la gara per le televisioni, e sono gestite dalla Lega Calcio che fornisce alla sala Var tutte le immagini a disposizione.

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Var, errori arbitri

Nel Var gli errori degli arbitri in questa stagione di calcio italiano ce sono stati molti. In particolare, prima del lockdown, una serie di falli di mano del difensore della Juventus de Ligt ha fatto molto discutere. Oltretutto, sempre per i falli di mano, il Var è stato non poco bersagliato dagli stessi protagonisti, ultimo ieri sera Walter Zenga, che si è lamentato di un mancato rigore concesso al Cagliari.

In generale, gli allenatori si lamentano col Var quando si utilizza perché non sempre ci sono linee guida chaire e uniformi all’interno della partita. In Roma-Parma ci sono state polemiche per le interpretazioni dell’arbitro Fabbri, così come ci sono state lamentele da parte del Lecce nel post partita contro il Sassuolo.

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