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Perché il Qatar giocherà le qualificazioni mondiali in Europa

Calcio EsteroPerché il Qatar giocherà le qualificazioni mondiali in Europa

La UEFA ha accolto la domanda del Qatar e la nazionale asiatica, che ospiterà il Mondiale nel 2022, potrà giocare le qualificazioni europee

Nei giorni in cui le nazionali tornano in campo per la qualificazioni al Mondiale 2022, il Qatar – nazionale chiamata a fare da padrona di casa tra un anno e mezzo – si appresta a sbarcare in Europa. Dopo aver vinto la Coppa d’Asia 2019 e stretto diverse partnership con club del Vecchio Continente, infatti, la federazione araba ha ottenuto il permesso di giocare le qualificazioni mondiali proprio all’interno del microcosmo UEFA.

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Ovviamente non saranno vere e proprie partite che metteranno in palio un posto per la rassegna iridata, ma semplici amichevoli che avranno come obiettivo quello di aiutare il Qatar a prepararsi in vista della Coppa del Mondo casalinga, dove sarà vietato fare una brutta figura soprattutto dopo anni passati a prepararsi per l’evento. Per la federazione di Doha sarà la seconda partecipazione internazionale della storia, dopo quella in Copa America del 2018.

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Perché la UEFA ha accolto il Qatar

In estate il Qatar sarebbe nuovamente dovuto volare in Sudamerica a braccetto con l’Australia, invitato dalla Conmebol per completare il tabellone da 12 della prossima Copa America, ma i recenti avvenimenti legati alla pandemia mondiale di Coronavirus impediscono alla federazione di pianificare una trasferta così complicata dal punto di vista logistico. La UEFA è così intervenuta in soccorso, dando l’ok per il suo inserimento nel Gruppo A di qualificazione al Mondiale 2022.

I Maroons se la vedranno con Portogallo, Serbia, Irlanda, Azerbaijan e Lussemburgo: ovviamente i punti fatti conteranno solo formalmente, ma nel caso della selezione qatariota non saranno validi, così come non influiranno sulle altre le eventuali sconfitte, visto che i match – appunto – serviranno semplicemente al Qatar per mettere minuti nelle gambe ed esperienza nel motore. L’inclusione di quest’ultimi è stata accettata anche dalle altre federazioni coinvolte, che avranno l’opportunità di giocare un’amichevole in più.

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L’importanza del progetto Aspire

In questi giorni il Qatar è stato al centro dell’ennesima polemica legata alla condizioni disumane alle quali sono sottoposti i lavoratori impiegati per terminare i lavori negli stadi che ospiteranno il Mondiale. Un tema delicato, che ha portato per esempio la Norvegia a paventare il boicottamento della rassegna iridata. Sportivamente, però, quello del Qatar è uno dei progetti asiatici più importanti in circolazione.

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Il tutto è cambiato dalla fondazione dell’Aspire Academy, una realtà di grandissimo spessore che negli anni si è allargata a macchia d’olio, sbarcando anche in Europa con l’acquisizione di diversi club professionistici. In patria, l’Aspire ha provato a riprodurre il metodo giovanile del Barcellona, rastrellando tanti tecnici spagnoli e portando avanti una campagna di naturalizzazioni tra i calciatori che militano nel campionato locale.

 

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Dall’Aspire Academy sono usciti, per esempio, Miguel Angel Ramirez – campione con l’Independiente del Valle, in Ecuador, un anno fa in Copa Sudamericana – e Felix Sanchez, che anni fa vinse la Coppa d’Asia under 19 alla guida del Qatar per poi essere promosso in nazionale maggiore. Sanchez ha accolto di buon grado l’accettazione da parte della UEFA – il Qatar, in Medioriente, ha pessimi rapporti con tutti, in particolar modo con l’Arabia Saudita -, che permetterà alla sua squadra di misurarsi con alcune delle migliori realtà europee.

Le stelle del Qatar

L’inclusione del Qatar nella UEFA sarà anche l’occasione per vedere all’opera da vicino alcune delle stelle che ritroveremo al prossimo Mondiale. Ali Almoez, centravanti dell’Al Duhail, ha 24 anni e in Europa si è già fatto un giro nelle squadre del portafoglio Aspire. Il suo socio offensivo è l’esterno Akram Afif, attualmente all’Al Sadd, altro elemento spendibile per un medio contesto europeo.

L’altro calciatore da tenere d’occhio è il classe 1996 Hassim Madibo, mediano che si muove davanti alla difesa nonché uno dei calciatori che negli anni sono stati naturalizzati per essere impiegati dai Maroons. Con la crescita esponenziale del campionato locale, uscire dai confini è essenziale per un Qatar che, a dicembre 2022, non ha nessuna intenzione di presentarsi al via con il ruolo di comparsa.

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