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Dopo 27 anni, Domenech potrebbe tornare ad allenare un club

Calcio EsteroDopo 27 anni, Domenech potrebbe tornare ad allenare un club

Raymond Domenech non è mai stato molto amato, in Italia come in Francia, e anche il suo arrivo sulla panchina del Nantes è destinato a far discutere: non allena da 10 anni, e non lavora in un club da 27.

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Cosa facevate 27 anni fa? Raymond Domenech se lo ricorda bene: allenava per l’ultima volta una squadra di club. L’ultima fino ad ora, almeno, perché l’ex-ct della Francia è sul punto di trovare un accordo che lo porterà sulla panchina del Nantes, storico club della Ligue 1 che al momento si trova sedicesimo in classifica, a tre soli punti dalla zona retrocessione.

Antipatico, controverso, sempre al centro delle critiche, ma anche capace di ottenere importanti risultati pur senza mai sollevare un trofeo, Domenech è uno a cui piace far discutere. Anche per tornare ad allenare, oggi, sta sollevando discussioni: le regole della Ligue 1, infatti, vietano ai tecnici con più di 65 anni (lui ne ha 69) di essere ingaggiati. Molto probabilmente otterrà una deroga, come già avvenuto nel 2017 per Claudio Ranieri (sempre chiamato dal Nantes), anche se in quell’occasione Domenech, all’epoca presidente dell’Assoallenatori francese, si oppose fermamente.

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Domenech, tra conquiste e rivolte

Un tempo, dire Domenech significava dire Olympique Lione: nato nella città del Rodano e della Saona, ne fu un importante giocatore durante gli anni Settanta, per poi diventarne allenatore tra il 1988 e il 1993, dopo una prima esperienza sulla panchina del Mulhouse. A quei tempi, il Lione non era la squadra che sarebbe diventata da lì a un decennio: Jean-Michel Aulas era un giovane imprenditore appena divenuto proprietario del club, che voleva gradualmente portare il Lione tra le grandi di Francia.

domenech
Fonte Immagine: lalucarne_foot (Instagram)

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Domenech fu l’uomo che pose le basi per i futuri successi dell’OL, portandolo alla promozione in prima serie e al miglior piazzamento dai tempi in cui lui stesso era giocatore, con il quinto posto del 1991, che significò il ritorno in Europa. Successivamente, ebbe una lunga carriera come ct della Francia Under-21, raggiungendo il terzo posto agli Europei del 1996 e il secondo a quelli del 2002.

C’è chi spesso lo ha accusato di non aver mai vinto niente, ma il ruolo di Domenech è stato decisivo nella costruzione del moderno calcio nazionale francese. Ha contribuito a formare giocatori come Thuram, Zidane, Dugarry, Makélélé, Vieira, Pires; è stato colui che ha risollevato la Francia dal disastro del 2002, mescolando veterani e nuove leve e raggiungendo a sorpresa la finale mondiale del 2006.

È sempre stato anche un personaggio complicato e “difficile”, Domenech, che ha spesso prestato il fianco a critiche dei media. La sua passione per l’astrologia, che influenzava le sue convocazioni, o le uscite discutibili (tipo quando, nel 2007, accusò l’Italia di aver comprato un arbitro alle Olimpiadi del 2000) hanno costribuito a costruirne un’immagine controversa. Oggi, è principalmente legato alla disastrosa esperienza dei Mondiali in Sudafrica del 2010, conclusi con una rivolta dei giocatori contro di lui e la fine della sua esperienza di allenatore.

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Nantes: miracoli cercasi

Adesso Raymond Domenech ritrova una panchina a dieci anni di distanza dall’ultima, e dopo essersi tenuto impegnato come attore e opinionista tv, senza mai tenersi alla larga dalla polemiche (tipo quando, pochi mesi fa, accusò sarcasticamente Gasperini per l’eliminazione dell’Atalanta contro il PSG). Ma gli ci vorrà molto più delle polemiche e dell’astrologia per rimettere in carreggiata il Nantes, reduce da una pesante sconfitta per 3-0 a Lione e ancora in cerca di un allenatore, dopo l’esonero di Christian Gourcuff a inizio mese.

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La rosa a sua disposizione è più che altro un insieme di promesse mancate (Fabio, Dennis Appiah, Sebastian Corchia, Jean-Kevin Augustin) più qualche giovane ancora in cerca della sua dimensione (come il portiere Lafont, in prestito dalla Fiorentina). Ha una delle peggiori differenze reti della Ligue 1 (18 gol fatti e 30 subiti; peggio solo Lorient, Digione e Nimes) e non vince dall’8 novembre, che è anche l’ultima occasione in cui i Canaris non hanno subito gol.

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