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Clasico Barcellona-Real Madrid, storia della prima edizione di una sfida eterna

Calcio EsteroClasico Barcellona-Real Madrid, storia della prima edizione di una sfida eterna

Il Clasico Barcellona-Real Madrid, la partita che mette di fronte due vere e proprie superpotenze del calcio spagnolo e mondiale, è uno degli appuntamenti più attesi dell’anno da tutti gli appassionati. Tra le tante sfide degne di essere ricordate, però, in pochi conoscono quella che diede origine a tutto, la prima, andata in scena nel maggio del 1902.

COSA SUCCEDE A REAL MADRID E BARCELLONA?

All’inizio del XX secolo il calcio assomiglia a quello che oggi tutti conosciamo soltanto in Gran Bretagna, dove ha visto la luce quasi cinquant’anni prima e si è presto trasformato da gioco a sport nazionale, giocato da professionisti e seguito da decine di migliaia di persone.

Come in ogni angolo del mondo, il football arriva in Spagna grazie agli immigrati britannici, ai marinai e ai giovani che andati in Gran Bretagna per studiare sono tornati con un pallone sotto al braccio, una copia delle “Laws of the Game” e un entusiasmo irrefrenabile. Parallelamente a quanto succede nel resto d’Europa, nell’ultimo decennio del XIX secolo nascono numerosi club e vengono disputate le prime sfide a carattere locale, ma è soltanto all’alba del 1900 che il gioco prende finalmente forma.

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Il 17 maggio del 1902 Alfonso XIII di Borbone, Re di Spagna dalla nascita, compie 16 anni e può finalmente essere incoronato. Si tratta di una ricorrenza molto importante, e tra le varie iniziative che celebrano l’evento figura anche un torneo calcistico, ideato e promosso da Carlos Padrós Rubió, presidente e socio fondatore del neonato Madrid Football Club.

Il Football Club Sky, la società da dove ha avuto origine l’attuale Real Madrid.

Clasico Barcellona-Real Madrid, la prima sfida in Copa de la Coronación

Vede così la luce la Copa de la Coronación, che nel mese di maggio intende omaggiare il sovrano finalmente pronto a prendere il potere e, contemporaneamente, riunire in un’unica competizione di carattere ufficiale squadre provenienti da tutto il Paese. Come nel caso della prima edizione della FA Cup, però, il notevole entusiasmo iniziale si scontra presto e duramente con una realtà in cui il calcio non può essere considerato nient’altro che un hobby, ben lontano dalla dimensione che arriverà ad avere appena pochi anni più tardi.

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Il merito dei pionieri, però, è quello di crederci, di inseguire un sogno, una visione, anche quando tutto sembra remare contro. Così il Madrid Football Club registra numerosi rifiuti senza perdersi d’animo. Dalla Catalogna Hispania Athletic Club e Catalá Foot-ball Club fanno sapere di non potersi permettere il costo del viaggio, mentre la selezione dell’Università di Barcellona deve rinunciare perché i giocatori/studenti devono affrontare gli esami proprio in quel periodo.

Si iscrivono però il Club Español de Foot-ball e il Foot-ball Club Barcellona: i primi per statuto schiereranno soltanto giocatori spagnoli, i secondi invece sono stati fondati da un gruppo di calciatori britannici e svizzeri guidati da Hans “Joan” Gamper, ex attaccante del Basilea da cui i blaugrana hanno preso i colori sociali.

In questa foto, la più antica sul calcio in Spagna, una delle primissime formazioni del Barcellona.

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Ai due club catalani si aggiungono il New Football Club, quello che è rimasto dell’antico Football Club Sky dopo la scissione operata dai rivali cittadini del Madrid Football Club, e i baschi del Club Bizcaya, selezione mista di giocatori provenienti tanto dal Vizcaya Athletic Club quanto dal Bilbao Foot-ball Club. Questi sono guidati dal talentuoso attaccante Juan de Astorquia, che pare abbia suggerito l’idea del torneo agli amici di Madrid, e rappresentano quello che sicuramente è il movimento più forte al momento in tutto il Paese.

