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Tokyo 2020, il Giappone del calcio sa solo vincere e punta alla medaglia

Calcio EsteroTokyo 2020, il Giappone del calcio sa solo vincere e punta alla medaglia

Il Giappone padrone di casa sta sorprendendo tutti nel torneo delle Olimpiadi, e adesso punta a una storica medaglia che attende dal 1968

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Erano attese Francia, Germania, Spagna, Brasile e Argentina, e invece il torneo di calcio di Tokyo 2020 sta facendo emergere prepotentemente i padroni di casa del Giappone, che assieme ai verdeoro hanno dimostrato finora di essere la squadra più in forma della competizione.

I Samurai Blu sono l’unica formazione ad aver concluso i gironi a punteggio pieno, esprimendo un gioco convincente e un giusto mix tra esperienza e gioventù. Sabato affronteranno la Nuova Zelanda e, vincendo, sarebbero già a una vittoria da una medaglia sicura, impresa riuscita solo a Città del Messico 1968 con un bronzo che è stato il primo titolo internazionale del calcio nipponico.

Il percorso del Giappone a Tokyo 2020

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Dopo un timido ma efficace esordio con il Sudafrica, sconfitto per 1-0, il Giappone ha offerto prestazioni in crescendo: già al secondo match sarebbe stato lecito attendersi una sconfitta contro il quotatissimo Messico, che aveva annichilito per 4-1 la Francia nella partita recedente, e invece con grande caparbietà gli asiatici sono riusciti ad imporsi per 2-1, restando avanti di due lunghezze fino a 5 minuti dalla fine.

Il vero capolavoro dei ragazzi di Hajime Moriyasu, però, è arrivato contro la Francia, che pur avendo rivelato enormi difficoltà nelle partite precedenti (vittoria stentata sul Sudafrica per 4-3) è stata schiantata con un netto 4-0, coronamento di una sfida condotta dall’inizio alla fine senza grandi difficoltà.

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Il Giappone è adesso l’unica squadra ad aver vinto tutte le partite e, sospinto dal fatto di giocare in casa (pur sostanzialmente senza pubblico), ha dalla sua l’entusiasmo necessario per riuscire ad arrivare molto avanti nel torneo delle Olimpiadi. I quarti di finale contro la Nuova Zelanda non rappresentano, sulla carta, un ostacolo particolarmente insidioso, ma la semifinale potrebbe essere contro la Spagna, che annovera in rosa diversi giocatori reduci dagli Europei con la Nazionale maggiore.

Gioventù ed esperienza

Nonostante l’età media non certo elevata, la rosa dei Samurai Blu presenta già diversi elementi di esperienza europea. La maggior parte di essi gioca tra Olanda e Belgio, con nomi anche di discreto profilo come Koji Miyoshi, reduce da un’ottima stagione nell’Antwerp; Yuta Nakayama, colonna della difesa del PEC Zwolle; e soprattutto il trequartista del PSV Eindhoven Ritsu Doan, considerato tra i migliori prospetti del calcio nipponico.

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Ma tra le stelle internazionali ci sono anche Takehiro Tomiyasu del Bologna, Ko Itakura del Manchester City (le ultime due stagionin prestito al Groningen) e ovviamente Takefusa Kubo, il precoce talento del Real Madrid, autore di un gol in ogni partita di queste Olimpiadi e attualmente il giocatore più decisivo della formazione nipponica.

Moriyasu ha aggiunto alla squadra tre fuoriquota assolutamente determinanti. In particolare, nonostante sapesse di avere tanti interessanti elementi indifesa, ha voluto portare con sé due giocatori esperti per aiutare i ragazzi a gestire la pressione, convocando Maya Yoshida della Sampdoria e Hiroki Sakai dell’Urawa Reds, con un lungo passato trascorso tra Hannover 96 e Olympique Marsiglia.

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Quindi, per controbilanciare il talento offensivo della sua squadra, ha inserito un solido mediano come Wataru Endo dello Stoccarda, uno dei giocatori fondamentali anche nella Nazionale maggioredel Giappone, allenata anch’essa da Moriyasu.

Un 11 a caccia di medaglie

Moriyasu allena il Giappone dal 2018, e in questo periodo è riuscito a mettere assieme un progetto molto ambizioso, nel tentativo di uscire dallo stereotipo della squadra tecnica e spettacolare, ma poco concreta. Il suo 4-2-3-1 è molto duttile, capace di adattarsi agli avversari e a differenti fasi di gioco.

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Ne è la prova la sfida contro la Francia, in cui il ct ha aggiunto un elemento alla difesa alzando i terzini, costruendo il proprio successo sulle catene laterali, grazie all’ottimo lavoro di Doan e Kubo, i giocatori che rappresentano la chiave tattica nipponica, specialmente a livello offensivo.

Il problema, però, continua a essere il centravanti. Daichi Hayashi è partito sempre come titolare nelle prime due uscite, ma è rimasto a secco; così, contro la Francia, Moriyasu ha tentato la carta Ayase Ueda, senza ottenere grande successo. Finora, la punta più convincente è stata, nei pochi minuti giocati, Daizen Maeda, che però è più un falso 9 e non è detto possa essere utile ora che inizieranno le sfide più delicate.

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