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Canzoni sul calcio che dovete assolutamente ascoltare

CuriositàCanzoni sul calcio che dovete assolutamente ascoltare

Quali sono le canzoni sul calcio più belle, che dovete assolutamente ascoltare? Ne abbiamo selezionate alcune per voi, con le rispettive storie. Buon ascolto

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Il calcio evoca grandi passioni ed è uno degli sport più amati e diffusi al mondo. Non deve stupire, dunque, che che abbia coinvolto anche il mondo della musica, affascinando cantanti di generi e generazioni diverse. Quali sono dunque le canzoni sul calcio che dovete assolutamente conoscere, nella miriade che sono state realizzate? Eccovene dieci.

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Canzoni sul calcio: le più belle

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Eravamo in 100.000 – Adriano Celentano (1967)

In tanti identificano il calcio a Milan con Luci a San Siro di Vecchioni, che però non parla assolutamente di calcio (San Siro è il quartiere, non lo stadio, e il “gioco nella nebbia” non è quello in campo, ma quello tra due ragazzi che pomiciano) e lo stesso Vecchioni lo ha specificato.

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Allora, tra le canzoni sul calcio meglio ricordare questo divertente brano di Adriano Celentano che rievoca una romantica seduzione tra lui, tifoso interista, e lei, tifosa milanista, nelle rispettive curve durante un Derby.

La leva calcisticadella classe ’68 – Francesco De Gregori (1982)

Un classico, e uno dei più struggenti omaggi al calcio. Racconta di un ragazzino di 12 anni di nome Nino che è terrorizzato perché deve sostenere un importante provino con una squadra. “Nino non ave paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasia”.

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De Gregori la scrisse nel 1980 (ecco così che il 12enne Nino è della classe ’68) e la inserì nell’album Titanic, del 1982. Sette anni dopo, Gabriele Salvatores la incluse nella colonna sonora del suo film Marrakesh Express (su consiglio del milanista Diego Abatantuono), ma deve gran parte della sua fama alla dedica che De Gregori, romanista, fece ad Agostino Di Bartolomei, capitano giallorosso morto suicida nel 1994.

Un’estate italiana – Edoardo Bennato / Gianna Nannini (1990)

Nel 1990 cambia il mondo, e in Italia arrivano i Mondiali di calcio. La colonna sonora, affidata alle due rockstar della musica italiana del periodo (Bennato e Nannini, e con Giorgio Moroder a comporre), racconta l’eccitazione per il calcio che torna nel nostro paese e per una Nazionale che gioca bene e scalda i cuori con le magie di Roberto Baggio e i gol di Totò Schillaci.

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Ma è anche una canzone su ciò che significa tifare e sperare, con un incipit formidabile: “Forse non sarà una canzone a cambiare le regole del gioco…” Ne esce così una delle prime canzoni sul calcio a fare da colonna sonora a un Mondiale.

World in Motion – New Order (1990)

Siamo sempre ai Mondiali del 1990, e anche l’Inghilterra sceglie di farsi rappresentare da una canzone scritta appositamente per il torneo, affidata ai New Order, gruppo synth-pop erede dei Joy Division in seguito al suicidio del frontman Ian Curtis.

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Il brano ha un ottimo sound ed è molto coinvolgente e, dal punto di vista calcistico, ha il pregio di avere un pezzo finale rappato direttamente da John Barnes, all’epoca centrocampista del Liverpool e della Nazionale inglese.

Santa Maradona – Mano Negra (1994)

La Mano Negra era la band da cui partì la carriera di Manu Chao, musicista ribelle e simbolo della generazione no-global. Un personaggio che non poteva non andare a braccetto con Diego Armando Maradona, di cui Santa Maradona rappresenta un inno punk-rock fatto per ballare e passarsi la palla senza sosta.

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Inserito nell’album Casa Babylon, uscito poco prima dell’inizio dei Mondiali del 1994 (dai quali Maradona fu escluso in corsa per doping), nel 2001 ispirò il film omonimo di Marco Ponti con Stefano Accorsi. Manu Chao, da solista, ha poi dedicato una seconda canzone a Maradona, La vida tombola, inclusa nell’album La Radiolina (2007).

