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Copa Libertadores: storia, regolamento, formula e come funziona

Calcio EsteroCopa Libertadores: storia, regolamento, formula e come funziona

Nata solo nel 1960, la Copa Libertadores è uno dei tornei più appassionanti al mondo: eccone la storia, le formule e i regolamenti da conoscere

La Copa Libertadores de America è la manifestazione per club più importante del continente sudamericano. La sua storia, contrariamente a quella di alcuni tornei molto famosi, è relativamente recente, visto che proprio quest’anno cade una ricorrenza molto speciale, ovvero quella del sessantenario. Era infatti il 1960 quando la Conmebol decise di mettere a confronto tutto il meglio che il calcio continentale aveva da offrire.

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Il Peñarol è la squadra che ha vinto la prima edizione assoluta, ma anche quella che vanta attualmente il maggior numero delle partecipazioni, avendo centrato l’obiettivo per ben 46 volte a braccetto dei rivali e concittadini del Nacional. Montevideo epicentro, ma il primato di titoli vinti spetta all’Independiente, non a caso soprannominato ‘Rey de Copas’. Il Diablo ha vinto la Copa Libertadores per ben 7 volte, ma da tempo è caduto in disgrazia e, adesso, il Boca Juniors con 6 successi ne insidia la leadership.

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La storia della Copa Libertadores

Come detto, la prima edizione di Copa Libertadores si disputò nel 1960 e vide ai nastri di partenza solo sette squadre, perché Perù, Venezuela ed Ecuador non fecero partecipare i rispettivi campioni in carica. Così il Carbonero del leggendario Alberto Spencer, che a quei tempi dominava in patria, si laureò campione battendo in finale l’Olimpia di Asuncion. Il Peñarol. inoltre, è la squadra che insieme ai boliviani del Jorge Wilstermann inaugurò la coppa.

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Nelle decadi successive si sono susseguiti diversi campioni, quasi a segnare delle ere ben precise. Per esempio, gli anni Settanta sono stati quelli dell’Independiente quattro volte campione consecutivamente. Il club di Avellaneda, che sollevò la Copa Libertadores dal 1972 al 1975, poteva contare in rosa su campioni del calibro di Francisco Sá, José Omar Pastoriza, Miguel Ángel Santoro, Ricardo Bochini e Daniel Bertoni.

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La decade degli Ottanta, invece, è stata quella più eterogenea: infatti, nei dieci anni in questione, si sono laureati campioni ben 6 club differenti, con due doppiette uruguayane delle solite Peñarol e Nacional. Ma la vera sfida ai tempi si era trasferita in Colombia tra Cali e Medellin, città nelle quali il narcotraffico aveva preso il sopravvento arrivando a riciclare milioni di pesos anche nel calcio.

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Da una parte c’era l’America, che aveva rastrellato tutti i migliori talenti sudamericani per provare a vincere la Copa Libertadores. Alla Mecha si contrapponeva l’Atletico Nacional, formato solamente da colombiani. E che colombiani, perché nella rosa dei Verdolagas figuravano calciatori di spicco come il fenomenale portiere René Higuita e lo sfortunato Andres Escobar, difensore morto in un agguato nel post USA 94, quando un proiettile gli tolse la vita in una vicenza mai veramente chiarita.

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L’America spese tanto, portà a Cali gente come l’attuale commissario tecnico del Perù Ricardo Gareca, ma riusciì solo a perdere una finale, quella del 1985 contro il Peñarol. Viceversa, nel 1989 l’Atletico Nacional si consacrò campione battendo in una finale tiratissima i paraguayani dell’Olimpia, perdendo la rivincita in una semifinale dell’anno successivo, decisa da una drammatica sequenza di calci di rigore.

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Tempi recenti: dal Boca di Bianchi alla finale di Madrid

I primi anni Duemila ci hanno regalato una delle compagini sudamericane più forti di sempre: il Boca Juniors di Carlos Bianchi. Squadra dalla qualità assoluta, capace poi di vincere anche la Coppa Intercontinentale contro il Milan, campione nel 2000 e successivamente anche nel 2003, grazie a un Carlos Tevez in formato mondiale. L’anno dopo, invece, fu la matricola Once Caldas ad alzare la Copa Libertadores, battendo ai rigori gli Xeneizes grazie a una super prestazione del portiere Henao.

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In mezzo ai tanti nomi altisonanti che hanno scandito il ritmo di ogni finale, Boca Juniors e River Plate hanno dato vita all’ultimo atto più appassionante della storia. Un Superclasico nato in mezzo a mille tensioni, una manciata di anni dopo la squalifica dei Bosteros per il caso del ‘gas pimienta‘: il primo atto si gioca al Monumental e finisce pari, per il secondo – dopo gli incidenti che hanno devastato Buenos Aires – si sceglie il Santiago Bernabeu di Madrid. Lì vince il River Plate di Gallardo, entrando definitivamente nella storia.

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Copa Libertadores: regolamento e formula

La Copa Libertadores ha subito negli anni diverse variazioni di format. L’ultima è datata 2017, quando la Conmebol ha deciso di allargare il torneo a 47 squadre complessive, comprese la vincitrice dell’edizione precedente e quella campione in Copa Sudamericana. Fino ad allora si disputava un solo turno di playoff, oggi sono invece tre. Alla fine del percorso di qualificazione escono 4 squadre, che vanno a implementare la fase a gruppi dove altri 28 club sono compresi preventivamente.

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La fase a gironi di Copa Libertadores funziona esattamente come quella della nostrana Champions League. Le squadre vengono divise in 8 gruppi da 4 senza però il vincolo della nazionalità, il che significa molti derby già dalle prime partite. Le prime due di ogni gruppo si qualificano agli ottavi di finale, che così come i turni successivi si giocheranno su andata e ritorno fino alla finale. L’ultimo atto, invece, è previsto in gara secca dal 2019, con sede prestabilita. Le terze dei gruppi e le quattro che escono ai playoff retrocedono in Copa Sudamericana.

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Copa Libertadores, la suddivisione paese per paese

La Conmebol ha stabilito a tavolino i criteri per entrare a far parte di un’edizione di Copa Libertadores, comunicando alle rispettive federazioni in maniera preventiva il numero di squadre che possono accedervi. Il Brasile è il paese con più rappresentanti, portandone 5 ai gironi e 2 ai playoff, con l’Argentina che segue a ruota con 5 club ai gruppi e 1 che si deve qualificare.

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Le altre federazioni affiliate alla Conmebol portano tutte un totale di 4 squadre, 2 alla fase a gruppi e 2 ai playoff. Il tabellone viene completato, come detto poco sopra, dalle vincitrici delle due edizioni precedenti di Libertadores e Sudamericana, che tra di loro giocano anche la Recopa. Ecco la suddivisione degli slot:

  • BRASILE | 5 squadre ai gironi, 2 ai preliminari
  • ARGENTINA | 5 squadre ai gironi, 1 ai preliminari
  • BOLIVIA | 2 squadre ai gironi, 2 ai preliminari
  • CILE | 2 squadre ai gironi, 2 ai preliminari
  • COLOMBIA | 2 squadre ai gironi, 2 ai preliminari
  • ECUADOR | 2 squadre ai gironi, 2 ai preliminari
  • PARAGUAY | 2 squadre ai gironi, 2 ai preliminari
  • PERÙ | 2 squadre ai gironi, 2 ai preliminari
  • URUGUAY | 2 squadre ai gironi, 2 ai preliminari
  • VENEZUELA | 2 squadre ai gironi, 2 ai preliminari

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