Mentre attendevano le risposte dei club partecipanti, che alla fine sono 5, i membri del Madrid Football Club, che in futuro diventerà il Real Madrid, non sono certo rimasti con le mani in mano: contattata la politica cittadina, hanno convinto il sindaco a donare una coppa d’argento al vincitore del torneo e i gestori dell’ippodromo locale a concedere loro l’utilizzo del campo di polo per i tre giorni in cui andrà in scena la competizione, a tutti gli effetti il primo campionato nazionale nella storia del calcio spagnolo.

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Il primo Clasico Barcellona-Real Madrid mai giocato

È in questo contesto che il 13 maggio del 1902 va in scena il primo Clasico Barcellona-Real Madrid di sempre: davanti a una folla notevole per l’epoca, che qualcuno stima superare di poco le 2.000 unità, i blaugrana e le future merengues si trovano di fronte per la prima volta, del tutto inconsapevoli di scrivere il primo atto di una sfida che oltre un secolo più tardi catalizzerà l’attenzione di tutto il mondo.

Prima di Cristiano Ronaldo e Messi, di Zidane e Ronaldinho, di Figo, Gento, Puskas, Di Stefano, Cruijff e tutti gli altri campioni che hanno scritto la storia di questa leggendaria partita, sono altri i protagonisti del Clasico Barcellona-Real Madrid, eroi di una gara di cui ovviamente non esistono altre testimonianze al di fuori del punteggio finale.

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Il Barcellona vince 3-1 e ad aprire le marcature, segnando di fatto il primo gol di sempre nella storia del Clasico, è il tedesco Udo Steinberg, ingegnere che si è da poco trasferito in Spagna per motivi di lavoro e che qui vivrà il resto della sua breve vita, morendo appena 40enne vittima probabilmente dell’Influenza Spagnola. Quel pomeriggio segna due reti, imitato dal collega di reparto Hans Gamper, fondatore del club e futuro presidente, allora attaccante rinomato capace di segnare oltre 100 reti in meno di 50 partite tra il 1899 e il 1903, anno del ritiro.

Il primo gol per il Madrid Football Club – considerato anche il primo gol del Real Madrid in una gara ufficiale – porta invece la firma di Arthur Johnson, irlandese di Dublino che in seguito guiderà il club per un’intera decade influenzandone in modo indelebile la storia: secondo allenatore per presenze nella storia del Real, sarà lui a suggerire l’adozione delle maglie bianche (merengues) in omaggio al Corinthian, club di nobili dilettanti inglesi che sfidava e batteva i professionisti quando non era impegnato a portare il calcio in ogni angolo del mondo.

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La sfida, valida per la semifinale della Copa de la Coronación, proietta il Barcellona in finale: qui sarà sconfitto dalla selezione mista del Bizcaya, che si prende la coppa oggi esibita nel museo dell’Athletic Bilbao con un risicato 2-1 dopo aver dato spettacolo nei due turni precedenti. Viene organizzato sul momento un torneo di consolazione, che sarà vinto in una sfida secca dal Madrid sull’Español dopo la rinuncia delle altre squadre interessate, i cui giocatori devono rientrare in città per motivi lavorativi.

Ancora oggi esiste una diatriba sull’ufficialità di questa sfida: per la federcalcio spagnola le edizioni del Clasico giocate fino a oggi sono 243, per il noto istituto di statistica RSSSF e per molti media spagnoli, tra cui Marca, sono 244. La partita in più sarebbe proprio quella che abbiamo raccontato, andata in scena durante quello che può essere definito un vero e proprio torneo nazionale ante-litteram e dunque a nostro avviso meritevole di essere considerata il primo Clasico Barcellona-Real Madrid di sempre.

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Può far sorridere il pensiero di una partita giocata in un ippodromo, di fronte a una piccola folla più incuriosita che entusiasta, in un campo probabilmente senza linee, con un pallone cucito a mano, le porte senza reti, composte appena da due pali conficcati nel terreno e delimitati in altezza da una cordicella. Eppure questo era il football dei pionieri, in ogni angolo del mondo, questa è stata la scintilla che ha dato vita al gioco più bello e seguito al mondo, dove il Clasico Barcellona-Real Madrid si arricchisce ogni anno di nuovi capitoli, eterna continuazione di una rivalità iniziata più di un secolo fa.

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