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Alla scoperta di Manor Solomon, il futuro di Israele

Calcio EsteroAlla scoperta di Manor Solomon, il futuro di Israele

A soli 21 anni Manor Solomon rappresenta il presente e il futuro del calcio in Israele. Dopo aver piegato il Real Madrid in Champions, il giovane talento in forza allo Shakhtar Donetsk ha steso anche la Scozia in Nations League e potrebbe presto arrivare nel calcio che conta.

Qualcuno potrebbe dire che in qualche modo, la sera del 18 novembre allo stadio Netanya, è stato scritto l’inizio del prossimo capitolo del calcio israeliano. Forse esagerando, considerando che la sconfitta della Slovacchia nel “derby” con la Repubblica Ceca avrebbe comunque garantito la permanenza di Israele nel girone B della UEFA Nations League, ma certo è che al 44° minuto di gioco il gol che ha permesso ai padroni di casa di superare la Scozia è sembrato un vero e proprio passaggio di testimone.

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Manor Solomon, in Israele è nata una stella

Eran Zahavi, probabilmente il calciatore israeliano più conosciuto al mondo, ha ceduto il pallone a quello che già qualcuno indica come il suo erede, Manor Solomon, che senza paura ha puntato McTominay, lo ha saltato con un numero di alta scuola e poi ha superato il portiere Marshall con un sinistro chirurgico, un vero e proprio capolavoro.

Dopo essersi già fatto notare la scorsa stagione, con i gol in Champions League rifilati ad Atalanta e Manchester City, Solomon sembra pronto per prendersi definitivamente la ribalta in quella in corso: in rete nel clamoroso successo dello Shakhtar in casa del Real Madrid, quello che in patria qualcuno già ha soprannominato “il Messi israeliano” si è preso un posto da protagonista anche in Nazionale, vendicando nell’ultimo turno di Nations League la sconfitta ai rigori contro la Scozia nei playoff di EURO 2020. L’ennesimo esame di maturità per un vero e proprio gioiello, che sembra avere tutto per imporsi anche ad altissimo livello.

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Chi è Manor Solomon?

Parlare di Israele oggi significa, per la maggior parte degli appassionati e addetti ai lavori, pensare in prima battuta alle stelle più conosciute e affermate: a chi è riuscito ad arrivare nei campionati top come Dabbur e Weissman, sotto contratto rispettivamente con Hoffenheim e Valladolid, soprattutto a quell’Eran Zahavi oggi in forza al PSV dopo aver registrato, da trequartista, 103 gol in 117 partite nei 4 anni trascorsi in Cina.

Accanto a questi nomi deve essere assolutamente inserito quello di Manor Solomon, attaccante esterno in forza allo Shakhtar Donetsk e venuto alla ribalta all’indomani del successo degli ucraini in casa del Real Madrid al debutto in Champions League. Oltre a firmare il gol del momentaneo 0-3 (la gara si è conclusa poi 2-3) l’israeliano classe 1999 ha approfittato di un palcoscenico tanto importante per mettere in mostra le qualità che sono da sempre il suo punto di forza, in primis una tecnica pura degna di un brasiliano.

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Del resto è per questo motivo che lo Shakhtar nel gennaio 2019 ha investito ben 6 milioni di euro su di lui, come egli stesso ha raccontato in un’intervista concessa al Guardian prima della sfida contro la Scozia.

“I brasiliani hanno il loro stile unico, amano fare dribbling e magie e credo che il club mi abbia acquistato perché anch’io ho queste qualità. Mi diverto molto a giocare con loro, amo il loro modo di vivere il calcio e ho imparato molto.”

Manor Solomon
Fonte Immagine: manorsolomon (@Instagram)

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Il nome di Manor Solomon sarà anche nuovo per noi occidentali, ma in Israele in tanti avevano giurato da tempo sulla sua esplosione: già nel 2017 Eyal Berkovic, ex-trequartista considerato tra i più grandi di sempre nel Paese e idolo dei tifosi del Manchester City “pre-emiri”, aveva ammesso che l’allora 18enne talento poteva essere il suo erede.

Figlio di due istruttori di educazione fisica, Solomon si è dedicato a una moltitudine di sport fin da bambino: si divideva tra il calcio, dove già all’età di 3-4 anni attirava piccole folle sorprese dal suo dare già del tu al pallone, e la pallacanestro, altra grande passione in cui era costantemente tra i migliori della scuola nonostante la statura non elevata.

