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Spezia, una rivoluzione per la salvezza

Serie ASpezia, una rivoluzione per la salvezza

Per raggiungere la salvezza il ds Meluso ha imbastito una vera e propria rivoluzione in casa Spezia. Ma i precedenti di Como e Ancona non incoraggiano

Sembra Fantacalcio, ma in realtà è il mercato dello Spezia. I tifosi del club ligure, che riabbraccia una prima divisione dopo i fasti degli anni Quaranta, ci passeranno la battuta, ma la rivoluzione spezina è oggettiva e passa per una innumerevole quantità di operazioni che permetteranno a Vincenzo Italiano di presentarsi al via con una squadra tutta nuova.

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Il direttore sportivo Mauro Meluso, appena arrivato dal Lecce, ha aperto definitivamente le porte sia in entrata che in uscita, cercando – in primis – di alzare il tasso di esperienza di una rosa arrivata in Serie A quasi per caso. Sia chiaro, la conferma di Italiano in panchina ribadisce il fatto che lo Spezia, comunque, punterà forte su spirito di identità e idee, ma è ovvio che parallelamente serva anche gente pronta nell’immediato.

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L’ultimo in ordine cronologico è Koffi Djidji, appena ufficializzato in prestito con diritto di riscatto dal Torino. Il francese va a potenziare un reparto arretrato in cui, a parte l’esperto Terzi, sono presenti molti giocatori novizi per la massima serie. Djidji è l’undicesimo rinforzo regalato da Meluso a Italiano. I primi – da Jacopo Sala a Federico Mattiello, passando per lo svincolato portiere Rafael – sono arrivati già qualche settimana fa.

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Il nome più interessante, e nello stesso tempo “internazionale”, è senza dubbio quello di Jeroen Zoet, portiere olandese classe 1991 che, dopo un’onesta carriera passata tra PSV e Utrecht, ha deciso di provare l’esperienza in Serie A. Oltre a lui, sul mercato estero Meluso ha pescato anche Ardian Ismajli, 24enne difensore centrale di cui parla un gran bene, arrivato dalla Dinamo Zagabria. Sarà lui a giocarsi un posto da titolare col connazionale Erlic e l’ex romanista Capradossi.

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Obiettivo: valorizzare i giovani

Meluso ha poi preso in prestito anche alcuni profili che sono chiamati alla loro prima vera stagione in massima serie. È il caso, per esempio, di Riccardo Marchizza, centrale mancino che potrebbe essere direttamente dirottato nel ruolo di terzino. Un calciatore, l’ex vivaio Roma, di cui si parla un gran bene. Il Sassuolo lo ha prestato allo Spezia alla pari di Dell’Orco, anche lui in lizza per una slot sulla fascia sinistra.

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In mezzo al campo, al fianco del confermatissimo Giulio Maggiore, troverà spazio Kevin Agudelo, arrivato in prestito dalla Fiorentina. Il colombiano sarà una delle fonti di gioco del nuovo Spezia, che in attacco potrebbe dare un’occasione importante a Roberto Piccoli, 2001 preso dall’Atalanta che vanta una lunga militanza nelle nazionali giovanili azzurre. La concorrenza non è molta, anche se lo Spezia non ha ancora finito di ultimare le proprie operazioni in entrata.

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Come Ancona e Como

La rivoluzione spezzina non rievoca grandi ricordi, almeno per quanto riguarda la Serie A. Anzi, facendo un breve rewind, le ultime società che avevano deciso di approcciarsi in questa maniera post promozione sono rimaste decisamente scottate. Nella stagione 2003/2004 l’Ancona, di ritorno dopo una fugace apparizione negli anni Novanta, fece passare per la propria rosa la bellezza di 55 calciatori.

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Inutile ricordare come finì: ultimo posto, retrocessione (e poi fallimento), con l’unico highlight degno di nota nel tifoso dorico che girava l’Italia assieme a un due aste con su scritto “Lardel”. Un chiaro omaggio a Mario Jardel, arrivato ad Ancona visibilmente in sovrappeso e a fine carriera. La stessa sorte toccò al Como l’anno prima, che tra estate e inverno mosse 40 calciatori, la maggior parte dei quali a fine carriera.

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Unica consolazione, non essere arrivati ultimi, perché nell’ultimo turno arrivò uno striminzito 1-0 al Torino che permise ai lariani, se non altro, di scavalcare i granata. Lo Spezia non parte con grandi ambizioni, l’unico obiettivo è la salvezza cercando di arrivarci con gioco, organizzazione e idee. E se è vero che – come si dice – non c’è due senza tre, a La Spezia sperano di poter invertire questa minacciosa tendenza.

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