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Com’è andato il Superclasico tra Boca Juniors e River Plate

Calcio EsteroCom'è andato il Superclasico tra Boca Juniors e River Plate

Boca Juniors e River Plate non si sfidavano da circa un anno, ma nel primo Superclasico del 2021 a vincere sono state le occasioni sprecate

Un tempo a testa, tante occasioni sprecate e un punto che, tutto sommato, va bene a tutti. Il primo Superclasico del 2021 tra Boca Juniors e River Plate è terminato 1-1, con le due squadre che si spartiscono equamente la posta in palio e proseguono il loro cammino nei paraggi dei primi posti della Liga Profesional.

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Gli xeneizes sono andati avanti nel primo tempo grazie a un calcio di rigore trasformato dal colombiano Villa. Poi, nella ripresa, i millonarios hanno risposto con un gol dell’ultimo arrivato, Agustin Palavecino, guizzante trequartista argentino che però, negli ultimi anni, si era messo in mostra nella massima divisione colombiana. Alla fine spazio anche per baci e abbracci tra i due allenatori, che implicitamente hanno fatto capire – soprattutto per il momento che sta vivendo il calcio locale – che un punto va bene.

superclasico
Fonte immagine: @RiverPlatePho (Twitter)

Superclasico e il momento del calcio argentino

Il Superclasico di Liga Profesional fornisce un assist per fare il punto sulle due squadre a poche giornate dal ritorno in campo dopo un lockdown pesantissimo. La situazione in Argentina è tragica, con contagi alti ed economia in default, ma il calcio locale è ripartito con un format sempre più cervellotico figlio di riforme all’interno di altre riforme.

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L’allargamento di qualche anno fa aveva portato la Primera Division a trenta squadre, troppe per qualsiasi contesto ma in particolar modo per quello sudamericano, in cui l’organizzazione latita da sempre. Quest’anno si è ripartiti con un torneo che non è il vero campionato, in attesa di capire come, una volta passato questo brutto periodo, la federazione intenderà portare avanti quel processo di “europeizzazione” tanto annunciato in passato.

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Nel frattempo si gioca sempre, con spettacoli spesso non soddisfacenti a quello che dovrebbe essere il secondo campionato latinoamericano per importanza. In attesa di vederle impegnate in Copa Libertadores, anche Boca e River hanno mostrato ancora parecchi limiti, amplificati dal fatto che – con gli stadi chiusi – si è dovuto vivere un Superclasico molto particolare, in una Bombonera silenziosa all’eccesso.

Come sta il Boca Juniors

In più, mettiamoci il fatto che il Boca Juniors è arrivato al Superclasico senza un po’ di potenziali titolari, tanto è vero che Russo si è dovuto un po’ reinventare l’undici iniziale. Dal primo minuto, per esempio, è partito Carlos Tevez, che ha giocato l’intero match da acciaccato ma, nonostante ciò, ha messo lo zampino in tutte le azioni più importanti degli xeneizes.

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Il resto lo hanno fatto una qualità di base superiore a quella avversaria e il solito, proverbiale “braccino” di casa Boca Juniors, che ancora una volta si vede rimontare un match da posizione di vantaggio. Da segnalare, tra le tante sperimentazioni di Russo, la difesa a tre e l’adattamento a laterale destro di Capaldo, un mediano, che ha passato l’intera partita a schermare i trequartisti avversari. Il mercato è ancora aperto e qualche tassello serve: vediamo se la società interverrà.

 

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Come sta il River Plate

Il River Plate ottiene il massimo col minimo sforzo e anzi, con un po’ di fortuna in più, questo Superclasico se lo sarebbe potuto portare a casa. Gallardo ha rinnovato la squadra per l’ennesima volta e in campo si è presentato con cinque giocatori offensivi. Da Palavecino, poi autore del pari, a Carrascal passando per De La Cruz, Suarez e ovviamente Santos Borrè, l’intenzione di dare un imprinting al match è stata chiara.

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Le occasioni per vincere ci sarebbero anche state, tra il paio di parate risolutive di Andrada e il clamoroso gol fallito da Julian Alvarez, il cui colpo sotto misura a porta vuota ha preso un effetto talmente strano da uscire da solo fuori dallo specchio. Però di motivi per essere ottimisti, in questo caso, ce ne sono, perché fondamentalmente la certezza è rappresentata da quel signore seduto in panchina, che di recente ha confermato la sua permanenza a Nunez.

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