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Che cosa sono le plusvalenze fittizie, spiegato bene

CuriositàChe cosa sono le plusvalenze fittizie, spiegato bene

Le plusvalenze fittizie sono il grande tema di questi giorni, ma capire cosa sono (e perché sarebbero “fittizie”) non è semplice. Proviamo a spiegarlo.

Il calcio, in questi ultimi giorni, è sconvolto dall’inchiesta della Procura di Torino sul caso plusvalenze, che coinvolge la Juventus ma molti altri club di Serie A. Da anni si parla di questa pratica nel calcio italiano, con particolare riferimento alle cosiddette “plusvalenze fittizie”, un metodo utilizzato dai club per coprire problemi di bilancio, e che quindi può configurare un reato di falso in bilancio.

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Tuttavia, la questione è abbastanza complessa e si presta a facili fraintendimenti. Proviamo allora a capire esattamente come funzionano le plusvalenze e quando sono fittizie (cioè false).

Che cosa sono le plusvalenze

Iniziamo dalla cosa più facile: quando un club effettua una plusvalenza? Banalmente, quando la cessione di un giocatore permette di ottenere un guadagno rispetto al valore del giocatore stesso. Quindi, se acquisto il calciatore X a 20 milioni lo devo poi rivendere a una cifra superiore, giusto? No, non è proprio così.

arthur melo juventus
Fonte: Insidefoto

Questa è, prima di tutto, una questione amministrativa: cioè, conta ciòche viene messo a bilancio, e non la quantità effettiva di soldi scambiati nelle operazioni. Per cui, quando acquisto X per 20 milioni e gli faccio firmare un contratto di quattro anni, spalmo la cifra spesa per tutta la durata dell’accordo: vale a dire che ogni anno per quattro anni il mio club mette a bilancio un -5 milioni.

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Da ciò consegue che il valore contabile di X, che al momento dell’acquisto è 20, diminuisce di 5 ogni anno, fino ad arrivare a zero alla scadenza del contratto. Questo è quello che si chiama ammortamento: il costo di un bene viene ammortizzato in un dato lasso di tempo. Il che significa che se, dopo tre anni, vendo X a 10 milioni, non ho effettuato una minusvalenza di 10 (20-10) ma una plusvalenza di 5 milioni (perché il suo valore contabile, al momento della cessione, è sceso a 5 in virtù dell’ammortamento di tre anni). Ovviamente, i soldi ottenuti dalla sua cessione vanno immediatamente a bilancio, mentre quelli dell’acquisto erano stati spalmati su più anni.

Quando abbiamo delle plusvalenze fittizie?

Ora le cose si complicano. Generalmente le plusvalenze fittizie sono intese come plusvalenze fatte grazie ai valori “gonfiati” di certi giocatori, solitamente molti giovani e poco esperti, presi dal settore giovanile: prendo il giovane e sconosciuto J e lo cedo a un altro club (chiamiamolo B) per 5 milioni, anche se probabilmente non varrebbe nemmeno 1.

Ma perché il club B dovrebbe darmi 5 milioni per un giocatore che vale molto meno? Va bene che siamo tutti amici, ma così lui ci rimette solo per farmi sistemare il bilancio! In realtà no, c’è un altro espediente che accontanta tutti: il mio club e il club B si scambiano due giocatori (entrambi sconosciuti, giovani e inesperti), valutandoli alla pari 5 milioni. Al giocatore che prendo io, faccio un contratto di cinque anni, e a bilancio scrivo (5 diviso 5=) 1 milione di spesa, ma 5 milioni d’incasso: significa un bell’attivo di 4 milioni. Queste sono le cosiddette “plusvalenze a specchio”.

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victor osimhen napoli
Fonte: Insidefoto

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Perché si scambiano giocatori delle giovanili? Beh, per tutta una serie di motivi che li rendono “più comodi” da scambiare. Non hanno grosse pretese a livello di impiego in prima squadra, hanno stipendi molto bassi, sono facili da rivendere, non hanno ingombranti procuratori che possono lamentarsi del trasferimento. E soprattutto non danno nell’occhio quanto un noto professionista.

Quali sono i vantaggi di queste plusvalenze

Innanzitutto, quasi ogni club ha problemi di bilancio, e chi non li ha potrebbe sempre averne. Questi scambi permettono di coprire gli ammanchi nel breve periodo, nascondendo dei passivi contabili, il che migliora notevolmente la situazione finanziaria di una società. Nessuno perde nulla, a prima vista, e questi favori possono sempre essere restituiti in futuro.

Ma c’è un problema: le plusvalenze fittizie non prevedono un effettivo scambio di denaro, nessuno guadagna veramente dei soldi; i benefici sono puramente di natura contabile. E servono unicamente nell’immediato: quando acquisto X per 20 milioni ne registro solo 5 in questo anno, e li copro con una plusvalenza fittizia scambiando altri giocatori irrilevanti, ma l’anno prossimo avrò un altro -5 milioni a bilancio, e ce lo avrò ancora l’anno dopo e quello successivo (a meno di non cedere X). Per cui, ogni anno potrei dover ricorrere a plusvalenze fittizie per coprire gli ammanchi dell’acquisto di X.

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Questo meccanismo non copre veramente le spese, semplicemente le rimanda avanti nel tempo: quei 20 milioni spesi per X, prima o poi, dovrò tirarli fuori da qualche parte. È così che molti club si ritrovano a fare operazioni del genere ogni anno, sommando plusvalenze fittizie ad altre plusvalenze fittizie.

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Fonte: @aandreiradu (Instagram)

Come si scoprono le plusvalenze fittizie

Facile: è evidente che se J ha 18 anni e non ha mai esordito in Serie A, non può valere 5 milioni. In teoria è vero, ma in sede legale questo non basta: i calciatori sono beni che non hanno un valore chiaro (come invece le azioni di una società quotate in borsa), per cui è molto difficile andare a sindacare sul fatto che ho pagato J più del dovuto, e che questo sia un crimine invece che un semplice errore di valutazione.

Dimostrare in un tribunale una plusvalenza falsa è più complesso di quanto non potrebbe sembrare. Eppure non è impossibile: il caso più citato è ovviamente quello che ha coinvolto Chievo e Cesena pochi anni fa, con entrambe le società condannate. In quell’occasione furono decisive le intercettazioni in cui i dirigenti dei club dimostravano di essere perfettamente consapevoli di stare gonfiando le quotazioni dei giocatori per coprire dei problemi di bilancio. In pratica, ammetteano di stare commettendo un reato.

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Il caso Chievo-Cesena, però, ha visto concludersi solamente il processo sportivo (che può comminare multe, penalizzazioni in classifica, retrocessioni e squalifiche dei soggetti coinvolti), mentre quello penale è tutt’ora in corso, anche se nel frattempo entrambi i club sono falliti.

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