La svolta è arrivata all’indomani di una sconfitta cestistica: constatato che il fisico minuto non gli avrebbe mai permesso di imporsi (oggi sfiora i 170 centimetri di altezza) il piccolo Manor ha comunicato ai genitori l’intenzione di dedicarsi unicamente al calcio: in quarta elementare era già finito nel mirino del Maccabi Petah Tikva, club dove il padre era impiegato come preparatore atletico e con cui successivamente ha esordito come professionista appena 17enne.

Manor Solomon
Fonte Immagine: manorsolomon.fan (@Instagram)

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Appena un anno più tardi finisce nel mirino di numerosi club: si parla dello Zenit San Pietroburgo, soprattutto del Manchester City che sembra quasi arrivato a un accordo con il Maccabi sulla base di 4 milioni di euro. Il club però all’ultimo cambia le carte in tavola, ne chiede 8 e l’affare sfuma. Un’occasione persa, anche se con il senno di poi forse ai Citizens Manor non sarebbe emerso come sta facendo con lo Shakhtar Donetsk.

Ruolo e caratteristiche tecniche

Attaccante esterno ambidestro, capace di operare anche a destra e sulla trequarti ma che preferisce partire da sinistra (“à la Cristiano Ronaldo”, si potrebbe azzardare) Solomon ha infatti tutte le qualità che servono per recitare un ruolo da protagonista nel tridente alle spalle dell’unica punta utilizzato dal tecnico portoghese Luis Castro.

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Una tecnica di altissimo livello, da freestyler, e – attenzione – mai fine a se stessa: non è un giocoliere, anche se ne ha tutte le caratteristiche, bensì un trequartista estremamente efficace, che salta l’uomo e crea costantemente superiorità ma riesce anche a liberarsi del pallone quando serve. Il suo gioco è straordinariamente istintivo, appare rapido di gambe e allo stesso tempo di pensiero, quando si lancia in dribbling è dotato di un equilibrio a tratti irreale, evidente retaggio dei tanti sport praticati in gioventù.

Ovviamente può migliorare sotto alcuni aspetti tattici e atletici, dato che sembra ancora carente in fase di non possesso e raramente scende in campo per tutti i 90 minuti, ma i margini certo non mancano. La speranza è che non si perda per strada come altri prima di lui – Melikson, Buzaglo, soprattutto Ben Sahar – ma se questo non dovesse accadere la sensazione è che potremmo parlare tra pochi mesi di un calciatore da top club.

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Cosa c’è nel futuro di Manor Solomon?

Naturalmente servirà anche molta fortuna, ma per Manor Solomon la possibilità di raggiungere e superare i nomi citati e ritagliarsi uno spazio nel calcio che conta sembra più che concreta, con lo Shakhtar Donetsk a fungere da ideale trampolino di lancio e capace di valorizzarlo al meglio.

Già nel 2018, all’indomani dell’esordio in Nazionale, Zahavi aveva sottolineato come il ragazzo avesse “qualcosa di speciale”, che gli aveva permesso di giocare con calciatori molto più esperti senza mai abbassare la testa, mentre Buzaglo aveva sottolineato le sue qualità dopo una prestazione monstre contro il Maccabi Haifa che aveva addirittura spinto il pubblico avversario ad applaudirlo, come capita solo ai più grandi.

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Quando aveva appena 9 anni, appena arrivato al Maccabi Petah Tikva e ancora spaesato, Manor Solomon si era messo in mostra in un’amichevole sotto gli occhi del grande Eyal Berkovic, che a fine partita aveva voluto incontrarlo per dirgli che era destinato a diventare migliore di lui.

Manor Solomon
Fonte Immagine: manorsolomon (@Instagram)

Se la profezia si avverasse, le porte del grande calcio potrebbero presto schiudersi per il talento dello Shakhtar, che ancora al Guardian conferma che è quello l’obiettivo, non può essere che quello.

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“Volevo andare allo Shakhtar, conoscevo la storia del club e i giocatori che è riuscito a lanciare. Era una grande opportunità per me, proseguire la mia carriera qui, giocare in Champions League. Qui sto benissimo, ho appena 21 anni. Ma un giorno, presto o tardi, riuscirò a giocare in uno dei migliori campionati al mondo.”

Solo il tempo potrà dire se riuscirà nel suo intento. Quello che è certo è che su di lui, oggi, sono riposte le speranze dell’intero movimento calcistico israeliano, che non è mai riuscito a imporsi a livello internazionale e che con Solomon potrebbe finalmente aver trovato un faro per il futuro.

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