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Non ha mai giocato a calcio, ma promette bene: la storia di Larson Koulibaly

CuriositàNon ha mai giocato a calcio, ma promette bene: la storia di Larson Koulibaly

Larson Koulibaly, calciatore ivoriano di 17 anni con una difficile storia alle spalle, è il nuovo arrivo nelle giovanili della Lazio: fino a circa un anno fa, non aveva mai giocato a calcio.

Non un colpo destinato a scuotere il calciomercato, ma una storia molto bella, quella del nuovo acquisto della Lazio: si chiama Larson Koulibaly, ha 17 anni e viene dalla Costa d’Avorio. È un giovane migrante, scoperto per caso dal club biancoceleste e ingaggiato per il proprio settore giovanile.

Ma c’è di più: fino a non molto tempo fa, e cioè a prima di arrivare a Roma, Larson Koulibaly non aveva mai giocato a calcio in vita sua. Eppure, il responsabile del settore giovanile della Lazio Mauro Bianchessi non ha dubbi: “Quando torneremo a giocare tra l’8 ed il 14 febbraio, inizierà a far parlare di sé”.

La storia di Larson Koulibaly

Bianchessi ha spiegato, durante la conferenza stampa di presentazione, che il giovanissimo ivoriano proviene da una condizione sociale molto disagiata – la Costa d’Avorio è una nazione con un tasso di povertà del 46% e con grossi problemi di violenza e instabilità politica, che da anni spingono molti abitanti a emigrare – “È un ragazzo che ha sofferto molto”, ha specificato il dirigente biancoceleste.

Larson Koulibaly è arrivato a Roma da solo, un anno e mezzo fa, come accade a tanti migranti. Bianchessi non è entrato nel dettaglio, ma dalla capitale Abidjan, sua città d’origine, la via d’emigrazione più battuta è quella che procede verso nord, fino alle coste dell’Algeria, o verso nord-est, sempre attraverso il deserto del Sahara, fino alle coste della Libia, che dal 2014 è attraversata da una sanguinosa guerra civile e in cui sono frequenti i casi di violazioni dei diritti umani nei confronti anche dei migranti che cercano di raggiungere l’Europa.

Nonostante la solida tradizione nel calcio della Costa d’Avorio, Larson Koulibaly non aveva mai praticato questo sport prima di arrivare a Roma, 18 mesi fa. Come molti ragazzi migranti, è stato accolto dalla Casa del Rifugiato, una comunità per minori del Comune di Roma; qui, ha scoperto il calcio, un mezzo di comunicazione e integrazione globale.

Nel giro di poco tempo, un assistente sociale che lavora nella comunità, amico di Bianchessi, lo ha segnalato alla Lazio: “Mi arrivano tante segnalazioni ogni giorno, ma lui lo abbiamo fatto arrivare a Formello: è stata una grande sorpresa riconoscere che era un ragazzo con dei valori e con delle grandi doti” ha spiegato il dirigente, che ha poi aggiunto: “Non ho mai visto nessuno giocare così senza aver mai fatto calcio”.

Un nuovo rinforzo per l’Under-18

A quel punto, la società capitolina ha provveduto a cercare di ingaggiare il giocatore. Una cosa non facile, visto che si tratta di un minorenne extracomunitario, arrivato in Italia come migrante e senza i propri genitori o altri parenti. La società ha così dovuto fare richiesta per un passaporto sportivo italiano per il giocatore, che dev’essere approvato dalla UEFA, prima di poterlo tesserare ufficialmente. La procedura ha richiesto in tutto otto mesi, e si è conclusa lo scorso 18 dicembre.

Oggi, Larson Koulibaly è stato presentato durante la conferenza stampa dedicata, in prima battuta, al nuovo progetto ARP Youth Sector, che riguarderà nuovi importanti sviluppi nel settore giovanile della Lazio e nella sezione femminile del club, come ad esempio l’istituzione di un progetto di formazione post-carriera.

 

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Il giovane ivoriano verrà messo a disposizione della rosa della squadra Under-18, allenata dall’ex-centravanti biancoceleste Tommaso Rocchi, attualmente quinta nel campionato di categoria (che però è stato sospeso dopo poche giornate a causa della pandemia). Fino al compimento della maggiore età, resterà alla Casa del Rifugiato, dopo di che potrà trasferirsi al convitto della Lazio.

“Non ha solo grandi doti atletiche, ma anche una tecnica incredibile” lo descrive Bianchessi, che è uno dei più noti talent scout italiani e, prima di arrivare alla Lazio, ha lavorato a lungo con Milan e soprattutto Atalanta, dove ha scoperto Caldara, Conti e Gagliardini. Secondo lui, con la sua visione di gioco e la dimestichezza con entrambi i piedi, Larson Koulibaly potrebbe diventare un’ottima mezzala.

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