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Kane lascerà il Tottenham ed è una storia già vista

Calcio EsteroKane lascerà il Tottenham ed è una storia già vista

Harry Kane vuole lasciare il Tottenham, ma il suo addio rappresenterebbe un brutto colpo per le ambizioni di un club che ha ancora tanti guai da risolvere

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Dire che fosse inaspettato, sarebbe peccare d’ingenuità: secondo i media inglesi, il bomber del Tottenham Harry Kane avrebbe chiesto di lasciare la squadra prima dell’inizio degli Europei, dopo un’altra stagione deludente.

Indubbiamente, un’eventuale cessione della punta potrebbe assestare un colpo decisivo al progetto di un club che da anni lotta per conquistare un titolo importante, e ora sembra arrivato al capolinea anche per quanto riguarda la fiducia dei tifosi nella società.

I motivi di Kane

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È dalla League Cup del 2008 che il Tottenham non mette un trofeo in bacheca: all’epoca, Harry Kane aveva 15 anni e giocava ancora nelle giovanili del club; cinque anni dopo entrava stabilmente nella prima squadra, per poi diventare un pupillo di Mauricio Pochettino. In questo periodo ha stabilito diversi record, come quello del maggior numero di gol segnati in un anno solare (58, nel 2017), superando nettamente una leggenda come Alan Shearer.

Il fatto che il Tottenham abbia a disposizione da otto anni quello che è senza dubbio uno dei più forti centravanti inglesi di tutti i tempi, e che nello stesso periodo non sia mai riuscito a vincere niente, è una questione che lo stesso Kane sembra essersi rassegnato a poter risolvere in un’unica maniera: cambiando aria.

Le cessioni dei campioni del Tottenham

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Solo che oggi il suo ruolo al club va ben oltre quello dell’eccelente finalizzatore: Kane è un simbolo dei tifosi, forse proprio l’unico vero punto di riferimento in un club che tende a credersi forse più competitivo di quanto realmente non sia. E la sua cessione rischia di assestare l’ennesimo brutto colpo alla credibilità di una dirigenza ormai già molto compromessa.

Non è solo questione dei titoli che mancano, o degli enormi debiti del Tottenham – o dell’incomprensibile scelta di Mourinho in panchina, o dell’appoggio alla Superlega – ma il fatto che il presidente Daniel Levy da anni vende sistematicamente il giocatore di punta del club promettendo di reinvestire i lauti guadagni in diversi nuovi campioni, cosa che poi puntualmente non si verifica.

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Nel 2012, alla cessione di Luka Modric al Real Madrid seguirono sei nuovi acquisti, dei quali solo Hugo Lloris si è poi rivelato essere veramente un giocatore importante per il Tottenham. La stessa cosa si è verificata l’anno successivo, quando a vestirsi di bianco fu Gareth Bale: sette new entry, ma solo Christian Eriksen era veramente del livello richiesto per fare un salto di qualità. Qualche anno dopo, gli addi del danese e di Trippier sono stati compensati con Sessegnon, Bergwijn e Ndombélé, nessuno dei quali ha dimostrato di meritarsi la cifra spesa per lui.

Harry Kane
Fonte: Instagram @harrykane

Le promesse non mantenute

Il caso di Modric è abbastanza simile a quello di Kane: nel 2011 il croato era già sul piede di partenza, ma acconsentì a rinnovare con gli Spurs se, in caso di offerta da parte di una big, gli fosse stata data la possibilità di andarsene. L’offerta arrivò (era quella del Chelsea), ma Levy la rifiutò, forzando il centrocampista a giocare un’altra stagione prima di andarsene a Madrid.

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La stessa cosa è avvenuta nell’estate 2020 con Harry Kane, convinto a restare dietro la promessa che, se il Tottenham non avesse vinto un trofeo, la società lo avrebbe lasciato partire. Un anno dopo, il centravanti si è presentato a Levy con i propri conti: si parla, però, di 150 milioni di euro per strapparlo agli Spurs, che in tempi di crisi sono una cifra praticamente impossibile per chiunque. Kane rischia così, a quasi 28 anni, di dover passare un’altra stagione di attesa nel Nord di Londra.

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