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Succede spesso nel calcio che le storie dei fratelli si intreccino, ma raramente in modo così curioso. Simone Inzaghi, dopo quattro stagioni sulla panchina dell’Inter, ha ufficializzato il proprio trasferimento all’Al Hilal. L’annuncio è stato accompagnato da un video celebrativo sui canali social del club arabo, con tanto di colonna sonora evocativa e immagini in stile cinematografico. Un momento importante per il tecnico piacentino, accolto in Medio Oriente con entusiasmo e grandi aspettative.

Il dettaglio che ha catturato l’attenzione riguarda proprio quel video: a metà sequenza, in sottofondo, si sente la celebre voce di Sandro Piccinini urlare «Inzaghi, Inzaghi…reteeeee». Solo che il protagonista di quel gol non è Simone, bensì suo fratello Filippo, autore di una storica doppietta nella finale di Champions 2007 tra Milan e Liverpool. Una svista evidente per gli appassionati italiani, destinata a diventare aneddoto di mercato. A far discutere anche la locandina di presentazione, che ritrae Simone in stile “Il Padrino” accanto ai leader dello spogliatoio arabo, con il titolo “The New Era”.

L’effetto domino ha coinvolto pure Filippo Inzaghi. Sul suo profilo Instagram, attualmente tecnico del Pisa e vicino alla panchina del Palermo, sono piovuti messaggi di benvenuto da tifosi sauditi convinti di parlare con il nuovo allenatore dell’Al Hilal. Tra cuori blu, frasi in arabo e complimenti per imprese mai compiute, Superpippo ha incassato il curioso scambio di persona con il sorriso. Intanto Simone Inzaghi ha rotto il silenzio: «Conosco molto bene l’Al-Hilal, ho seguito il calcio arabo e sono felice di allenare nuovamente Milinković-Savić. L’obiettivo è vincere e offrire un calcio intenso». La nuova avventura è iniziata, seppur con qualche gaffe di contorno.

Pasquale La Ragione

Napoletano fuori, milanista dentro. Non so fare nulla ma lo faccio splendidamente bene. Non avrai altro Dio all'infuori di Paolo Maldini il mio primo ed unico comandamento. Costruito dal basso e in direzione ostinata e contraria. Lo Scudetto 2022 il più bello della mia vita personale e professionale ma il Milan di Ancelotti mi ha insegnato che dopo Istanbul c’è sempre Atene.