venerdì, Marzo 29, 2024

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Conte ha capito (finalmente) come ottimizzare la sua Inter

In Primo PianoConte ha capito (finalmente) come ottimizzare la sua Inter

Il derby tra Inter e Milan potrebbe aver dato la prima spallata alla lotta Scudetto: Conte e i suoi ragazzi, adesso, sono obbligati a crederci

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La vittoria dell’Inter nel derby in programma nel ventitreesimo turno di Serie A restituisce un Milan ridimensionato e i nerazzurri sempre più lanciati verso lo Scudetto. La vittoria è stata abbastanza netta, schiacciante in alcuni punti del match, sicuramente da sottolineare più volte anche per come la squadra di Conte si è approcciata a un impegno che, a posteriori, potrebbe aver fatto da mismatch decisivo.

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I protagonisti della partita sono stati i calciatori in campo, ma Antonio Conte – contrariamente ad altre volte – si nuovamente rivelato un vero e proprio valore aggiunto. La squadra lo segue, ne condivide le idee e i dettami, lotta per lui e sarebbe disposta a sacrificarsi per perseguire quello che è rimasto l’unico obiettivo stagionale.

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Fonte immagine: @QCuore (Twitter)

Conte ha plasmato un’Inter efficace

Il profondo lavoro portato avanti a livello mentale da parte di Conte comincia a dare i propri frutti. La squadra è sul pezzo, gioca e gestisce al meglio la quasi totalità delle situazioni che le si presentano davanti. Inoltre, l’Inter sta cominciando a mettere insieme numeri davvero importanti, di quelli che non solo testimoniano una crescita costante ma, parallelamente, agiscono in maniera positiva sulla condizione psicologica del gruppo.

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Dal 24 ottobre – giornata dopo il derby d’andata, vinto dal Milan – a oggi, il club nerazzurro ha perso una sola partita in campionato, contro la Sampdoria. In soldoni, parliamo di 14 vittorie, 4 pareggi e un ko, per un totale di 46 punti in 19 gare e un 2.42 di media punti a partita. Numeri da corazzata, che adesso dovrà approfittare del prossimo doppio turno sulla carta agevole per consolidarsi in vetta.

Scelte decisive

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Nel derby vinto contro il Milan, l’Inter ha saputo sfruttare tutte le ultime intuizioni di Conte in fatto di formazione. Per esempio, va assolutamente menzionata la prestazione di Ivan Perisic, schierato come quinto di sinistra e perfetto in entrambe le fasi di gioco. Quando non aveva la palla accorciava per aiutare Bastoni, quando l’Inter costruiva si proponeva sempre e comunque come appoggio costante sull’out mancino.

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Da lui sono passate tante palle pericolose. Lo stesso discorso vale per Cristian Eriksen, meno appariscente ma molto efficace: il gol del 2-0 nasce da una sua palla in corsa servita a Perisic col contagiri, con il croato che ha poi letto benissimo il movimento di Lautaro Martinez in mezzo all’area di rigore.

Ottima anche la prova di Marcelo Brozovic, schermo costante per annullare un avulso Calhanoglu, depotenziato dalla partita di applicazione sostenuta dal croato. E poi la Lu-La, imprendibile quando è in serata: Lukaku ha vestito i panni da assist-man e poi si è inventato con una sgroppata il gol del definitivo 3-0, mentre Lautaro si è tolto dalle spalle il peso di un periodo passato a subire critiche, per la maggior parte ingenerose.

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Fonte immagine: marifcinter (Twitter)

Risorse ottimizzate per vincere

Più in generale, Conte ha capito come ottimizzare la rosa a sua disposizione. Di certo, tutto ciò è aiutato dal fatto che da gennaio in poi l’Inter ha praticamente sempre e solo giocato una partita a settimana: l’eliminazione dalla Champions League infatti ha tolto di mezzo un impegno importante e, se da una parte l’uscita ai gironi non può non finire nei malus valutativi della stagione nerazzurra, dall’altra paradossalmente potrebbe essere stata ciò che ci voleva per tuffarsi a capofitto sul campionato.

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La rosa dell’Inter è profonda, forse non vale qualitativamente quella della Juventus, ma di certo non è di troppo inferiore. Come se non bastasse, Conte al momento ha l’infermeria sorprendentemente vuota e un ricambio di discreto livello per ogni ruolo. Ergo, credere allo Scudetto diventa fondamentale, non dimenticandosi però che ci sono ancora quindici partite da affrontare. Calma e sangue freddo, dunque, come predicato dal tecnico leccese.

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