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Juventus Barcellona 0-2, l’analisi: le 3 chiavi del match

Calcio EsteroJuventus Barcellona 0-2, l’analisi: le 3 chiavi del match

Juventus Barcellona era la sfida tra due big del calcio mondiale che stanno attraversando un periodo di transizione dopo tanti cambiamenti. Difficoltà che non hanno frenato i blaugrana, vittoriosi per 0-2 e superiori ai bianconeri anche sul piano del gioco

Continua a faticare la nuova Juventus di Andrea Pirlo. Dopo il pareggio casalingo contro il Verona, i bianconeri erano chiamati a riscattarsi contro il Barcellona dando continuità al successo contro la Dinamo Kiev. Un obiettivo reso proibitivo dal mancato ritorno di Cristiano Ronaldo – ancora positivo al Covid –, ma allo stesso tempo possibile per via del terremoto che ha riguardato il Barcellona negli ultimi giorni. I blaugrana arrivano infatti alla sfida di Torino dopo il k.o. nel Clasico e le dimissioni del presidente Barthomeu.

Juventus Barcellona è stata una sfida tra due grandi alla ricerca di loro stesse, nella quale la squadra di Ronald Koeman ha recitato il ruolo di protagonista per la quasi totalità dei 90 minuti. Avanti con Dembelé dopo 13 minuti, i catalani hanno sfiorato più volte il raddoppio e chiuso il match nel finale con un rigore trasformato da Messi. Ai bianconeri resta il rammarico per i tre gol annullati a Morata per altrettante posizioni di fuorigioco, ma quello che deve preoccupare Pirlo è il gap tecnico con i rivali del Barça.

Juventus-Barcellona, due velocità diverse

Al di là delle prestazioni dei singoli giocatori, quello che è emerso con chiarezza dall’Allianz riguarda la diversità con cui le due squadre occupavano il campo in fase di possesso e di non possesso. Nel momento in cui la Juventus conquistava la palla, non riusciva con i suoi centrocampisti a ribaltare il fronte con qualità e immediatezza. Una dinamica figlia della lentezza di pensiero di Bentancur e Rabiot, ma anche della capacità del Barcellona di pressare i portatori di palla avversari sempre con molti uomini.

Situazione completamente diversa a parti invertite. La squadra di Koeman, infatti, nel momento in cui riusciva a recuperare il pallone, arrivava sempre con grande velocità a ridosso dell’area avversaria. Le azioni venivano orchestrate con il classico possesso palla blaugrana, fatto di passaggi numerosi e rapidi in modo da superare agevolmente i giocatori bianconeri. Un ritmo da calcio europeo, difficile da tenere per molti giocatori juventini (per caratteristiche o per scarsa esperienza internazionale).

Dybala in ombra, Chiesa poco servito

Per questo Juventus Barcellona, Pirlo ha presentato un tridente con Morata al centro e la coppia Dybala-Chiesa sulle corsie esterne. Due giocatori che avrebbero dovuto sfruttare le rispettive peculiarità – l’atletismo dell’ex viola e l’estro dell’argentino – per mettere in difficoltà la retroguardia blaugrana. Una situazione che quasi mai – per motivi diversi – si è verificata, facilitando non poco il compito ai difensori catalani.

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Dybala è parso la brutta copia del giocatore ammirato qualche giorno fa contro il Verona. Se nell’ultima sfida di campionato l’argentino aveva sempre tenuto in apprensione la retroguardia scaligera, contro il Barça non ha mantenuto questo standard di rendimento. Nel primo tempo rimaneva maggiormente negli ultimi metri, mentre nella ripresa retrocedeva fino a metà campo per prendersi il pallone. La sua incidenza in avanti è stata in entrambi i casi esigua, così come quella di Chiesa. Pur avendo tanto spazio, il talento scuola Fiorentina non è stato servito con grande continuità. Da una delle poche azioni in cui è stato coinvolto, è arrivato il terzo gol annullato a Morata.

Riscossa blaugrana

Evidenziati i limiti su cui Pirlo deve ancora lavorare molto, in Juventus Barcellona non vanno dimenticati i grandi meriti avuti dai blaugrana in questa partita. Una squadra completamente diversa da quella che ha perso miseramente contro il Real Madrid e faticato anche nelle sfide precedenti. Una splendida orchestra che produce un calcio sublime, che ha nel possesso palla esasperato il suo modus vivendi.

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I blaugrana hanno creato una quantità innumerevole di palle gol, talvolta mancando di precisione nella conclusione finale e in altre circostanze effettuando un passaggio di troppo nello sviluppo dell’azione. Oltre che sul piano del gioco, la formazione catalana è stata superiore alla Juventus sul piano della grinta in ogni zona del campo. Probabilmente le dimissioni di Bartomeu si sono rivelate la scossa giusta per l’ambiente barcelonista.

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