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Come il Club Brugge è divenuto il club dominante nel calcio belga

Calcio EsteroCome il Club Brugge è divenuto il club dominante nel calcio belga

Il Club Brugge si è confermato campione nazionale in Belgio: andiamo alla scoperta di uno dei progetti sportivi più interessanti d’Europa

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Un tempo il calcio belga era sinonimo di Anderlecht. Invece ieri i biancomalva hanno pareggiato 3-3 in casa contro il Club Brugge, che contestualmente è diventato campione nazionale: per i Blauw en Zwart si tratta del diciassettesimo titolo, il terzo consecutivo e il quarto nelle ultime sei stagioni.

Una storia che ha un preciso punto di svolta, datato 2011, quando è stato eletto presidente Bart Verhaeghe, uno degli uomini più potenti del calcio (e non solo) in Belgio: da allora, il club fiammingo ha ottenuto giusto due terzi posti in campionato, e in tutte le altre occasioni si è piazzato più in alto, arrivando anche a ottenere ottimi risultati in Champions League.

La svolta di Bart Verhaeghe

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La storia recente del Club Brugge non sarebbe la stessa senza questo rampante imprenditore immobiliare, ex-calciatore durante gli anni giovanili, divenuto un’icona di successo nel paese al punto da scrivere anche un paio di libri a metà strada tra il manuale di management e il saggio filosofico. Più che la sua storia imprenditoriale, a raccontarne bene le ambizioni è Itinera, il think tank da lui fondato e presieduto, ufficialmente indipendente ma che in Belgio viene definito come “una lobby neoliberista con ambizioni politiche”.

Nel 2004, dopo le delusioni degli ultimi due Europei e dei Mondiali, il calcio belga decise di avviare un vasto progetto di ristrutturazione, che doveva partire dalla costruzione di nuove scuole calcio e stadi: Verhaeghe presentò una propria idea, che andava ben oltre l’aspetto puramente edilizio. In breve divenne uno degli uomini più influenti nel calcio locale, e iniziò ad essere coinvolto nella dirigenza del Club Brugge, diventandone prima presidente e poi azionista di maggioranza.

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Sotto la sua gestione, la società è stata rivoluzionata, grazie alla stretta collaborazione con il nuovo CEO Vincent Mannaert; sono stati avviati i lavori per la costruzione di un nuovo stadio e lo scorso marzo è stata annunciata l’intenzione di quotare in borsa il club, primo caso nella storia del calcio belga. In tutto questo, Verhaeghe è divenuto così celebre nel settore da venire pure nominato, nel 2013, presidente della Federcalcio, carica mantenuta fino al 2019.

Il progetto sportivo del Club Brugge

La squadra ha inboccato la propria strada verso il dominio del calcio locale a partire dal 2014, quando in panchina si è seduto Michel Preud’Homme. Da quel momento in avanti, il Club Brugge ha iniziato a crescere grazie a un’ottima sezione scouting, che ha permesso alla società di assicurarsi alcuni giovani a basso costo, con cui poi generare grosse plusvalenze: sono passati di qui Carlos Bacca, Ivan Perisic, Matthew Ryan e Thomas Meunier.

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Ma la lista delle cessioni record è molto più lunga. Nomi non di primissimo piano hanno comunque portato guadagni molto consistenti: Nakamba, Wesley, Izquierdo e Danjuma sono costati assieme 14 milioni di euro; tra il 2017 e il 2019 sono stati tutti ceduti in Premier League, permettendo di incassare complessivamente 68 milioni di euro.

E in tutti questi anni, il livello tecnico del Club Brugge non ha fatto che aumentare. Non solo è stato in grado di confermarsi ripetutamente ai vertici della Jupiler Pro League, ma è andato migliorando in Europa: dal 2016 ha preso parte quattro volte alla fase a gironi della Champions League, riuscendo a ottenere vittorie su Monaco e Zenit, e pareggi contro Atletico Madrid, Borussia Dortmund, Real Madrid e Lazio.

La squadra del 2020/2021

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Gran parte dei meriti per la recente competitività internazionale della squadra vanno al tecnico Philippe Clement, 47 anni, bandiera da giocatore e cresciuto in società come allenatore. Con lui la squadra ha migliorato notevolmente la propria qualità di gioco e ha imparato a giocarsela a viso aperto con chiunque sia dentro che soprattutto fuori dai confini nazionali.

Accanto a giocatori esperti come il portiere ex-Liverpool Simon Mignolet (che in Nazionale contende il posto a Courtois) e al leader Hans Vanaken, ruota una generazioni di giovani promesse che fanno gola a mezzo continente. Il nome che salta più all’occhio è ovviamente il gioiello Charles De Ketelaere, uno dei ventenni più interessanti d’Europa, ma vale la pena citare anche il coetaneo ivoriano Odilon Kossounou, di ruolo difensore centrale, e di Noah Lang, strappato a ottobre all’Ajax per 6 milioni. E già si parla del difensore Noah Mbamba, classe 2005 ma ormai nel giro della prima squadra.

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Nel corso di questa stagione, dominata dall’inizio alla fine, Clement è riusciuto a far fronte anche alle cessioni invernali delle due stelle dell’attacco, Emmanuel Dennis Bonaventure, prestato al Colonia, e Krepin Diatta, venduto per 17 milioni al Monaco. In loro vece è arrivato il bomber olandese Bas Dost (8 gol in 13 partite di campionato), che mira a essere un altro punto fermo per il prossimo step: riuscire a superare i gironi della prossima Champions League.

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