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Che cos’è Transfer Room, l’app per il calciomercato che imita Tinder

CuriositàChe cos'è Transfer Room, l'app per il calciomercato che imita Tinder

Transfer Room è un’app che promette di rivoluzionare il modo di condurre le trattative di calciomercato. Scopriamo insieme come funziona e quali vantaggi potrà portare ai club

Nel giugno 2020, diversi dirigenti di club si sono riuniti a Londra per discutere di trattative di calciomercato in una maniera molto insolita. Tanti tavolini in cui incontrarsi e discutere, 15 minuti massimo per ogni incontro, poi suona un campanello e si deve cambiare interlocutore. Come in un incontro di speed dating, ma per compare e vendere calciatori.

Dietro questa bizzarria c’era Transfer Room, un’app per cellulari e tablet rivolta ai responsabili di mercato delle squadre di calcio, che in pochi anni si è conquistata un ruolo molto rilevante nel sistema del football mondiale, cavalcando alla grande le debolezze emerse nel corso di questo anno di pandemia.

Che cos’è Transfer Room

L’idea di Transfer Room è venuta in mente a un giovane imprenditore danese del settore informatico, Jonas Ankersen, nel 2016. Grande appassionato di calcio, Ankersen si era accorto di un grosso problema che avevano i club e a cui nessuno aveva mai pensato di trovare una soluzione: ogni anno vengono spesi miliardi nel calciomercato a livello mondiale, ma una parte di questi soldi finisce nelle tasche di agenti che fanno da intermediari tra i club. Seconda la FIFA, nel 2019 circa 500 milioni di sterline sono stati spesi in intermediari per il calciomercato.

 

La sua idea era quella escogitare una sorta di social network per mettere in contatto diretto i club. Transfer Room è così nato con un’impostazione che ha portato molti a definirlo come il “Tinder del calcio”, poiché la sua interfaccia e il suo funzionamento sono molto simili a quelli delle app d’incontri: il dirigente di un club può accedere e visionare, per ogni club, i giocatori in vendita o che sono in scadenza di contratto, e per ognuno può decidere se scartarlo, salvarne il profilo per il futuro o dichiarare il proprio interesse, comunicando così al club l’intenzione di iniziare una trattativa. Tutto questo avviene ovviamente attraverso un semplice click.

Transfer Room ha iniziato a diffondersi nei club scandinavi, prima attraverso la semplice sottoscrizione di un abbonamento mensile da parte di singoli dirigenti (i costi vanno da 165 a 2.500 sterline, a seconda del livello del club) e poi tramite accordi specifici con le società. Nel 2017, infatti, l’azienda danese ha siglato importanti contratti con due club della Championship inglese, a testimonianza della rapida crescita di importanza del progetto.

Per Ankersen, Transfer Room dà l’occasione ai club “di riprendersi il controllo del mercato dei trasferimenti”, e questo slogan ha subito conquistato molte personalità del mondo del calcio, come Victor Orta e Monchi. Nel marzo 2018, è arrivato sulle pagine di Forbes, e pochi mesi dopo su quelle del New York Times. Sono poi stati organizzati incontri faccia a faccia, prima in Spagna, e poi appunto nel Regno Unito, che sono parte integrante del lavoro di Transfer Room sia a livello pratico che promozionale.

Una rivoluzione del calciomercato?

I dirigenti dei club sono generalmente molto soddisfatti dell’app, ma le loro parole sono anche utili a ridimensionare la presunta rivoluzione di cui Ankersen e i media sono soliti parlare. Eliminare gli agenti dal calcio è una prospettiva irraggiungibile, perché i giocatori avranno pur sempre bisogno di qualcuno che li rappresenti. Transfer Room può però aiutare a ridurre la distanza tra i club, lasciando agli agenti solo la fase di negoziazione successiva.

Ma di certo non sostituirà completamente gli intermediari: l’app funziona da collegamento tra le dirigenze dei club, ma ci sono altri motivi per cui può avvenire un trasferimento. Ad esempio, un giocatore che è interessato a lasciare la propria squadra, la quale però non intende metterlo ufficialmente in lista trasferimento per non vedere abbassare il suo valore. In casi del genere, l’intermediario è ancora fondamentale.

Inoltre, i responsabili mercato dei club di un certo livello difficilmente non si conoscono tra loro. Transfer Room può allora essere utile soprattutto per società calcisticamente poco rilevanti, come ad esempio i norvegesi del Lillestrom, il cui direttore sportivo Simon Mesfin ha spiegato ad As che l’app gli rende più facile essere contattato da club statunitensi, interessati a giovani europei a basso costo, o per sondare il terreno in club di campionati minori, come ad esempio quello lettone, dove pescare interessanti affari.

“Il grande vantaggio – ha detto al Guardian Kristian Walter, direttore sportivo della Dynamo Dresda – è che così alcune trattative procederanno più velocemente. Non devi contattare tre, quattro o cinque agenti: vai direttamente dal club”. Un importante cambiamento che non sostituisce ma integra l’attuale sistema del calciomercato, e che può diventare un’arma in più per i piccoli club. Al momento, Transfer Room dichiara di avere tra i propri iscritti i dirigenti principali di oltre 550 club nel mondo, e punta ad aumentare ancora i propri utenti.

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