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Il passato inglese di Gollini, tra Manchester United e Aston Villa

CuriositàIl passato inglese di Gollini, tra Manchester United e Aston Villa

Gollini è a un passo dal Tottenham, tornando per la terza volta a giocare nel campionato inglese, dopo le precedenti (ma poco note) avventure con Manchester United e Aston Villa

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Sembra ormai prossimo il trasferimento (in prestito con diritto di riscatto) di Pierluigi Gollini dall’Atalanta al Tottenham, che porterà l’estremo difensore bolognese a fare un’importante esperienza in Premier League.

Non la prima della sua carriera, però, visto che Gollini ha già giocato in Inghilterra negli anni giovanili, e anzi è stato proprio nel campionato britannico che si è messo in mostra, conquistando l’interesse dell’Atalanta, che lo pagò 4,4 milioni di euro all’Aston Villa nel 2017. Ma come sono andati i suoi anni inglesi?

Gollini in Inghilterra: il Manchester United

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Nella primavera del 2012, Gollini stava per compiere 17 anni ed era una promessa del settore giovanile della Fiorentina, dove era approdato due anni prima dalla Spal. Un giorno, i suoi genitori vennero a trovarlo da Bologna per andare a cena fuori, e il padre gli mostrò un biglietto da visita del Manchester United. “Era qualche mese che mi chiedeva se me la sentissi di andare all’estero, scherzandoci sopra” ha poi raccontato.

 

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Il suo non era il primo caso di italiano che arrivava ai Red Devils (la strada l’aveva aperta, nel 1999, Massimo Taibi, ma poi erano arrivati Giuseppe Rossi, Federico Macheda e Davide Petrucci), ma fece molto discutere. L’allora ds viola Pantaleo Corvini reagì molto male al trasferimento, ringraziando gli altri giovani della Fiorentina (tra cui Bernardeschi), che avevano rifiutato di andare in Inghilterra, aggiungendo che “dati alla mano su circa 150 giocatori che hanno scelto di andare a giocare oltremanica, nessuno e sottolineo nessuno è riuscito a emergere in prima squadra”.

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In effetti, al Manchester United Gollini non arrivò mai a giocare tra i titolari di sir Alex Ferguson, ma l’esperienza inglese fu comunque molto positiva: “Mi ha aiutato, sono diventato uomo prima del tempo” avrebbe poi dichiarato alla Gazzetta dello Sport. Inoltre, ebbe modo di giocare accanto a giovani come Jesse Lingard, Adnan Januzaj e Wilfried Zaha.

Gollini in Inghilterra: l’Aston Villa

Nel 2014, dopo due stagioni a Manchester ma pochissimo spazio, lasciò il club per fare ritorno in Italia, venendo ingaggiato dal Verona. Gollini era stato preso come terzo portiere, ma dopo una stagione aveva già convinto Mandorlini (anche grazie a un grande ruolo nella finale del Torneo di Viareggio conquistata dagli scaligeri) a schierarlo titolare. Così, si conquistò la sua seconda chiamata in Inghilterra.

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Nell’estate del 2016, l’Aston Villa lo acquistò per 5 milioni di euro, richiesto dal nuovo allenatore Roberto Di Matteo come uno dei rinforzi necessari a riportare in Premier League in club appena retrocesso. Si ritrovò così a giocare accanto a gente come Micah Richards, Mile Jedinak, Jordan Amavi, Jordan Ayew, Jonathan Kodjia, Jordan Veretout e Jack Grealish.

 

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Gollini si conquistò immediatamente il posto da titolare, offrendo anche delle buone prestazioni nonostante il rendimento altalenante della squadra, che già ad ottobre portò alla sostituzione di Di Matteo con Steve Bruce. Giocò in tutto 20 partite di Championship, restando 6 volte imbattutto, fino a quando il 13 gennaio 2017 non accettò di nuovo di tornare in Italia, firmando con l’Atalanta. E da qui, è storia nota.

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