giovedì, Marzo 28, 2024

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Gli accademici uruguayani contro la FA per la squalifica a Cavani

Calcio EsteroGli accademici uruguayani contro la FA per la squalifica a Cavani

La squalifica di Cavani per razzismo continua a far discutere, e adesso nel dibattito si inseriscono anche gli accademici dell’Uruguay, schierandosi dalla parte dell’attaccante.

La FA manca di “conoscenza culturale e linguistica”. Così dice l’Accademia delle Lettere dell’Uruguay, in risposta alla squalifica di tre giornate inferta a Edinson Cavani, l’attaccante del Manchester United che sui social avrebbe usato un epiteto razzista in un commento.

La questione Cavani è estremamente controversa e sta facendo discutere nel Regno Unito e anche fuori da esso. Gli accademici uruguayani sono stati gli ultimi a intervenire, accusando la Football Association di aver commesso “una vera ingiustizia”, visto che il termine usato, in spagnolo, non avrebbe connotazione razzista ma affettuosa.

Caso Cavani: cosa è successo

Del caso Cavani avevamo già parlato, ma facciamo un sunto. Dopo il match del 29 novembre vinto contro il Southampton, l’attaccante dello United aveva risposto su Instagram a un utente (poi rivelatosi suo amico), che si complimentava con lui, ringranziandolo e aggiungendo l’epiteto “negrito”. È subito scoppiata una polemica, con il giocatore che ha cancellato il commento e si è scusato.

cavani
Fonte Immagine: @cavaniofficial21 (Instagram)

Tutto ciò, però, non è bastato a evitargli una squalifica di tre giornate e una multa di 100.000 sterline, oltre a dover seguire delle lezioni sul tema del razzismo. La questione presenta quindi un certo numero di problematiche: prima di tutto, il commento è stato fatto nei confronti di un amico, con cui Cavani condivide un determinato codice linguistico (questo vale per ognuno di noi con i propri amici).

Il commento, però, è avvenuto in uno spazio pubblico: Cavani, giocando in Inghilterra, ha a che fare con dei follower legati a una cultura in cui quel termine, anche se usato come diminutivo o vezzeggiativo, ha una portata storica e sociale precisa, ed è ritenuto offensivo.

La FA ha regole dure e precise per casi come questo, anche se avvenuti fuori dall’ambito strettamente calcistico, e ha agito di conseguenza. Per il Manchester United rappresenta un brutto colpo, visto che il 33enne uruguayano ha già segnato 3 gol e servito 2 assist nelle nove partite di Premier in cui è sceso in campo finora, e i Red Devils si trovano ora in testa al campionato a pari punti col Liverpool.

La posizione dell’Accademia delle Lettere uruguayana

L’Accademia delle Lettere dell’Uruguay sostiene che la parola usata da Cavani non possa essere ritenuta offensiva, e che la FA abbia dimostrato di “non aver valutato tutta la complessità e il contesto” che essa ha in spagnolo. Innanzitutto, la lingua spagnola non fa distinzione tra il colore nero e l’insulto razzista: negro è l’unico termine utilizzato, in riferimento sia alle persone che agli oggetti. Il caso è simile, per certi versi, a quello occorso nella sfida di Champions League tra PSG e Basaksehir, che ha riguardato il quarto uomo rumeno Coltescu.

 

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In America Latina, inoltre, è abbastanza comune riferirsi al colore della pelle o ad altre caratteristiche fisiche, in genere come diminutivo, parlando tra amici, senza nessun intento offensivo. Quindi, la FA avrebbe agito senza conoscere il contesto culturale di quel termine; tuttavia, anche Cavani ha sottovalutato un contesto culturale: quello dei social e dei suoi follower in gran parte anglofoni. E non va sottovalutato come anche nel mondo ispanofono si discuta da tempo del termine negro e della sua portata storica e sociale.

Nel 2011, in Premier League accadde un altro caso simile, che coinvolse sempre un giocatore uruguayano: l’attaccante Luis Suarez, all’epoca al Liverpool, ebbe un diverbio con il francese del Manchester United Patrice Evra, che poi lo accusò di aver usato un epiteto razzista contro di lui. Suarez si difese dicendo che, in Uruguay, quel termine non ha valenza discriminatoria, ma la FA li comminò comunque otto turni di squalifica. All’epoca, in difesa di Suarez, non intervenne l’Accademia delle Lettere, ma addirittura il Ministro dello Sport Ernesto Irureta.

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