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Magomed-Shapi Suleymanov, il nuovo Messia del Krasnodar e del calcio russo

Calcio EsteroMagomed-Shapi Suleymanov, il nuovo Messia del Krasnodar e del calcio russo

Uno dei nomi dell’ultima giornata di Champions League è stato sicuramente Magomed-Shapi Suleymanov, giovane attaccante del Krasnodar in gol contro il Siviglia e oggi considerato tra i principali prospetti del calcio russo.

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La punizione che ha aperto le marcature è una perla rara, uno dei gol più belli di questa Champions League. Forse il Krasnodar non andrà tanto lontano nella competizione, ma di sicuro ha già attirato l’attenzione di molti con il suo gioiello Magomed-Shapi Suleymanov, autore di una grande prestazione ieri contro il Siviglia.

Ala destra brevilinea e tecnica, Suleymanov è diventato uno dei giovani più interessanti del calcio russo. Ha iniziato ad acquisire fama nel 2018, quando è stato il re degli assist della Youth League, e poco dopo il Krasnodar ricevette un’offerta da 6 milioni di euro da parte dell’Udinese, ma la rispedì incredibilmente indietro.

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La stella che proviene dal Daghestan

Se il suo nome vi pare abbia tratti arabeggianti, è perché Suleymanov proviene da una zona della Russia meridionale nota col nome di Daghestan (“paese delle montagne”, in un miscuglio di turco e persiano), islamizzata secoli fa dai mongoli e poi controllata dagli ottomani. Il suo nome è lungo, ma è meglio pronunciarlo per intero, così da non confonderlo con un suo connazionale, Magomed Suleimanov, un terrorista islamico ucciso nel 2015 dalle forze speciali russe.

Il nostro Suleymanov proviene da Machackala, la metropoli del Daghestan sede del famigerato Anzhi: quando, nel 2011, il club daghestano salì alla ribalta internazionale grazie agli acquisti sensazionali del nuovo presidente Sulejman Kerimov, Suleymanov entrava nelle giovanili del club e iniziava a mostrare i primi colpi, anche se allora tutti, anche in Russia, guardavano a Machackala solo per le stelle che Kerimov stava ricoprendo di rubli.

Due anni dopo, l’Anzhi stava già smobilitando, e Suleymanov fu uno dei primi a cambiare aria, trasferendosi appunto al Krasnodar, uno dei club che lo aveva notato e aveva deciso di approfittare dello smembramento della società deghestana. Si tratta di un viaggio da circa 900 km verso occidente, letteralmente da un capo all’altro del Caucaso, lungo il margine meridionale della Russia.

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Suleymanov e i suoi record al Krasnodar

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Al Krasnodar, Magomed-Shapi Suleymanov ha scalato in fretta le gerarchie. Nel luglio 2017, Igor Shalimov lo ha fatto esordire in campionato contro il Rubin Kazan, e subito dopo nei preliminari di Europa League, in cui il talento daghestano ha anche trovato la prima rete tra i professionisti: un tiro preciso quasi all’altezza del dischetto del rigore, che ha attraversato un’area densissima prima di insaccarsi nell’angolino.

Suleymanov è diventato subito l’uomo dei record del calcio russo: più giovane esordiente con la maglia del Krasnodar, più giovane russo a segnare un gol nelle coppe europee. Per lui subito hanno iniziato a sprecarsi i complimenti, e la stampa ha immeditamente deciso di accostarlo a quello che è probabilmente il miglior calciatore russo dell’epoca post-sovietica, l’ex-Arsenal Andrey Arshavin.

Con lui, Suleymanov condivide fisico e movenze, in effetti. Molto rapido e portato al gioco in verticale, il talento del Krasnodar ha un mancino delizioso, e il fatto di giocare sulla destra gli permette di andare spesso al tiro a rientrare, disegnando traiettorie assassine per il portiere avversario.

Missili e Messia

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I tiri dalla distanza sono diventati presto il suo marchio di fabbrica, se mai un ragazzo che farà 21 anni a metà dicembre possa dire di averne. Per capirci, basta guardare il missile terrificante con cui per poco non ribaltava l’ottavo di finale di Europa League contro il Valencia nel marzo 2019, facendo esplodere il commentatore della tv russa nell’urlo “il Messia del Krasnodar!”, con ovvio riferimento anche a quell’altro Messia che predica in Catalogna.

È ancora presto per gridare al fenomeno, dato che la storia russa ci insegna che generalmente i ragazzi prodigio che vengono fuori da quelle parti tendono a non confermarsi. La lista è lunga e spazia in tutti i ruoli, da Igor Akinfeev ad Alan Dzagoev, da Aleksandr Kokorin ad Aleksandr Golovin. Ma anche Ivan Ignatiev, centravanti e “gemello” di Suleymanov nelle giovanili e poi nella prima squadra del Krasnodar, che lo scorso gennaio è stato ceduto al Rubin Kazan per riuscire a trovare un po’ di minuti di titolare.

Da Magomed-Shapi Suleymanov ci si attende ora la stagione della consacrazione, dopo che la sua prima annata da titolare nel Krasnodar gli ha permesso di mettere assieme 11 reti in 31 partite, la maggior parte dei quali da classifica dei gol dell’anno. Ora che ha rotto il ghiaccio a Siviglia, la Champions League può diventare la sua vetrina ideale.

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