Cosa sono i Kibbutz e come sono organizzati

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Cosa sono i Kibbutz e come sono organizzati
Fonte: Wikimedia Commons

I kibbutz sono divenuti purtroppo un argomento di attualità, dopo il massacro verificatosi a Ra’im il 7 ottobre: che cos’è un kibbutz e come funziona?

Uno degli eventi più cruenti dell’attacco di Hamas a Israele di sabato 7 ottobre 2023 è stato il massacro compiuto dai miliziani palestinesi al rave party presso il kibbutz di Re’im, ai margini della Striscia di Gaza, in cui sono morte 260 persone. L’evento ha fatto conoscere a molte persone fuori da Israele, anche se purtroppo nella maniera peggiore, l’esistenza di questi luoghi abbastanza particolari, legati alla storia della colonizzazione israeliana della Palestina.

I kibbutz sono sostanzialmente delle comunità agricole a gestione collettiva molte diffuse nel territorio israeliano da oltre un secolo, e cioé da prima della nascita dello stesso Stato d’Israele. Iniziano a sorgere in Palestina tra il 1909 e il 1910, durante la prima ondata migratoria di ebrei europei verso la regione mediorientale, all’epoca sotto il controllo dell’Impero Ottomano. Tra questi immigrati, molti avevano erano di ideologia socialista, improntata quindi a un’idea di comunità egualitaria. Il primo kibbutz fu quello di Degania Alef, fondato nel 1909 nei pressi del lago di Tiberiade, a sud del monte di Ehilam.

L’istituzione dei kibbutz è stata fondamentale per lo sviluppo della comunità ebraica europea in Palestina nel corso del Novecento, e poi per quello dello Stato d’Israele. In precedenza, l’agricoltura nella regione era essenzialmente di sussistenza, mentre con questa nuova organizzazione poté consentire una maggiore crescita dell’economia agricola locale. Nel corso della seconda metà del secolo scorso, però, la loro rilevanza in Israele è stata molto ridimensionata, soprattutto a causa del passaggio verso un tipo di economica industriale e capitalista privata. Oggi sono sopravvisuti comunque poche centinaia di kibbutz in tutto lo Stato d’Israele, che nel corso dei decenni si sono comunque estesi anche ad attività manifatturiere di vario tipo (ad esempio sulla lavorazioni dei materiali plastici e dell’elettronica).

Come sono organizzati i kibbutz

Come detto, il modello del kibbutz è tipicamente quello della comunità agricola, ma con una caratterizzazione collettiva ed egualitaria. Al suo interno non esiste una gerarchia, non ci sono capi né proprietari, perché la comunità appartiene a tutti i suoi componenti. Per questo motivo, tutti coloro che ne fanno parte sono tenuti a lavorare per la comunità, e nessuno riceve un compenso per questo lavoro, se non quello dei frutti della terra coltivata. La comunità è organizzata con un ristretto gruppo direttivo, che ha però funzioni prettamente amministrative, dato che tutte le decisioni importanti vengono prese dall’assemblea generale. In passato, il kinnutz provvedeva anche all’educazione dei bambini, che in alcuni casi vivevano anche separatamente rispetto agli adulti dai primi anni di vita fino all’adolescenza.

Ovviamente, nel corso del tempo questa organizzazione è entrata in crisi ed è stata soggetta a molti cambiamenti e compromessi, ammorbidendo molte delle sue caratteristiche originarie. I kibbutz moderni sono aperti ad altre attività economiche, chi lavora percepisce spesso uno stipendio, che in molti casi è differenziato rispetto alla mansione svolta. Le vecchie comunità agricole si sono quindi trasformate in una sorta di villaggi, molto meno egualitari rispetto al passato. Secondo uno studio del 2010, resterebbero solo 66 kibbutz amministrati alla maniera classica, su 262 ancora esistenti.

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