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Il percorso di Lionel Messi continua a scrivere pagine memorabili in ogni angolo del mondo. Il Mondiale per Club si sta trasformando nell’ennesimo palcoscenico su cui l’argentino detta ancora legge, regalando magie a una platea che non si stanca mai di applaudirlo. L’Inter Miami, partita tra lo scetticismo generale, si ritrova ora protagonista assoluta grazie al suo fuoriclasse.

Contro il Porto, Messi ha firmato una punizione d’autore che ha consegnato agli statunitensi una vittoria storica. Il match era bloccato sull’1-1 dopo il pareggio di Telasco Segovia, quando il numero 10 ha colpito con un sinistro preciso all’angolino, approfittando di una posizione troppo centrale del portiere Claudio Ramos. «Ho visto il portiere fuori posizione, ho sfruttato lo spazio e ci ho provato», ha raccontato Messi a fine gara. Una prodezza che vale tre punti pesanti e avvicina l’Inter Miami agli ottavi di finale. Per l’argentino si tratta del sesto gol in carriera al Mondiale per Club, i precedenti tutti con il Barcellona.

I record di Messi

Il successo ottenuto al Mercedes-Benz Stadium di Atlanta segna anche un primato storico per il calcio nordamericano: nessuna squadra della Concacaf aveva mai battuto una formazione europea nel torneo. Messi intanto aggiorna il suo personale record nelle competizioni FIFA: 25 reti in 40 partite, staccando Ronaldinho e Ronaldo fermi a 19. Un’altra statistica lo porta a eguagliare Zico a quota 68 gol su punizione, a soli dieci centri dal primato di Marcelinho Carioca. Ora l’obiettivo è replicare il trionfo mondiale di Qatar 2022 con la maglia dell’Argentina, un pensiero che Messi non ha mai nascosto: «Vogliamo competere e lo stanno vedendo». E finché resterà in campo, ogni partita sarà una storia da raccontare.

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.