La dura legge del gol! – 883 (1997)

La dura legge del gol dice che “fai un gran bel gioco però, se non hai difesa, gli altri segnano e poi vincono”. Max Pezzali, frontman degli 883 usa la metafora calcistica per parlare di vita, di amicizia, di tradimenti e di sogni non realizzati: nella vita, per essere dei vincenti, serve costanza, un gioco conservativo e accorto, nella piena tradizione italiana.

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Ma la canzone è tutt’altro che “difensivista”: è il 1997 quando esce questo album omonimo, e il calcio italiano è reduce dall’esperienza del Foggia ultra-offensivo di Zeman (che proprio nei giorni in cui esce il disco passa dalla Lazio alla Roma), eppure il discorso pare lo stesso di questi giorni sulla costruzione dal basso. Gli 883 sposano, alla fine, il gioco d’attacco: “Gli altri segneranno però che spettacolo quando giochiamo noi”.

La coscienza di Zeman – Antonello Venditti (1999)

Parla invece espressamente di Zeman questo pezzo di Venditti, parte dell’album Goodbye Novecento, uscito pochi mesi dopo l’esonero del boemo dalla Roma, squadra tifata dal cantante. Una canzone per idealisti e sognatori, dedicata a uno degli allenatori più iconici e radicali che il calcio italiano abbia mai visto.

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Il ritornello ripete insistentemente “Perché non cambi mai”, e non si capisce se sia un’affermazione o una domanda. Ma Venditti e bravissimo a catturare in poche parole l’essenza stessa del mito Zeman: “Il sogno è ancora intatto e tu lo sai, il sogno non si avvera quasi mai”.

Una vita da mediano – Luciano Ligabue (1999)

La vita è una fatica continua, una lotta di tutti i giorni, a cui sono condannate la maggior parte delle persone nate senza particolare talento, e che quindi devono “lavorare sui polmoni”, “con dei compiti precisi”, “a giocare generosi“, bruciandosi presto e senza aver conquistato la fama.

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È un elogio delle figure di secondo piano, della normalità e del lavoro, di quelle figure senza cui, però, non potrebbe esserci nulla, tantomeno i fuoriclasse. Così, l’eroe di Ligabue è Lele Oriali, mediano dell’Inter dal 1970 al 1983, che dopo “anni di fatiche e botte” vinse “casomai” i Mondiali del 1982. La trovate nell’album del 1999 Miss Mondo.

Numero 1 – Matze Knop (2009)

Nel 2007 Luca Toni, centravanti della Fiorentina e dell’Italia, lascia la Serie A e si trasferisce al Bayern Monaco, diventando subito un idolo dei tifosi tedeschi. Così, nel 2009 il cantante e comico televisivo Matze Knop, tifoso del Bayern, decide di incidere questo brano-tributo assolutamente demenziale, in cui infila una vagonata di termini italiani senza senso per poi dire “Luca Toni sei per me il numero 1”.

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Il brano, inserito nell’album Operation testosteron, è in realtà una cover di Zuppa romana, canzone del 1983 degli Schrott Nach 8 che parodiava gli stereotipi sugli italiani.

La vita splendida del capitano – Daniele Silvestri (2019)

Nell’imminenza della serie tv su Francesco Totti, possiamo ascoltarci la canzone che gli ha dedicato nel 2019 il romanista Daniele Silvestri, due anni dopo il ritiro del capitano giallorosso e inserita nell’album La terra sotto i piedi.

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Cose che capitano, Capitano” dice il cantante, come a voler abbracciare Totti alla fine della sua lunga carriera, trascorsa tutta alla Roma vincendo probabilmente meno di quanto avrebbe meritato, ma godendo dell’affetto incodizionato dei tifosi. La canzone si chiude con un conteggio, che giustamente si ferma al 10.

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