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Lazio Zenit 3-1, l’analisi: tre spunti dal match

Calcio EsteroLazio Zenit 3-1, l'analisi: tre spunti dal match

Lazio Zenit consacra la squadra di Simone Inzaghi e permette ai biancocelesti di ipotecare la qualificazione agli ottavi di Champions League

Il martedì di Champions League regala emozioni e promuove ulteriormente lo status internazionale della squadra di Simone Inzaghi. Lazio Zenit finisce 3-1 nella serata in cui Ciro Immobile decide di trascinare i suoi compagni alle soglie della qualificazione agli ottavi di Champions League. Lo fa, il bomber, con una doppietta che apre e chiude il match.

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Più in generale, non appena la Lazio ha recuperato tutti i suoi effettivi, abbiamo rivisto in campo quel gruppo capace, la scorsa stagione, di insidiare la Juventus nella lotta allo Scudetto. Ci vuole tempo, ha detto Inzaghi nel postpartita, ma certo le premesse sembrano incoraggianti. Serve capire solo quanti margini di crescita abbia ancora una squadra che, nell’undici titolare, non è inferiore a molti.

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Lazio Zenit, Immobile inarrestabile

Come anticipato poco sopra, la copertina di Lazio se la merita Ciro Immobile. L’attaccante campano ha segnato una straordinaria doppietta – il primo gol, con un tiro da fuori area incrociato, è tra i più belli della serata – e rimpolpato il proprio score in Champions League. Dopo le due reti contro lo Zenit, infatti, Immobile sale a quota 3 gol in classifica cannonieri.

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Più in generale, però, il numero 17 biancoceleste sale al secondo posto della classifica all time dei bomber europei della Lazio, con 14 segnature. Nel mirino, guarda un po’ il caso, c’è il suo allenatore Simone Inzaghi, fermo a quota 20. Una sfida in famiglia, che i tifosi sperano possa vincere Immobile. Perché, ovviamente, significherebbe andare avanti in Europa.

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Turnover ragionato, piano partita perfetto

Le tante assenze obbligate delle scorse settimane hanno portato Inzaghi a gestire il turnover in maniera perfetta. Tutto è pianificato, e anche in un Lazio Zenit in cui – dopo la rete di Dzyuba – la squadra va un po’ in apnea, i biancocelesti danno sempre l’idea di essere perfettamente consci sul da farsi. Le discese sulle fasce sono chirurgiche, Luis Alberto – uno dei migliori passatori d’Europa – gioca nel vivo dell’azione e tocca sempre palloni pesanti.

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Parolo, gol a parte, corre come un ragazzino alle prime armi e regala respiro, quantità e abnegazione a un reparto che avrebbe potuto soffrire molto di più l’assenza di Milinkovic-Savic. E infine Correa, che va citato perché sta finalmente incanalando il talento sgravandolo da quella dose di anarchia che, nelle scorse stagioni, lo aveva limitato. Tutte tessere di un puzzle che, finalmente, si sta riordinando.

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Una solidità difensiva ritrovata

Dopo qualche sbavatura di troppo evidenziata nel finale della scorsa stagione, Lazio Zenit ha evidenziato anche una solidità difensiva ritrovata da parte dei biancocelesti, fondamentale per approcciarsi a certi palcoscenici. Decisivo, tra le altre cose, l’arrivo di Wesley Hoedt, acquisto last minute e nemmeno troppo considerato, che però ha avuto il merito di tuffarsi a capofitto nella nuova avventura.

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Anzi, è riuscito addirittura a spodestare Acerbi dal ruolo di centrale della difesa a tre. Il leader mancino si è spostato sulla sinistra con Luiz Felipe, altra grande coniglio uscito dal cilindro di Igli Tare, che è finalmente uscito dal calvario degli infortuni. Inzaghi ha trovato un trio affidabile e, proprio da loro e da Immobile, la squadra riceve continuamente impulsi positivi.

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